Tennis, il ricordo di Raffaella Reggi a New York: «Annullai un match-point al primo turno e poi vinsi gli Us Open come Sara Errani»
Luca Alberto Montanari
Ve la diamo noi l’America. Firmato Raffaella Reggi e
Sara Errani. La tennista di Massa, dentro a un anno da favola che difficilmente dimenticherà, ha eguagliato il capolavoro firmato 38 anni fa dall’attuale commentatrice di Sky. Fino alla scorsa settimana, infatti, la faentina deteneva un record: era stata l’unica tennista italiana della storia ad aver vinto un doppio misto in un torneo del Grande Slam. La Reggi ci riuscì nel 1986 a New York, in coppia con lo spagnolo Sergio Casal, mentre la Errani ha trionfato pochi giorni fa a Flushing Meadows assieme all’altro azzurro Andrea Vavassori. Più che un passaggio di consegne, è un’altra medaglia che il tennis romagnolo (o meglio della nostra provincia) può appuntarsi al petto. Grazie a questa impresa di Sarita, proseguono le similitudini con la Reggi, che nel 1984 a Los Angeles aveva vinto una medaglia (di bronzo) alle Olimpiadi. La Errani, un mese fa a Parigi, ha fatto ancora meglio vincendo l’oro.
Reggi, tra il successo ai Giochi nel doppio femminile con Paolini e la vittoria a New York nel misto con Vavassori, per lei qual è stata la vittoria più inaspettata e sorprendente di Sara Errani in questo incredibile 2024?
«Bella domanda (sorride, ndr). Vedendo e soprattutto analizzando anche i due tabelloni, direi che il successo meno scontato era quello negli Stati Uniti, considerando che Sara e Andrea hanno anche annullato un match-point al primo turno. Era un titolo più difficile, anche se in finale Young non era sul pezzo e praticamente i nostri azzurri hanno giocato in tre contro una. Ripensandoci, ho visto analogie con la mia vittoria del 1986: anche io e Sergio Casal annullammo un match-point al primo turno e poi vincemmo il titolo Slam. L’ho detto all’inizio del torneo in redazione a Sky e alla fine ha portato bene».
Che tipo di difficoltà nasconde il doppio misto?
«L’uomo ha più forza e deve aiutarti alle spalle, soprattutto nei tuoi turni di servizio, che per Sara sono sempre il punto debole. La donna deve dare verve e grinta e direi che la Errani è stata superlativo. Poi ci deve essere una grandissima complicità: questa è la chiave di tutto. Il doppio misto nel tennis è probabilmente l’unico sport dove un uomo e una donna possono giocare insieme e alla pari una competizione ufficiale e anche per questo a me è sempre piaciuto molto. Io cominciai a giocare il misto molto presto, l’ho sempre giocato e mi sono sempre divertita, al netto delle vittorie».
Lei vede altre analogie con il suo successo a New York?
«La stima e il rispetto che c’era tra me e Casal sono gli stessi che vedo tra Sara e Vavassori. Hanno preparato le Olimpiadi partecipando a Wimbledon, purtroppo sono stati eliminati immeritatamente a un passo dalla zona medaglie a Parigi e ora si sono riscattati negli Stati Uniti. Sara continua ad essere un esempio anche per i ragazzi più giovani: a 37 anni ha ancora una passione smisurata. Ogni giorno cerca di dare e di migliorare. E’ stato splendido anche il percorso con Jasmine, che ha permesso a Paolini di crescere in singolare e di dare nuove energie a Sara nel doppio. Ora l’obiettivo che hanno il Master: sono sicuro che ce la faranno. Poi Sara farà le sue valutazioni: potrebbe decidere cosa portare avanti tra il singolare e il doppio, concentrandosi solo su una specialità».
A proposito di rincorsa al Master, come vede la strada verso le Finals?
«Sara e Jasmine si qualificheranno. Ora c’è la trasferta cinese, possono raccogliere tanti punti. Per Paolini è stata una escalation incredibile, ora devi stringere i denti e riuscire a fare entrambi i Master, perché anche nel singolare ha grosse chance. Sarebbe una grande occasione anche per lei e, nel caso, dovrebbe ringraziare la Errani, perché è stata un’ottima compagna durante questa incredibile stagione».