Vaccini, Buzzi (Confcooperative Romagna): "Cala il numero di chi dice no"
Silvia Manzani
«Non è facile avere il quadro generale, la questione della vaccinazione viene seguita dalle singole cooperative, che monitorano la situazione dei loro addetti. Quel che sappiamo, comunque, è che rispetto all’inizio della campagna, l’adesione sta notevolmente aumentando, sia perché l’obbligo per gli operatori socio-sanitari ha dato un’accelerata, sia perché alcuni lavoratori stanno rientrando rispetto ai dubbi e alle resistenze iniziali». Antonio Buzzi è il vicepresidente di Confcooperative Romagna e il presidente del consorzio Solco di Ravenna.
Guardando alle vostre coop sociali, a quanto ammonta, in totale, il personale impiegato in provincia di Ravenna?
«Stiamo parlando di circa 3mila operatori, dove per operatori intendiamo sia le professioni socio-sanitarie, che costituiscono circa il 60% del totale, che gli educatori. Sono ovviamente persone che lavorano a stretto contatto con l’utenza, trattandosi di cooperative che si occupano di servizi alla persona, e per le quali è dunque impossibile ipotizzare un ricollocamento in altre mansioni».
Avete il quadro di quanti abbiano aderito alla vaccinazione?
«Per le professioni socio-sanitarie, dagli infermieri agli Oss passando per altre figure correlate come i fisioterapisti, l’iniziale 20% di defezione sta poco a poco diminuendo, anche per merito del sistema dei controlli: si tratta di una percentuale in continua evoluzione, per fortuna, anche grazie al fatto che le cooperative sociali hanno caldeggiato e caldeggiano la vaccinazione, informando e sensibilizzando i propri lavoratori. Contiamo che il numero dei contrari, che per come è ora definirei fisiologico, possa rimpicciolirsi ancora, in modo da non dover arrivare alla sospensione, o almeno da doverlo fare solo in pochissimi casi. Io comprendo, anche se non capisco fino in fondo, che possano esserci dei timori e dei dubbi rispetto al vaccino ma davanti a una pandemia, davvero, l’interesse pubblico è superiore. A meno che non sussitano particolari problematiche di salute».
Riguardo gli educatori, invece, qual è il panorama attuale?
«In questo caso non vige alcun vincolo ma ci auguriamo che ci siano presto interventi normativi in direzione dell’obbligo vaccinale anche per questa fascia di lavoratori. Ci consentirebbe non solo di essere più direttivi, cosa che ora non possiamo permetterci di essere, ma anche di semplificare il lavoro. Ciò non toglie che anche gli educatori, a nostro parere, sarebbe bene che avessero una sensibilità particolare e un’attenzione nei confronti della vaccinazione».