Ravenna, il nuovo coordinatore di Avvocato di Strada: "Sempre più italiani"

«Ho accettato perché è doveroso essere in prima linea per aiutare le persone bisognose. E tra di loro, in prima fila, ci sono quelle senza fissa dimora». Michele Muscillo è il nuovo coordinatore dello sportello ravennate di Avvocato di Strada, l’associazione nazionale che supporta sul piano giudiziale ed extragiudiziale, a titolo gratuito, chi non ha un tetto. Entusiasta del suo nuovo incarico, Muscillo tiene lontani i personalismi: «Vorrei davvero mettere in risalto che il lavoro che facciamo è possibile grazie a un gruppo volenteroso di persone: otto avvocati, due segretarie che si occupano in maniera stabile dell’attività amministrativa e una decina di volontari. Lo sportello è aperto, al momento, il primo e il terzo venerdì di ogni mese, dalle 15 alle 17, in via Cavour 6. Sarebbe molto bello farlo crescere e ampliarlo, perché le richieste sono in aumento».
Lo scorso anno l’associazione, a Ravenna, ha seguito trenta pratiche che hanno riguardato persone italiane nel 20% dei casi: «Ci hanno chiesto aiuto, in generale, per vicende di natura familiare, a volte riguardanti figli minori, di problemi di successione, di difficoltà nel conseguimento del permesso di soggiorno. Capita anche che ci chiedano informazioni su dormitori e le mense, in quel caso indirizziamo gli utenti verso le associazioni che si occupano di questo. Abbiamo, infatti, la fortuna di essere inseriti in una rete di soggetti ampia, funzionante e abituata allo scambio. Una rete che, per esempio, di recente ci ha consentito di partecipare alla raccolta di materiale scolastico per i bambini bisognosi lanciata dal Comune». Nei primi sei mesi sono statu aperti 23 casi: «Stiamo riscontrando un aumento degli accessi da parte degli italiani: se si perde il lavoro, se si diventa poveri, se si viene sfrattati, si perde la residenza. E da lì, a catena, si perdono moltissimi altri diritti: all’assistenza sanitaria, alla ricerca di un lavoro, alle misure di integrazione salariale, al voto». Fino a oggi, a Ravenna, non ci sono stati casi riguardanti la negazione dell’iscrizione anagrafica: «Questo ci induce a pensare che il Comune di Ravenna si adeguerà alla giurisprudenza che è stata prodotta finora a Bologna, dove Avvocato di Strada ha vinto in prima grado e dove il reclamo del Ministero è stato dichiarato inammissibile. Nei prossimi mesi, anche qui in città, seguiremo alcune persone su questa tematica e ci renderemo conto degli indirizzi. Speriamo si possa procedere, come avviene da altre parti, al riconoscimento della residenza fittizia, che consiste nel verificare se una persona – pur in assenza di una fissa dimora – vive stabilmente in un territorio, magari appoggiandosi a dormitori e case di amici e le può quindi essere concessa la residenza in una via che non esiste».