Ravenna, ripartono i concerti al Socjale e al Cisim, ma sarà un autunno complicato

Romagna | 17 Settembre 2021 Cultura
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Federico Savini
Ci risiamo. La musica dal vivo torna ad essere la Cenerentola delle priorità italiane. Dopo un’estate piena fino a scoppiare di eventi dal vivo, all’arrivo dell’autunno uno dei settori che ha più hanno sofferto la pandemia si ritrova in una situazione formalmente immutata rispetto alle regole imposte nella fase pre-vaccinale. Mentre all’estero si percorrono strade di sperimentazione sul versante dei concerti «ad accesso greenpassato», in Italia ancora vigono le disposizioni su capienze limitate, sedute e distanziamento, che com’è facile intuire colpiscono incassi e marginalità già risicate, oltre a ridurre verosimilmente l’appeal dell’idea stessa di «passare la serata ad un concerto».
Non di meno, non foss’altro per recuperare date previste già l’anno scorso in un cartellone di rilievo regionale come Crossroads, nella nostra provincia ripartono in settimana due locali importanti come il Teatro Socjale di Piangipane e il Cisim di Lido Adriano, diversi per storia e per utenza eppure accomunati non solo dall’amore indefesso per la musica dal vivo, ma anche dalle contingenze avverse e dalla tendeza a diventare spazi polifunzionali: il Cisim, infatti, da sempre affianca alla programmazione live una corposa attività socio-educativa-laboratoriale per i giovanissimi, mentre il Socjale ha ospitato iniziative volontaristiche e in queste settimane una produzione di Ravenna Teatro.

TEATRO SOCJALE
Giovedì 23 settembre il Teatro Socjale di Piangipane riapre al pubblico con la «musica mélangé» di Paolo Fresu, che si presenterà in scena per il recupero di una data del Centenario insieme al chitarrista Bebo Ferra e in un doppio spettacolo: alle 20.30 il primo set e alle 22.30 il secondo. Questo per venire incontro alle esigenze imposte dal Covid e dalle norme sulla capienza, che si aggira intorno ai 120 posti.
Per il momento al Socjale sono previste anche altre due date di notevole spessore per recuperare gli eventi persi causa Covid nella stagione del centenario curata da Christian Ravaglioli: si tratta di Enrico Rava con Roberto Taufic (atteso il 20 novembre) e il trio di Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite, che il 4 dicembre tributeranno il repertorio di Lucio Dalla nel concerto «L’anno che verrà».
Dal Socjale per il momento assicurano che, nonostante le difficoltà legate al periodo e ai regolamenti, una nuova stagione è in lavorazione e sarà presentata in novembre.

CISIM
Il primo concerto al chiuso al Cisim di Lido Adriano è in programma già venerdì 17, con il progetto Koralle del producer romagnolo Lorenzo Nada (noto come Godblesscomputers) insieme al visual artist Andrea De Franco. Venerdì 24 (sempre per i recuperi di Crossroads) al Cisim suonerà anche il grande Flavio Giurato, mentre per il 2 ottobre è già fissata la presentazione di «Ballate di ferro», nuovo album del cantautore di Forlimpopoli Giacomo Toni.
«Le regole sui concerti per il momento sembrano non tener conto del Green Pass, a parte il fatto che appunto si può entrare solo con vaccino o tampone recente - spiega Lanfranco “Moder” Vicari, direttore artistico del Cisim -. In altre zone del mondo, il Green Pass ha cambiato gli scenari per gli eventi, permettendo concerti senza sedute e allentando i limiti alla capienza, mentre in Italia tutto è fermo. Non mettiamo in dubbio la difficoltà di legiferare su questi temi, ma pensavamo che il vaccino potesse cambiare la situazione. Sembra che la musica dal vivo sia nuovamente tornata nel dimenticatoio».
L’altra attività del Cisim sono i corsi per giovani e giovanissimi. «Un rischio che corrono i giovani è rimanere tagliati fuori dalla socialità - aggiunge Moder -. Per quanto riguarda i laboratori, ai minorenni è riconosciuto il diritto di frequentarli anche senza Green Pass, ma non è così per i maggiorenni. Ci stiamo organizzando, con l’occhio puntato ai nuovi decreti, ma non vedo un piano per il ritorno a qualcosa che potremmo chiamare “normalità”».
Un problema enorme e internazionale, le cui ricadute, però, colpiscono anche la socialità nella dimensione più quotidiana. E con lei il mondo dello spettacolo. «Stanno cambiando molte cose - spiega Moder -. Molti operatori del settore hanno cambiato lavoro, i locali si stanno ridimensionando e lo stesso futuro della musica dal vivo, specie per gli artisti di medio richiamo, è a rischio. Intendo persone che non fanno milioni su Spotify e non passano in radio, ma riuscivano a vivere di musica come professionisti, spesso con stili e qualità artistiche poco compromesse per il mercato mainstream. Giacomo Toni, che sarà da noi il 2 ottobre, è uno di questi. Lui riesce a concentrarsi sulla grande musica che crea grazie al fatto di suonare dal vivo. Viviamo un momento schizofrenico, perché siamo reduci da un’estate densissima. I musicisti hanno suonato ovunque, ad ogni condizione. Adesso, però, si torna al chiuso e nessuno si muove, a partire proprio dai promoter. Ci sono concerti da recuperare da oltre un anno e l’idea stessa di un concerto in mascherina, seduti e distanziati, non ha grande appeal, inutile negarlo. Quindi ci si torna a chiudere in casa, con Netflix e Spotify, che garantiscono introiti solo a prodotti mainstream. Questo mette a rischio la fascia media di mercato di cui parlavo, quella in cui spesso si annida il meglio. Le nuove generazioni stanno perdendo il concetto stesso del “concerto che mi ha cambiato la vita”, che per me era un punto fermo. Voglio credere che presto o tardi un ritorno alla normalità ci sarà. A quel punto, spero sarà rimasta la voglia di uscire e ritrovarsi. Credo che le discoteche saranno le prime a beneficiarne. Ed è pure giusto, sono state le più colpite in assoluto».
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