Ravenna, il coordinatore di uno dei reparti Covid: "L'età si è abbassata"
Silvia Manzani
«Da un paio di settimane l’età dei pazienti si è abbassata notevolmente. Oggi la presenza dei giovani è molto più forte rispetto ai prima, stiamo ricoverando persone tra i 40 e i 70 anni». Alessandro Graziani coordina, all’ospedale di Ravenna, uno dei cosiddetti «reparti Covid», quello che si trova al quinto piano della Chirurgia e che non è l’unico del «Santa Maria delle Croci», in questa fase della pandemia, a essere coinvolto nella gestione dell’infezione.
Dottore, vi aspettavate questo nuovo trend?
«Non lo avevo messo in conto, anche se devo dire che per molti versi siamo ancora davanti a qualcosa di nuovo e spesso non abbiamo le conoscenze per prevedere i cambiamenti. La sensazione, a volte, è quella di affrontare tutto come fosse la prima volta. Andiamo dietro alle novità e spostiamo, mano a mano, il focus della nostra ricerca e del nostro intervento. Ora, per esempio, siamo davanti a una recrudescenza della malattia, che in generale sta modificando la capacità recettiva dell’ospedale e le competenze del personale medico di capire il problema».
Le persone più giovani hanno una sintomatologia diversa rispetto alle persone più in là con l’età?
«No, si tratta come al solito di sintomi respiratori e febbrili. E se da un lato chi è più giovane può avere risorse maggiori per guarire e recuperare, dall’altro lato un’età più bassa non significa necessariamente stare meglio. Abbiamo pazienti giovani ma, comunque, piuttosto impegnativi».
Quanti posti letto prevede il suo reparto?
«Venticinque. Non siamo certo rappresentativi di tutto l’ospedale, anche perché sebbene dotati di diverse apparecchiature, non siamo una subintensiva, né tantomeno una rianimazione. Vediamo, insomma, solo una fetta del problema, anche se inseriti in una rete assistenziale che vede insieme la Terapia intensiva, la Pneumologia, le Malattie infettive ».
Di giovanissimi, in questo periodo, ne ha visti?
«Al momento non abbiamo pazienti ventenni. Ne è capitato qualcuno in novembre».