Ravenna, arriva la «Vetrina della giovane danza d’autore»

Romagna | 10 Settembre 2024 Cultura
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Dal 12 al 14 settembre 2024, nell’ambito della XXVI edizione del Festival Ammutinamenti di Ravenna, è di scena la Vetrina della giovane danza d’autore, piattaforma nazionale di emersione della nuova generazione di artisti e artiste nell'ambito della danza contemporanea e di ricerca italiana che vede protagoniste le creazioni di 15 autori e autrici selezionati tramite call nazionale dai partner del Network Anticorpi XL, la rete italiana dedicata alla promozione della giovane danza d’autore che conta ad oggi 41 partner di 17 regioni.

L’edizione 2024 intreccia linguaggi, formati e poetiche di 15 giovani autori e autrici selezionati dai partner del Network per l’innovatività e l’originalità della ricerca e del linguaggio artistico, la coerenza e chiarezza della struttura coreografica e drammaturgica e per l’interpretazione e la sensibilità scenica del cast coinvolto. Dopo aver seguito un ciclo di incontri online, da giugno a settembre, i selezionati presenteranno i loro progetti a Ravenna e avranno la possibilità di entrare in dialogo con operatori e operatrici del settore attraverso momenti di incontro, confronto e condivisione a loro dedicati.

I/le selezionati/e di questa edizione sono:
Simone Lorenzo Benini, (e poi entrarono i cinghiali)
Antonio Cataldo, Superfici discontinue
Ottavia Catenacci, Gossip Body
Mariangela Di Santo, KLORE
Teodora Grano, DAUGHTERS
Michael Incarbone, FALLEN ANGELS
Giovanni Insaudo, I have seen that face before
Claudio Larena, Spint - Quasi caduta
Collettivo Macula, Amelia
Roberta Maimone, Wonder, Love
Gianni Notarnicola, KAMA
Gaetano Palermo, SWAN
Alessandra Ruggeri, HÀ-BI-TUS
Maria Giulia Serantoni, AGITA - Il corpo elettrico
Carmela Eliana Stragapede, AMAE

Giovedì 12 settembre la prima giornata della Vetrina inaugura (ore 16.30, Artificerie Almagià) con Ottavia Catenacci che presenta Gossip body, la danza di un corpo che ospita ricordi, fantasie e segreti, sospeso tra finzione e realtà. Lo spettacolo nasce dal desiderio di esplorare la narrazione attingendo alle relazioni umane come materiale di composizione. Ottavia Catenacci è una danzatrice, coreografa e performer marchigiana. Ha studiato danza contemporanea presso la Scuola del Balletto di Toscana. è laureata in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Urbino e con un BFA in Danza e Coreografia presso la Danish National School of Performing Arts di Copenhagen. Con il suo lavoro fotografico e video ha contribuito a diverse mostre collettive.
A seguire, negli spazi di Fondazione Sabe per l’Arte (ore 17.30 e in replica 18 e 18.30), l’autrice e performer Teodora Grano, è in scena con Daughters, racconto di un legame familiare situato fuori dalla biologia. Attraverso elementi di scrittura coreografica e letteraria, mette in discussione la concezione univoca dell’essere figlie, e riflette su relazioni a cui manca ancora la definizione: ciò che rimane scoperto da una parola. La ricerca indaga il rapporto tra scrittura e danza. Non solo due linguaggi, ma anche due corpi, trattati come materia. Teodora Grano ha lavorato senza residenza stabile nel campo del teatro, del circo, della performance e della danza. Dal 2018 lavora stabilmente per CollettivO CineticO, ha lavorato per Alessandro Sciarroni. La sua ricerca si basa su una letteratura futura, in cui il rapporto tra scrittura e corpo metta al centro dell’indagine la lettura, come dispositivo di visione e posizionamento dello sguardo.
Il palcoscenico del Teatro Rasi ospita invece in serata (dalle ore 20.45) tre spettacoli. In apertura, il coreografo Giovanni Insaudo presenta I have seen that face before, un’immersione profonda nel mondo interiore dell’interprete che esplora il delicato istante tra la fine di una performance, il ritorno dei danzatori sul palco e l’incontro con il pubblico. Un’analisi delle possibilità fisiche e cinematografiche contenute in quei 15 secondi che passano tra il termine di una performance e gli applausi. Giovanni Insaudo è coreografo e fondatore del collettivo di danza I VESPRI. Insaudo funge da piattaforma creativa che lo spinge in un viaggio di auto-scoperta, permettendogli di forgiare un suo linguaggio artistico e una sua identità del movimento.
Roberta Maimone porta in scena Wonder, Love, lavoro che esplora il regno dell’amore impossibile, investigando le sfumature della malinconia e il profondo senso di solitudine che esso evoca. La narrazione segue un personaggio mentre si interroga sulla propria realtà, immerso nell’atto nostalgico di sognare ciò che è appena fuori portata.
Roberta Maimone è un’artista italiana attualmente residente nei Paesi Bassi. Fonda Memic Project, progetto interdisciplinare che unisce danza, teatralità, elementi visivi e sonori che indaga temi profondi come l’identità, i traumi e le lotte umane universali, utilizzando umorismo, fantasia, sogni e realtà per trasportare il pubblico in mondi emozionanti e ricchi di significato.
La giornata si conclude con AGiTA- Il corpo elettrico della coreografa e danzatrice Mariagiulia Serantoni, spettacolo di danza, voce e suono che indaga il concetto di “agire” osservando cosa spinge un corpo femminile a mettersi in moto. Attraverso pattern musicali frammentati, rumori, oscillazioni e crescendo, il progetto dispiega un metaforico universo elettrico alla ricerca di cosa significhi agire o essere spinte ad agire. Mariagiulia Serantoni è un’artista, performer e coreografa il cui fascino per l’interazione tra suono e corpo permea le sue fantasie creative. È guidata da un desiderio sinestetico di capire che rumore fa il moto, del corpo e dell’anima. Consegue una laurea in coreografia e ricerca presso il Master Exerce, ICI-CCN, Montpellier (2022) e un diploma presso la Scuola di Teatro Paolo Grassi, corso di teatrodanza, nel 2009.
 


Venerdì 13 settembre, la seconda giornata dedicata alla Vetrina della giovane danza d’autore ha inizio con due performance ospitate nella sale del MAR – Museo D’arte della Città di Ravenna. Alessandra Ruggeri con HÀ-BI-TUS esplora profondamente il tema dell’identità, ponendosi domande fondamentali su cosa costituisce veramente il nostro essere. L’autrice riflette su come distinguere tra la nostra vera essenza e le sovrastrutture che ci vengono imposte da società, cultura e contesto sociale. Alessandra Ruggeri si forma e specializza nel 2011 presso il NOHA – Nation of Human Arts, un percorso di contaminazione tra danze urbane e danza contemporanea. Nel 2018 si diploma all’UDA Urban Dance Academy di Roma. Dal 2018 danza nella DaCru Dance Company di Marisa Ragazzo e Omid Ighaní e collabora a vari progetti indipendenti.
A seguire (ore 17.30) il coreografo Antonio Cataldo è in scena con Superfici discontinue attraverso il quale indaga il ruolo pratico ed emozionale che gli aggeggi e rituali protettivi esercitano in relazione a quelli nocivi o pericolosi. La performance si sviluppa da un approccio ribaltato ai dispositivi utilizzati dal performer, il quale maneggia ginocchiere, gomitiere, guanti chirurgici sterili e chiodi come oggetti sconosciuti, privandoli del loro utilizzo pratico e tentando di comprendere nel profondo cosa implichi il bisogno di sentirsi al sicuro nell’affrontare un percorso potenzialmente insidioso. Antonio Cataldo, nato nel 2002 a Bari, comincia gli studi di danza classica e moderna fin da bambino, proseguendoli durante tutta l’adolescenza. Nel 2020 si trasferisce in Israele per studiare danza contemporanea presso la Kibbutz Dance Company, per poi continuare gli studi presso la Maslool School of Contemporary Dance di Tel Aviv. Lavora come danzatore freelance. Dal 2024 risiede a Venezia dove frequenta il corso di Arti multimediali presso l’Università IUAV di Venezia.
Alle ore 18.30 Piazza Kennedy accogliere Swan di Gaetano Palermo, una performance per spazi pubblici che si ispira all’assolo La morte del cigno che Michel Fokine coreografò per Anna Pavlova nel 1901. Da questo prende le mosse un lavoro che oltrepassa le tradizionali definizioni di danza e di teatro e che utilizza la pratica sportiva mettendola a tema sul piano formale e concettuale. La scena è una scena qualunque: una giovane ragazza sui pattini si allena ascoltando della musica in cuffia e si riprende live con il proprio cellulare. Come rinchiusa in una bolla, si libra con trasporto e ostinazione in traiettorie ellittiche ritornanti. Gaetano Palermo (Catania, 1998) è artista, coreografo e regista con base a Bologna. La sua ricerca indaga l’ontologia della performance al confine tra realtà e finzione. Studia filosofia a Bologna e Teatro e Arti Performative all’Università Iuav di Venezia. Nel 2023 vince Biennale College Teatro – Performance Site Specific con la performance Swan, vincitore anche del bando Danza Urbana XL e Dancescapes Mobility Grant. Sempre nel 2023 è vincitore del bando ERetici – Le strade dei teatri. Nel 2024 gli viene assegnato, insieme a Michele Petrosino, il premio CosmoGiani della Regione Emilia-Romagna settore Patrimonio Culturale per la performance Still.
In serata (ore 20.45, Teatro Rasi) è sul palco KLORE, lavoro di Mariangela Di Santo, nato dall’esigenza di sottrarre la tradizione dalle proprie radici e farla rifiorire nella contemporaneità. Punto di partenza è la tarantella lucana, sottile incantesimo mimico del corteggiamento amoroso. Il lavoro indaga il folklore, smussando le forme più serrate della tradizione, discostandosi e reinventando. Mariangela Di Santo nasce a Stigliano, nella provincia materana, nel 2002. Inizia gli studi della danza accademica e contemporanea frequentando e conseguendo il diploma presso il Liceo Coreutico nel 2020. Frequenta il workshop UNI-TANZ 2018 e 2019. Sempre nel 2020 si iscrive alla Civica scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, conseguendo il diploma di primo livello accademico in danza contemporanea nel 2023.
A seguire la performance dal titolo FALLEN ANGELS di Michael Incarbone, una sinfonia sui corpi che cadono nel presente, immortalati in una sospensione ipercinetica, tra alto e basso, ascesa e rovina. L’immagine della caduta degli angeli ribelli viene spostata e ricontestualizzata ad un’osservazione su recenti fenomeni musicali (trap e derive: protagonisti, narrazioni, autorappresentazioni, estetiche). Michael Incarbone è artista multidisciplinare, danzatore, performer e autore. Si forma nel dipartimento di danza contemporanea dell’Accademia Nazionale di Danza. È uno degli artisti selezionati per il Nouveau Grand Tour progetto di residenza Francia/Italia sostenuto dal MIC e dall’Istituto Italiano di Cultura Paris. È vincitore del bando “Per chi Crea – SIAE” con una nuova creazione horizon.
È poi il momento del coreografo Claudio Larena che presenta Spintə (Quasi caduta), una performance che nasce da un’indagine attorno all’ambiguità del gesto della spinta, in termini relazionali, individuali e fisici. L’oggetto a cui questa ricerca fa riferimento è l’Altalena, in grado di restituirci una dinamica di movimento specifica ed esclusiva. Claudio Larena, artista, artigiano e performer che spazia tra i linguaggi dell’installazione, della danza e della performance, in contesti artistici contemporanei teatrali, performativi e visivi. Si forma in contesti non accademici prendendo parte a workshop con artisti/e nazionali ed internazionali, con particolare attenzione all’ambito performativo. Le sue ricerche si declinano sempre in diversi formati: la performance urbana e la scrittura scenica, la performance di parola e la ricerca coreografica.
A concludere la serata è il Collettivo Macula con lo spettacolo Amelia, un elogio alla fragilità, un invito a immergersi nella dimensione del ricordo e a lasciarsi attraversare dal senso di vuoto che deriva dalla sua perdita. Due corpi abitano una sedia sola, condividono la propria solitudine cercando di ricordare vissuti, mondi e tempi passati.
Macula è un collettivo di ricerca artistica nato nel 2021 a seguito dell’incontro tra Edoardo Sgambato e Priscilla Pizziol. Nel 2022 l’immaginario sonoro viene affidato al musicista e compositore Walter Laureti. Il loro lavoro si sviluppa a partire da un approccio somatico transdisciplinare, parte dal corpo, fa ricorso ad un impianto teatrale, e può utilizzare alcune tecniche e pratiche derivanti dalla danza e da altre discipline come il teatro, il cinema e il circo. Partecipano all’edizione 2023 del percorso Nuove Traiettorie del Network Anticorpi XL.

Sabato 14 settembre, terza e ultima giornata della Vetrina, prende avvio con due performance (dalle ore 17.30, Teatro Rasi). KAMA, lavoro di Gianni Notarnicola, è un gioco, che ruota attorno alle maniere, i modi, gli stereotipi, come parlare, come muoversi e atteggiarsi. Talvolta un esperimento per capire fino a che punto si possa aggiungere o sottrarre per esprimere qualcosa o se stessi. Gianni Notarnicola, nato nel 1996 a Monopoli, ha ballato per l’Avshalom Pollak Dance Theatre e si è unito al Batsheva Ensemble nel 2019. Nel 2021 si è unito alla Batsheva Dance Company, presentando in anteprima la sua prima creazione come collaboratore insieme a Ohad Naharin, Ariel Cohen e i ballerini MOMO. Nel 2018 ha debuttato come coreografo con DAME e successivamente ha creato il duetto LA BATTAGLIA con il violoncellista Eilon Damari.
A seguire, il lavoro di Eliana Stragapede che con AMAE si interroga sul bisogno di co-dipendenza nelle relazioni umane indagando il desiderio di essere amati passivamente, cercando l’indulgenza dell’altro. Prendendo spunto da esperienze personali, il desiderio è quello di approfondire il comune denominatore alla base di qualsiasi relazione umana.
Eliana Stragapede (1996, Italia) è una performer, coreografa e insegnante freelance con sede a Bruxelles. Ha studiato e si è laureata alla Codarts (Rotterdam). Subito dopo gli studi inizia a collaborare professionalmente con Marina Mascarell e Club Guy & Roni. Nel 2018 è entrata a far parte dello Staatstheater. Dal 2020 fa parte della compagnia di teatro-danza Peeping Tom.
La Vetrina si conclude (ore 21.30, Artificerie Almagià) con il lavoro di Simone Lorenzo Benini dal titolo (e poi entrarono i cinghiali), un vero e proprio urlo, liberatorio ed eccessivo che dalle profondità del polmone corre lungo la trachea, invade le corde vocali e muta. L’esagerazione diventa uno strumento di affermazione e di ricerca sulla libertà, coinvolgimento e partecipazione alla celebrazione dell’ambiguità. Simone Lorenzo Benini (1992) lavora come dance artist tra Italia, Austria e Finlandia. Ha conseguito una laurea con specializzazione in Danza e Performance presso la Salzburg Experimental Academy of Dance (SEAD) a Salisburgo (2022) e una laurea in Fisioterapia presso la Fontys University of Applied Sciences a Eindhoven (NL, 2016). Dal 2021 collabora regolarmente come performer con la coreografa finlandese Elina Pirinen in tutti i suoi ultimi lavori. Nella sua esplorazione artistica, incorpora elementi di improvvisazione, teatro e tecniche somatiche, sperimentando con diversi linguaggi espressivi.


La Vetrina della giovane danza d’autoreeXtra è l’azione del Network Anticorpi XL che mappa le nuove generazioni di autori e autrici della danza contemporanea e di ricerca e ne supporta l’emersione nel panorama nazionale, strumento concreto per sostenere la danza d'autore italiana e promuovere l'eterogeneità di linguaggi, formati e poetiche della giovane scena italiana. L’azione mette in contatto i giovani autori e le giovani autrici italiane, selezionati tramite call, con operatrici e operatori del settore nazionali e internazionali, dando vita a un dialogo tra produzione e distribuzione e offrendo visibilità alla qualità artistica, nel rispetto della pluralità di linguaggi e poetiche che essa rivela.


 
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