Sicurezza, intervista al Prefetto Castrese De Rosa: «In provincia di Ravenna nessuna emergenza criminalità, ma troppe armi bianche fra i giovani»
Marianna Carnoli - Più controlli per contrastare i furti nelle abitazioni, comunque calati rispetto allo scorso anno. Territorio provinciale monitorato non solo dalle forze dell’ordine, ma anche dai sistemi di videosorveglianza. Il Prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa parla del lavoro svolto nei due anni mezzo dal suo arrivo in città sottolineando le diverse iniziative svolte nelle scuole perché «l’educazione alla legalità deve partire dalle aule». Prefetto De Rosa, a due anni e mezzo dal suo arrivo a Ravenna, quali sono le maggiori criticità che ha riscontrato nel nostro territorio e sulle quali sta lavorando? «Ho avuto la fortuna di trovarmi in un territorio dove è papabile la sinergia tra forze dell’ordine, istituzioni, mondo dell’associazionismo e mondo imprenditoriale. Il prossimo anno entrerà in funzione il rigassificatore di Ravenna e certe opere si fanno solo se c’è grande sintonia. Certo non mancano alcune criticità come i fenomeni di devianza giovanile, i reati contro il patrimonio, i reati da Codice Rosso sui quali, comunque, lavoriamo a testa bassa. D’estate, in riviera, tra Marina di Ravenna e Milano Marittima arrivano circa 6 milioni di persone e in quel periodo concentriamo il nostro massimo impegno per scongiurare turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica. Pur non essendo un amante delle statistiche ho letto con piacere che, dal 1 gennaio al 31 ottobre di quest’anno i furti nelle abitazioni che restano una piaga del nostro territorio sono passati dai 1148 del 2023 a 1068 e i reati contro il patrimonio sono passati da 5536 a 5265 con 267 persone deferite in stato di libertà contro le 324 del 2023. Complessivamente i delitti- dai furti alle truffe alle rapine- sono passati da 13289 a 12698 con 2508 persone deferite in stato di libertà contro i 2259 dello scorso anno. Di certo per il nostro territorio non si può parlare di alcuna emergenza di ordine pubblico: abbiamo ospitato grandi eventi sportivi, dall’Ironman a Cervia al Dragon boat e alla Maratona dello scorso weekend a Ravenna e concerti quali il Jova beach party di due anni fa e non abbiamo avuto problemi. Anche il drammatico fenomeno dei femminicidi mi sta particolarmente a cuore e sono contento di avere un buon rapporto con i centri antiviolenza, con la Procura di Ravenna e con quella dei Minori di Bologna. Il 25 novembre, giornata nazionale contro la violenza alle donne sigleremo un protocollo in Prefettura durante un incontro al quale parteciperanno, tra gli altri i dirigenti scolastici della provincia per mettere a punto iniziative partendo proprio dal mondo della scuola perché da lì bisogna iniziare a fare sensibilizzazione». Gli ultimi anni registrano un aumento della violenza tra i giovanissimi, aggressioni con armi bianche e risse nei locali della movida o allo stadio. Come intervenire? «Il nostro obiettivo è garantire un sano divertimento, prevenendo la microcriminalità, dunque facciamo non solo incontri di sensibilizzazione nelle scuole, ma il Questore sospende la licenza di locali che hanno registrato frequenti episodi di disordine. Quest’esatte ci sono state diverse risse nelle zone della movida, ma anche in discoteca e negli stadi, episodi per i quali sono stati individuati i responsabili a testimonianza che le forze dell’ordine, sul piano investigativo, sono molto attente anche grazie alla profonda conoscenza del territorio. Anche se si tratta di fenomeni in linea con gli standard degli ultimi anni e che non destano particolare allarme sociale vanno stigmatizzati e contrastati adeguatamente prima che degenerino. Non vogliamo sottovalutare nulla e anche se non possiamo prevedere una rissa siamo lontani da situazioni emergenziali. Purtroppo abbiamo accertato che tra i giovanissimi girano parecchie armi e coltelli e questo non dev’essere solo un problema di polizia. Non è un diritto girare armati: chi va al bar o in discoteca con un coltello ha intenzione di far del male a qualcuno mentre va recuperato il rispetto per le persone. Si tratta di un problema sociale, di civiltà ed educazione che va risolto lavorando insieme, famiglie, scuole ed istituzioni» I dati del dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’interno, elaborati e pubblicati dal Sole 24 ore lo scorso settembre vedono Ravenna quinta provincia in Italia per numero di denunce e come ogni fine anno, i reati predatori aumentano e preoccupano. Dal suo osservatorio qual è la situazione e come si può potenziare la sicurezza percepita dalla cittadinanza? «Penso che la città vada vissuta, ma anche che tutti debbano fare la propria parte quindi i cittadini fanno benissimo a denunciare. Con le riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica decidiamo dove potenziare i servizi di prevenzione ed abbiamo un piano di controllo del territorio. Non possiamo essere sempre ovunque e capiamo che basta un episodio di microcriminalità ad abbassare la sensazione di sicurezza percepita. Ma le nostre pattuglie girano tutto l’anno e non abbiamo realtà fuori controllo. D’estate e per le festività natalizie, come sempre, lavoriamo anche di più per far sì che la cittadinanza si goda le ferie o lo shopping in maniera tranquilla. Come Prefettura non diciamo mai no a grandi eventi di aggregazione né impediamo manifestazioni pubbliche fino a sotto la nostra sede che non hanno mai dato adito a problemi. Organizziamo incontri pubblici, non solo nelle scuole: recentemente con il Comandante provinciale dei carabinieri Andrea Lachi abbiamo fatto un giro nei centri sociali per parlare dell’odioso fenomeno delle truffe agli anziani da quella del finto avvocato o finto rappresentante delle forze dell’ordine a quelle online per le quali bisogna prestare la massima attenzione. Nei mercati rionali, in collaborazione con la Confartigianato, vengono distribuite brochure con le truffe più “recenti” di cui vogliamo dar notizia ai cittadini ed abbiamo sostenuto anche quest’anno il progetto “Struffati” promosso dall’assessorato ai Servizi sociali e dalla Polizia locale contro le truffe nei confronti della popolazione anziana. I dati ci confortano, i furti sono in calo, ma mi interessa la gente e le denunce delle persone indicano il grado di civiltà di questo territorio e la loro fiducia nelle forze dell’ordine. Si può sempre far meglio e infatti non abbassiamo la guardia: manderemo i nostri poliziotti dove i comuni ce lo chiedono perché va fatta educazione alla legalità».