Ravenna, Bonaccini presenta il suo libro e ricorda: “Fate il vaccino”
Ospite alla sala rossa del Pala De Andrè di Ravenna per presentare il proprio libro, “La destra si può battere”, il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha parlato di elezioni - trattando anche le ultime tornate elettorali a Faenza e Imola - ma, ovviamente, anche di sanità: dalla pandemia ancora da sconfiggere alla necessità di continuare ad investire sulla sanità pubblica. Il presidente non ha mancato di ricordare l'importanza, per le categorie a rischio e gli over 65, di fare il vaccino, “anche se non servirà, nello specifico, a combattere il Coronavirus, ma di sicuro aiuterà ad irrobustire le difese”. Ieri sera, nell'ora e mezza in cui ha incontrato il pubblico, rigorosamente distanziato e con la mascherina, il presidente ha ripercorso i mesi di campagna elettorale incalzato dalle domande della nostra giornalista Federica Ferruzzi, secondo cui «il libro di Bonaccini è un libro che “arriva” a ciascuno di noi per la capacità del presidente di raccontare i colpi subiti (spesso molto bassi) e quelli inferti (sempre con grande correttezza) all'avversario in quei mesi, di scrivere di dubbi e dissidi che sono gli stessi che attanagliano ognuno di noi quotidianamente. Tolstoj diceva che se si vuole essere universali occorre parlare del proprio villaggio, ed è per questo che le parole di Bonaccini “vanno a segno”: parlando di sé, il presidente parla dell'Emilia-Romagna e quindi di ognuno di noi». Più che un governatore, Bonaccini si considera un sindaco, un primo cittadino che intende stare sul territorio, come dimostrano gli 800mila chilometri percorsi in lungo e in largo e le 328 bandierine apposte in ognuno dei comuni della regione che compaiono sulla cartina del suo ufficio, a testimonianza dei luoghi frequentati da oltre cinque anni a questa parte. Bonaccini ha parlato della sorpresa nel riscoprire che si poteva scendere in piazza (luogo scelto per presentare la propria candidatura) e del confronto con le sardine - «ci ha legato una stima reciproca ma abbiamo sempre scelto di non incontrarci se non alla fine della campagna elettorale» -, ma ha trattato anche l'importanza dell'istruzione e dello sport, delega che nel 2015 scelse di tenere per sé e che ha portato a quella che poi è stata la prima legge regionale in materia - «gli investimenti hanno portato effetti “ a cascata” di cui hanno beneficiato, nel tempo, altri settori come quello edile» -. Guardando ai prossimi mesi, il presidente sembra escludere un nuovo lockdown, ricordando come si debba imparare a convivere con il virus per scongiurare disastri economici, «ma per fare questo serve davvero la responsabilità di oguno di noi».