Un anno in Parlamento, parla Bakkali (Pd): «Siamo preoccupati per la tenuta sociale del Paese»

Romagna | 20 Ottobre 2023 Politica
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Marianna Carnoli - «E’ stato un anno intenso, con sfide quotidiane. Ma il lavoro duro mi stimola e mi sprona a imparare cose nuove e migliorarmi sempre». Ha le idee chiare Ouidad Bakkali, politica ravennate di origini marocchine, vicesegretario regionale PD che un anno fa ha fatto il suo ingresso da deputata in Parlamento essendo stata eletta nel collegio plurinominale Emilia Romagna-03 nelle fila del PD. Il suo bilancio, a 12 mesi dal primo ingresso a Montecitorio è certamente positivo. «Come detto, quest’anno è stato ovviamente impegnativo sia per imparare le procedure parlamentari per svolgere appieno il mandato sia per alimentare le relazioni con le amministrazioni e la cittadinanza. Ho lavorato molto sulla comunicazione sfruttando i social, raccontando la mia quotidianità per creare un legame diretto con le tante persone che si chiedono cosa significhi lavorare in Parlamento e come funzioni. Uno dei primi atti che ho fatto è stata una richiesta fondi per il completamento dell’hub portuale di Ravenna, città dove continuo a vivere e che lascio qualche giorno a settimana per andare a Roma. Da un anno stiamo portando avanti il tema della zona logistica semplificata che aspetta solo il via libera del Ministero. Poi abbiamo trattato il tema delle Ong e dell’accoglienza proprio mentre quello di Ravenna diventava uno dei nuovi porti aperti, infine il tema dell’alluvione che ha devastato la Romagna». A proposito dell’alluvione a che punto siamo con i ristori? «Ho seguito tutto il provvedimento del decreto alluvione e i suoi incartamenti e mi sono fatta assegnare in commissione 8 per seguire tutte le audizioni e raccordarmi con i sindaci del territorio e le imprese. Purtroppo, a più di 150 giorni da quell’evento, il Governo sta solo rimborsando i Comuni di quanto hanno speso per mettere velocemente in sicurezza i territori. La struttura commissariale è stata nominata dopo due mesi e mezzo quando per il sisma in Emilia del 2012 c’erano voluti 8 giorni e penso che il generale Figliuolo non abbia risorse sufficienti per rispondere alle istanze che gli arrivano. Un settimana dopo l’alluvione, il Governo ha promesso 2 miliardi e 200 milioni e dichiarato che avrebbe risarcito tutti e subito, poi abbiamo capito che erano risorse ipotetiche. Per quanto ci abbiano detto che questa legge di Bilancio non preveda nuovi emendamenti ribadiremo la nostra proposta di utilizzo delle risorse per la cassa integrazione, considerato che il sottosegretario Durigon ha detto di aver speso 6 dei 600 milioni disponibili. Risorse che potrebbero essere utilizzate come indennizzi». Sicurezza stradale. La provincia di Ravenna, secondo la classifica del Sole 24 ore lo scorso anno è risultata la peggiore in Italia per omicidi stradali con ben 40 vittime. «Abbiamo avanzato una proposta di legge per chiedere che il tema delle “città30” (città in cui il limite di velocità nelle aree urbane è di 30km/h ndr) venga preso come provvedimento nazionale e non come istanza di singoli comuni. Vogliamo rendere le nostre città più sicure rispetto alla velocità che mette in pericolo gli utenti deboli e servono risorse per poterle trasformare. La nostra proposta ha anticipato una parte della discussione che avremo a breve in commissione sul codice della strada, ma ci pare che il Governo dia la priorità al tema targhe per le bici. Bisognerebbe mettere in sicurezza i percorsi strada-scuola-lavoro, fare un investimento sulle infrastrutture, non si può pensare che le sole sanzioni risolvano». Legge di Bilancio. Su quali aspetti si poteva fare di più? «Siamo preoccupati per la tenuta sociale. Sebbene la premier Meloni l’abbia presentata come una manovra che pensa alle famiglia, nella legge di Bilancio di 24 miliardi ne hanno investiti solo uno sulle famiglie, sbandierando gli asili nido gratis dal secondo figlio e strizzando l’occhio al loro elettorato spiegando che per curarsi con il SSN i residenti stranieri dovranno versare 2 mila euro. Di certo le famiglie con più figli hanno bisogno di un aiuto, ma strutturale come aumentare posti, spendere risorse del Pnrr utili per aumentare servizi. L’Italia procede a due velocità e in alcune aree la copertura nidi arriva al 7%, (da noi supera il 40%), ma sono servizi che stanno entrando in difficoltà a livello gestionale. La maggior parte della manovra è per la copertura dell’abbassamento del cuneo fiscale, quindi non farà crescere il paese: non si parla di nessun investimento per lo sviluppo delle imprese, non si parla di transizione ecologica, non si parla di misure anti inflazione. Penso poi al diritto allo studio, ai tanti ragazzi che continuano a manifestare con le loro tende per il caro affitti, penso al caro benzina, alla sanità per la quale il rapporto Pil e spesa sanitaria è al 7% e si stima arrivi al 6.1% nel triennio prossimo. La scelta, purtroppo, è stata quella di dare un contentino a tutti senza un disegno complessivo del paese che tenga conto dei più fargili».
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