Tennis, il record di Sara Errani; l'ex campionessa Raffaella Reggi: «Un bel percorso, brava a rimettersi sempre in gioco»

Da ex tennista, allenatrice e oggi commentatrice di Sky, la faentina Raffaella Reggi offre la sua versione sul record di Sara Errani, ma anche sulla carriera della romagnola.
Reggi, cosa significa questo record?
«E’ un record che spiega innanzitutto una cosa: la passione che Sara ha per questo sport. All’età di 35 anni ha ancora fame, voglia di giocare e di vincere, ma anche di confrontarsi con generazioni di tenniste ben diverse, alcune con la metà dei suoi anni o quasi. Questa è la storia di un amore forte e di un legame fortissimo con questo sport. I record sono fatti per essere battuti e Sara ci è riuscita, dopo aver sconfitto non solo le avversarie ma anche tanti infortuni. E’ stata brava a rimettersi in gioco, anche nei momenti più difficili, e a trovare la voglia di continuare a giocare anche in posti sperduti o quasi».
Quanto è cresciuta e soprattutto cambiata la Errani nel corso della sua carriera?
«Io penso che Sara sia stata semplicemente straordinaria e abbia fatto un qualcosa di irripetibile. In molti hanno criticato la scelta di proseguire, dopo aver fatto due finali Slam dieci anni fa prima a Parigi e poi a New York, e dopo essere entrata stabilmente tra le prime cinque giocatrici del mondo: è stata una scelta personale che io rispetto e che le ha permesso di battere questo record. Il percorso è stato incredibile, ha sempre giocato non solo il singolo ma anche il doppio, a livelli altissimi. Poi ci sono i risultati, che parlano chiaro».
Secondo lei avrebbe potuto fare qualcosa di più?
«Io penso che abbia fatto tantissimo e che molti non se lo sarebbero aspettato. Tecnicamente è quasi scontato dire che avrebbe potuto fare di più con il servizio, ma se con quel servizio è arrivata a questi livelli, beh, togliamoci il cappello e chissà come si sarebbe comportata se avesse tirato più forte. Meglio di così è impossibile, è andata oltre ogni aspettativa e si è davvero meritata tutto, dal primo all’ultimo successo». (l.a.m.)