Ravenna, Flavio Caroli alla Classense

Romagna | 16 Ottobre 2020 Cultura
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Venerdì 16 ottobre, alle 18 nella sala Dantesca della Biblioteca Classense, Flavio Caroli aprirà il XLVII ciclo degli Incontri Letterari del Centro Relazioni Culturali del Comune di Ravenna con il suo ultimo libro La grande corsa dell'arte europea. Viaggio nella bellezza da Van Eyck a Kiefer, edito dalla Mondadori.
Apre il nuovo ciclo degli Incontri Letterari del Centro Relazioni Culturali Flavio Caroli, celebre e rinomato storico dell’arte moderna e contemporanea, personaggio televisivo e straordinario divulgatore di arte e cultura. Il pubblico ravennate, che ad ogni ritorno a Ravenna del celebre concittadino affolla la sala, ha imparato a conoscere quello stile peculiare ed avvincente con cui il professor Caroli riesce a comunicare mirabilmente il frutto di una vita di studio e passione per l’arte. Purtroppo l’emergenza sanitaria in corso rende necessario il distanziamento e i posti della sala dantesca dove si svolgerà l’incontro sono disponibili solo su prenotazione 0544.482227 - crc@comune.ra.it. Tuttavia sarà possibile seguire la serata attraverso la trasmissione in diretta streaming sul sito www.vivadante.it del Comune di Ravenna o sulla pagina fb Ravenna Cultura.
Prendendo spunto da un'esperienza di vita vissuta di una memorabile lezione all’università, il grande maestro Roberto Longhi mise nel proiettore due diapositive, l’Adamo ed Eva di Van Eyck e l’Adamo ed Eva di Masaccio. Le mostrò un paio di volte agli studenti, poi sentenziò: «L’arte europea comincia così...», senza aggiungere altro. Contemporanee eppure diametralmente opposte, quelle due immagini rivelano la nascita del «pensiero in figura» nel vecchio continente nei suoi due ceppi, quello fiammingo, il cui destino è prima di tutto luce, e quello latino votato alla corporeità e al peso della figura. Da questo ricordo personale Flavio Caroli prende le mosse per raccontare i capisaldi dell’arte europea. Lo stile è quello di sempre, appassionato e poetico, e a parlare sono le opere stesse, che si inseguono e susseguono in un dialogo ininterrotto, o meglio, in una corsa dove le diverse nazioni sembrano contendersi il primato. Così, dopo aver tenuto saldamente la testa della corsa, grazie ad artisti come Bruegel, Rubens e Rembrandt, alle soglie del mondo moderno osserviamo fiamminghi e olandesi lasciare il passo alla grande ritrattistica inglese di Gainsborough e Hogarth. Mentre poi Goya corre fuori dagli schemi e inglesi e tedeschi si contendono il Romanticismo, ecco i francesi andare in fuga: dalla rappresentazione romantica dell’uomo-eroe che si staglia contro la natura nei quadri di Delacroix, fino al ciclone parigino e alla grande stagione impressionista e postimpressionista, pronta a sbaragliare le file artistiche europee con le «ombre colorate» di Monet, la «verità dello sguardo» di Degas o le tele di Cézanne. Ma già è tempo di una nuova sfida, tutta novecentesca, lungo il crinale che divide la figurazione dall’astrazione, con Kandinskij, e oltre. Tra sorpassi, grandi volate e leggendari fuoriclasse, il racconto prende vita attraverso opere straordinarie ospitate oggi nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo. Un viaggio sorprendente che trova la sua conclusione perfetta ai giorni nostri, nell’opera di Kiefer, l’artista che più di altri raccoglie i tratti vincenti dell’arte europea: la potenza tedesca, il futurismo russo, l’eleganza francese, la sapienza italiana. In un’epoca di totale obsolescenza e precarietà, La grande corsa dell’arte europea ci ricorda il nostro dovere di gratitudine verso capolavori imprescindibili, che ci fanno sentire un po’ eterni e che «a noi destinati a identificare il senso della vita con la poesia e con la bellezza» regalano gioia e appagamento durevoli.

Flavio Caroli è nato a Ravenna, il 9 marzo del 1945 ed è considerato uno dei maggiori critici e storici d’arte del nostro Paese. Dopo essersi laureato in Lettere presso l'Università di Bologna, ha iniziato ad insegnare nello stesso ateneo, per poi trasferirsi al Politecnico di Milano in qualità di professore associato. La sua carriera accademica lo ha poi portato a rivestire incarichi sempre più importanti. Buona parte del suo ormai trentennale lavoro è stato dedicato ad una lunga e metodica indagine con la quale ha cercato di ravvisare l’influsso della linea introspettiva nell'arte occidentale. Un lavoro che lo ha visto affermarsi in qualità di organizzatore di mostre molto rilevanti sia in Italia che all’estero.

 
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