Ravenna, torna «Il Tempo Ritrovato» alla Biblioteca Classense
Tornano gli appuntamenti autunnali di ScrittuRa con Il Tempo Ritrovato, la rassegna letteraria curata da Matteo Cavezzali alla Biblioteca Classense di Ravenna.
Apre la rassegna il 6 ottobre alle 17.30 Régis Jauffret, scrittore marsigliese vincitore del Premio Goncourt, il più prestigioso riconoscimento della letteratura francese. Descritto come scrittore della follia e della crudeltà, mette in scena, in romanzi ispirati a eventi realmente accaduti, personaggi segnati da "sofferenza, umiliazione, rapporti di dominio, desideri repressi".
Régis Jauffret nasce a Marsiglia nel 1955. Debutta come scrittore nel 1985 con Seule au milieu d’elle. Il primo successo arriva nel 1998 con Histoire d’amour. Nel 2003, con Univers, univers, che si aggiudica il Prix Décembre, e soprattutto dopo il 2005, con Asiles de fous (che vince il Prix Fémina), e con Autobiografia (Clichy 2022), che sconvolge critica e pubblico, Jauffret diventa una delle voci più importanti della letteratura francese contemporanea. Tra i suoi numerosi libri, oltre ai due volumi di Microfictions (2007 e 2018, Clichy 2019 e 2021, che si sono aggiudicati il Prix Goncourt del racconto), sono da ricordare Giochi di spiaggia (2002), Lacrimosa (2008), Il banchiere (2010, Clichy 2018), Claustria (2012), La ballade de Rikers Island (2014), Dark Paris Blues (2010, Clichy 2016), Cannibali (2016, Clichy 2017), Papà (2019, Clichy 2020), Le dernier bain de Gustave Flaubert (2021).
Il suo ultimo romanzo “1889” (Clichy) racconta l’infanzia di Adolf Hitler.
Jauffret dialogherà con Matteo Cavezzali e la giornalista e traduttrice Federica Angelini.
Si prosegue mercoledì 23 ottobre alle 17.30 con Alberto Rollo, autore finalista del Premio Strega e uno dei più importanti editor italiani, torna con “Billy il cane” (Ponte alle Grazie). Tra gli ontani, gli aceri, i castagni e le balze erbose dell'estate, Billy il Cane si muove non visto verso una meta che conosce lui solo: ha consumato il suo tempo. Si sottrae fieramente al consorzio umano, come la sua profonda ferinità gli impone. I suoi tutori lo cercano e lui, fratello della notte, inciampa con la memoria nella sua vita da cane: rivede l'infanzia disgraziata, l'ingresso nella casa del balzano terzetto dei suoi tutori che lo hanno strappato alla strada, la biblioteca del tutore dove ha ‘assaggiato' la carta di tanti libri e per osmosi ha imparato la sua lingua. E poi le sfide, le risse, i morsi, gli amori e soprattutto la rabbia che sempre ha abitato il suo bellicoso cuore smargiasso, impaziente di avanzare nel mondo. Il piccolo cane con la lettera maiuscola se ne va, con le orecchie di velluto puntate verso il cielo, per continuare a sentire tutto, eterno come eterne sono le vite di chi ha molto vissuto.
Il 30 ottobre sarà ospite della rassegna Federica Manzon con “Alma” (Feltrinelli), romanzo finalista del premio campiello. Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”. A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita.
Mercoledì 6 novembre Antonio Franchini, autore del romanzo finalista al premio Campiello “Il fuoco che ti porti dentro” (Marsilio). "Il fuoco che ti porti dentro" racconta la vita e la morte di Angela, una donna dal carattere impossibile. Una donna che incarna in maniera emblematica tutti gli orrori dell’Italia, nessuno escluso: «il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l’egoismo, l’opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell’ignoranza, il rancore...» Questa donna era la madre dell’autore. Il romanzo è un’indagine nella vita, nelle passioni e negli odi di una donna, alla ricerca di una spiegazione possibile.
Il 27 novembre la rassegna porta a Ravenna l’autrice torinese Marta Aidala che si è fatta notare con il suo brillante esordio “La strangera” (Guanda). Prendere la propria vita e andare - per capire se stessa, trovare un futuro, non scendere più ma restare. Sono questi i motivi per cui, una mattina di maggio, Beatrice lascia Torino per trasferirsi tra le montagne. Quelle montagne che, ne è certa, sono donne anche se spesso recano nomi maschili. Donne come lei, che appena arrivata al rifugio del Barba, un uomo burbero dal passato misterioso, si sente respinta, in quanto fumna e strangera. Marta Aidala ha il coraggio di una voce limpida che lascia parlare i gesti e gli accadimenti, i rumori del bosco, gli odori, la luce di un cielo alto sopra le cime. Aida dialogherà con Silvia Masi, direttrice della Biblioteca Classense.
Tutti gli appuntamenti si svolgono alle 17.30 alla Sala Muratori della Biblioteca Classense, sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
La rassegna è realizzata da ScrittuRa Festival con la compartecipazione di Apt Servizi Emilia Romagna, il sostegno dell’Amministrazione comunale e la collaborazione dell’Istituzione Biblioteca Classense e della Libreria Dante di Longo.