Processo Cagnoni, l'anatomopatologo: " Giulia poteva salvarsi"

Romagna | 16 Marzo 2018 Cronaca nera
processo-cagnoni-lanatomopatologo-quot-giulia-poteva-salvarsiquot
"Se l'aggressione fosse finita prima e, soprattutto, se il suo volto non fosse stato sbattuto con violenza contro lo spigolo del muro, la vittima si sarebbe potuta salvare". Questa, in sintesi la tesi dell'anatomopatologo Roberto Nannini, consulente di parte civile per la famiglia Ballestri che, la mattina del 16 marzo è stato sentito in aula alla diciottesima udienza del processo che vede Matteo Cagnoni accusato di aver ucciso a bastonate la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre di due anni fa. Il medico ha sostanzialmente confermato quanto già dichiarato dai consulenti dell'accusa sulle dinamiche dall'azione omicidiaria e i suoi tempi. La vittima è deceduta per un trauma cranico- facciale con grave emorragia e per una concomitante ridotta capacità respiratoria a causa del sangue finito nei polmoni. Nannini ha giudicato il bastone compatibile con le lesioni rilevate sul cadavere della Ballestri ed ha concordato con quanto rilevato dai colleghi consulenti tecnici sulla dinamica dell'azione omicidiaria. "La vittima è stata colpita inizialmente al capo, a sorpresa, da dietro, mentre si trovava sul ballatoio della villa di via Padre Genocchi dove è stata uccisa. Verosimilmente ha cercato di fuggire ed ha sceso le scale per raggiungere il piano terra, non è chiaro se sempre in posizione eretta o se sia anche caduta e, carponi, abbia raggiunto il basso. Non ci è stato possibile ricostruire con esattezza cosa è avvenuto nel salone al piano terra, ma possiamo ipotizzare che la donna abbia perso e ripreso conoscenza più volte e che sia stata spogliata o le sia stato imposto di farlo proprio lì". Il cadavere di Giulia è stato trovato nudo, con il solo reggiseno alzato, nello scantinato e, visto che per terra, sono state trovate impronte di piede nudo, lasciate dalla donna in un ultimo disperato tentativo di sfuggire al suo aggressore, il consulente ha desunto che, in cantina, Giulia fosse già nuda. "La vittima, dal salone, è stata trascinata nello scantinato, ma, nonostante pensiamo fossero passati dai 30 ai 45 minuti dall'inizio dell'aggressione, la donna si sarebbe ancora potuta salvare. Se, infatti, l'aggressione fosse finita, nonostante i colpi già subiti alla testa, agli arti e le tre costole fratturate o dopo una caduta o per un calcio, la donna sarebbe sopravvissuta, anche se i soccorsi fossero arrivati dopo 24 ore. Non aveva ancora lesioni encefaliche dunque mortali. Le lesioni letali che hanno portato al distacco delle ossa facciali dal cranio, alla frattura di naso, zigomi, sfenoide e delle ossa mandibolare e mascellare, sono state provocate dallo sbattimento del suo volto contro lo spigolo del muro dello scantinato". Ed è, infatti, qui che la Scientifica ha trovato un'importante traccia ematica, ancora bagnata, a oltre 70 ore dall'omicidio. Sopra la vasta macchia di sangue, a circa 90 centimetri d'altezza da terra, la polizia ha isolato un'impronta palmare destra che ha attribuito, per comparazione, a Matteo Cagnoni. Secondo l'accusa, l'uomo era accovacciato in terra, si è appoggiato con una mano al muro mentre con l'altra ha sbattuto il volto della vittima che giaceva a terra, contro lo spigolo. Il dattiloscopista consulente giudiziario Salvatore Musio, invece, ha lavorato sulle impronte isolate dalla polizia nella villa trovando sempre più dei 16 punti di contatto che servono per poter dire che due impronte appartengono alla stessa persona. "Confrontando l'impronta palmare destra trovata sul muro dello scantinato e quella sinistra trovata su un vecchio frigorifero sempre in cantina, entrambe intrise di sangue della vittima, con quelle prese a Cagnoni mentre si trovava nel carcere toscano di Solliciano, le ho potuto attribuire a lui con un ampio margine di certezza".
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-processo-cagnoni-l-anatomopatologo-giulia-poteva-salvarsi-n17290 004
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione