Ravenna, Ceroni (Università adulti): «40 anni di ‘Bosi Maramotti. Il 70% degli iscritti sono donne, in aumento»
Elena Nencini
Nata nel 1995 con 693 associati l’Università «Bosi Maramotti» per la formazione permanente degli Adulti conta oggi 444 iscritti, in leggero rialzo rispetto allo scorso anno, confermando, così, un’inversione di tendenza rispetto al post pandemia. Sarà Antonio Patuelli, presidente del Gruppo La Cassa di Ravenna, a inaugurare questo anno accademico con una relazione su «L’economia oggi e domani» sabato 9 novembre alle 10 alla sala Muratori della Biblioteca Classense. 40 le proposte di corsi a Ravenna, 4 a Russi, 8 laboratori, 5 corsi di lingua e 10 conferenze queste le offerte per il 2024-2025. Con il presidente della «Bosi Maramotti», Guido Ceroni parliamo di traguardi raggiunti e degli obiettivi futuri.
Perché all’inaugurazione dell’anno accademico si parla di economia?
«E’ uno dei nodi non sciolti di una realtà non solo italiana, ma internazionale, complessa e caotica, con una situazione pesante per ampi strati di popolazione e un’incertezza nelle prospettive. Anche le vicende politiche più recenti lasciano spazio a grandi interrogativi. Uno di questi, naturalmente, riguarda la sfera europea dove non mancano problemi anche in paesi tradizionalmente forti come la Germania».
La «Bosi Maramotti» inaugura il 40esimo anno di attività. Cosa è cambiato in questi decenni?
«Tutto. Abbiamo passato il secolo, l’età pensionabile è cresciuta, la società italiana è invecchiata e conseguentemente l’età media dei nostri corsisti è salita. Anche il covid ha comportato alcuni mutamenti, sia nella propensione a stare a casa sia nelle offerte culturali online che prima non erano conosciute. Questo non ci ha impedito di fare formazione permanente a centinaia di corsiste e corsisti ogni anno, grazie allo sforzo di innovazione che abbiamo prodotto e grazie alle attività delle nostre volontarie e coordinatrici dei corsi che ci consentono di parlare ad adulti maturi che hanno spiccate curiosità intellettuali. Lo dimostra l’andamento delle iscrizioni di quest’anno che è in crescita con 444 corsisti che aumenteremo ancora prima della fine dell’anno. Sono state attivate già 897 iscrizioni perché in diversi frequentano più corsi».
Qual è il vostro pubblico di riferimento?
«La grande maggioranza dei corsisti, al 70%, sono donne, diplomate o laureate. Chi ha la scuola dell’obbligo rappresenta una minoranza degli iscritti a differenza dell’inizio. L’università degli adulti, infatti, è nata proprio come corso rivolto alle classi sociali meno scolarizzate. Lo scopo principale di chi si iscrive oggi, anche da quello che leggiamo nei questionari, è il desiderio di appagare delle conoscenze, delle curiosità culturali che le persone non hanno potuto soddisfare nei lavori che facevano, pur essendo acculturati. Da complemento dell’istruzione siamo diventati un completamento delle conoscenze culturali».
Progetti futuri?
«Le offerte di corsi on line sono diverse, ma la consumazione passiva di prodotti formativi e culturali non pare assimilabile alla presenza fisica di più persone che ascoltano, che hanno la possibilità di interagire con chi svolge la docenza, ma anche con le altre persone presenti. Frequentando hai la possibilità di creare relazioni, nuove o già in atto, puoi arricchire la tua coscienza critica e non fermare le tue facoltà intellettive. Infine, puoi sentirti ancora “vivo”, attivo, in salute. Ogni anno si aggiungono docenti e corsi “nuovi”, ovvero tematiche mai affrontate o di attualità o all’attenzione dell’opinione pubblica».