Dopo il sindaco sono intervenuti Guido Ottolenghi, direttore Confindustria Nazionale; Angelo Colombini, vice segretario generale Cisl nazionale; Marco Granelli, vice presidente nazionale Confartigianato; Manuela Trancossi, Cgil Ravenna; Paolo Burioli, Cna Ravenna; Maurizio Don, segreteria nazionale Uiltec; Mauro Basurto, Confimi; e il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che ha dichiarato:
“Da Ravenna e dall'Emilia-Romagna arriva oggi un segnale molto forte al Governo: stralciate una norma che uccide il settore, bloccando il lavoro e gli investimenti. Si apra immediatamente un tavolo, come abbiamo fatto qui. Servono ascolto e confronto. Ci sono le condizioni per imboccare con più forza la strada della conversione energetica, come stiamo già facendo in Emilia-Romagna e a Ravenna, senza distruggere il lavoro e senza aumentare la dipendenza energetica del nostro Paese”.
"Nella nostra regione il settore vede impegnati 1000 imprese per 10000 occupati, quello del governo è un atto ideologico - ha sottolineato invece Stefano Bonaccini, presidente della nostra Regione -. Il nostro obiettivo è che alla Camera venga cancellato questo provvedimento. Se non succederà siamo pronti anche a ricorrere alla Corte costituzionale, viste le evidenti problematiche che il testo votato presenta. In Italia serve un Piano energentico nazionale, il governo si confronti con i territori, si apra un Tavolo di confronto fra le parti, noi ci siamo".