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Sandro Bassi - Dopo la pausa invernale riapre la Grotta del Re Tiberio, la più celebre fra le oltre 230 cavità carsiche della Vena del Gesso. Isolata sulla rupe poco sopra Borgo Rivola (Riolo Terme) in un’area compresa nella grande cava di Monte Tondo, la Grotta (o «Tana» secondo l’antica dizione dialettale) è un vero e proprio mito dell’immaginario collettivo: frequentata per millenni, fin dall’Eneolitico, prima come sito funerario poi come luogo di culto delle acque, presenta un primo tratto orizzontale, a galleria, crivellato da vaschette scavate in epoche diverse, comunque protostoriche, e collegate fra loro a formare un sistema di raccolta; a spiegazione di ciò finora si è ipotizzato un «santuario» rupestre dove veniva somministrata acqua ritenuta terapeutica e quindi guaritrice di malattie.
Il ritrovamento, fin dal XIX secolo, di reperti (soprattutto migliaia di vasetti miniaturizzati interpretati come «souvenir» che venivano venduti ai visitatori) sembra avvalorare tale congettura, ma ultimamente non ne sono mancate altre che chiamano in causa una produzione di ocra, ricavabile da noduli presenti negli interstrati di argilla tramite decantazione in acqua. Sia come sia, la grotta è di indiscutibile valore archeologico, antropologico e naturalistico: presso l’ingresso sopravvive una rara stazione di Cheilanthes persica, felce orientale presente in Italia solo sui gessi fra Monte Mauro e, appunto, il Senio.
«Restaurata» con un lungo lavoro che comprese rimozione di detriti, scavi per completare le indagini archeologiche e realizzazione di un sentiero d’accesso, la Grotta è stata aperta al pubblico una decina d’anni fa con una formula interessante: visite guidate gratis ogni sabato e domenica (rispettivamente alle 15.30 e alle 10 e alle 15.30) dal 1 aprile al 31 ottobre e a pagamento, invece, in altri momenti. Le visite coprono i primi 60 metri della cavità, cioè dal cavernone d’ingresso fino al «Duomo» o «Sala Gotica», oltre la quale è necessaria attrezzatura speleologica; la grotta si sviluppa infatti in una serie complessa di cunicoli per oltre quattro chilometri; escursioni apposite, su prenotazione (retiberio@atlantide.net o 335.1209933) possono essere organizzate anche nelle viscere profonde, altrimenti per il tratto «turistico» bastano scarponcini e abbigliamento comodo. Le visite durano 90 minuti e prevedono un massimo di 20 persone per cui la prenotazione è consigliata.
«Abbiamo già aperto, fin dal 3 marzo - spiega una delle guide, lo speleologo casolano Andrea Benassi - e per questo mese solo nei festivi; da aprile in poi ci saranno anche i sabati. Nel 2018 ci sono stati oltre 2mila visitatori ma per il 2019 prevediamo un aumento visto che tra i servizi ci saranno anche visite notturne (la prima venerdì 26 aprile alle 21), escursioni abbinate grotta-cava (sabati pomeriggio) e laboratori didattici per grandi e piccoli ogni domenica alle 17».
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