Sanità, «le CRA sono una grande famiglia: ci si racconta ogni giorno». Parlano Miceli e Margarint, coordinatrice ed OSS della CRA, Galla Placidia

Romagna | 30 Settembre 2024 Cronaca
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«Gli anziani del “Galla” (la CRA Galla Placidia ndr) li conosciamo tutti per nome, sappiamo come mangiano, come bevono e cosa piace loro fare. La mattina ci aspettano, ci regalano un bel sorriso e, finito il nostro turno, ci chiedono a che ora ci rivedremo il giorno successivo. Ci parlano delle loro vite, noi raccontiamo le nostre e quando rientri a casa sei stanco, ma soddisfatto di ciò che hai fatto». Natalia Margarint, moldava di origine, ma da 25 anni in Italia lavora come OSS al CRA Galla Placidia da sette anni. Una professione difficile la sua che quotidianamente si confronta con persone fragili, alcune con capacità cognitive compromesse. «I nonni li considero la mia seconda famiglia, visto quanto tempo passo con loro ed ho un rapporto diretto con ognuno, oltre che con i loro familiari. E’ davvero bello lavorare così in armonia. La struttura è ben organizzata ed offre agli anziani tante possibilità di svago: dai libri, alla tombola fino alla palestra, sia al mattino che al pomeriggio. La nostra squadra è molto affiatata: siamo una cinquantina tra OSS, infermieri, medici e fisioterapisti e ci supportiamo sempre, indipendentemente dal reparto in cui si lavora. Stare in una CRA significa, spesso, mettere da parte la tua professione per calarti nei panni di una figlia premurosa. Ho un bellissimo ricordo di quanti sono passati al Galla ed ho pianto per quelli che non ci sono più: spesso i loro parenti continuano a farci visita ed è bello sapere che il tuo lavoro è stato apprezzato. Questo è un lavoro che devi fare con il cuore perciò, quando qualcuno se ne va, resti come impietrito: perché gli volevi bene, non sapevi neanche il suo numero di letto, ma lo chiamavi per nome». Anche Loredana Miceli che il prossimo meste festeggia i 10 anni come coordinatrice della struttura ed è presidente della cooperativa Asscor che gestisce il personale all’interno delle strutture afferenti al Solco, parla con soddisfazione del suo lavoro al Galla Placidia. «Non abbiamo solo il CRA, ma anche 20 posti ad alta attività assistenziale per un periodo di tempo determinato, per la riabilitazione o la compensazione di una terapia e a gennaio abbiamo riaperto il centro diurno, chiuso durante la pandemia. Oltre ai servizi basilari di pulizia, alimentazione e terapie abbiamo tanti progetti di animazione che condividiamo con i familiari dei nostri ospiti perché crediamo nell’importanza di creare, per l’anziano, sia un rapporto con il territorio che con la stagionalità. La settimana scorsa, abbiamo festeggiato la fine dell’estate con una piccola sagra all’interno della struttura: i portuali hanno cucinato la salsiccia nel nostro giardino per gli ospiti e sono venuti anche i musicanti di San Crispino, mentre il 2 ottobre abbiamo organizzato la festa dei nonni. Aprire le strutture alla comunità e ospitare iniziative culturali e sociali fa bene ai nostri ospiti, ai loro familiari e ai loro amici. La CRA è una struttura aperta: capita che la domenica, avuto l’ok del medico, un ospite esca per andare a pranzo dai parenti per rientrare nel pomeriggio e l’interscambio di idee, suggerimenti e consigli è ciò che incentiviamo con le famiglie con le quali facciamo incontri regolarmente». Non mancano i progetti di pet terapy o la musico-terapia per gli allettati, gli accordi con la Banca del tempo e le visite in strutture dei ragazzi delle Magliette gialle del Comune.
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