Paralimpiadi 2024, la gioia e i programmi della faentina Carlotta Ragazzini: «Una medaglia da sogno ai Giochi, ora Europei e Mondiali»
Luca Alberto Montanari
«Un’esperienza meravigliosa, davvero incredibile, la più bella della mia vita». Carlotta Ragazzini ha ancora il sorriso stampato sul volto quando parla di Parigi, la sua città preferita, dove ha cotonato due sogni in una volta: partecipare alle prime Paralimpiadi e vincere addirittura una medaglia. «Tutti me lo dicevano che sarebbe stata un’avventura unica e indimenticabile, ma quando la provi dal vivo è davvero un’altra cosa. Essere a Parigi era un sogno diventato realtà, vincere la medaglia alla mia prima esperienza è stato ancora più bello ed emozionante. Un traguardo fantastico».
Carlotta, la partenza nel misto con Crosara non è stata positiva. Poi, nel singolare, è cambiata la storia. Come aveva preparato questa gara?
«Nel misto sono uscita al primo turno, ma per fortuna c’era l’altro tabellone. Ho cercato di arrivare a Parigi a mente fredda e senza aspettative. Non sono andata per perdere, ovviamente, ma ho pensato ad altro, come curare l’approccio alle gare, il livello di gioco, le sfide. Era una sfida contro di loro e contro me stessa. Avessi pensato solo alle medaglie, avrei perso di vista l’obiettivo. Io ho pensato alle cose piccole e ai dettagli, il resto sarebbe potuto arrivare di conseguenza».
Quando ha capito di potercela fare?
«Alla medaglia ho sempre pensato il meno possibile, soprattutto ai quarti, che era la gara spartiacque per andare a casa o salire sul podio. Mi sono lasciata andare solo nel momento in cui è finita la partita, mi sono sciolta e tutta l’emozione è uscita fuori. Io sono generalmente fredda, non mi emoziono praticamente mai. In quel momento mi sono commossa. Contro la croata, ai quarti ho vinto 3-0, mentre è stata decisamente più difficile la sfida degli ottavi, che ho vinto 3-2. E’ stata una partita molto impegnativa e sul filo del rasoio, una vera battaglia, molto dura. Avevo vinto i primi due set, poi siamo andate 2-2. Al quinto set abbiamo girato sul 5-3 per lei, poi la mia allenatrice ha chiamato il timeout e da quel momento mi sono ripresa e ho vinto 11-9».
Ha qualche rimpianto ripensando alla semifinale?
«No, non ho nessun rimpianto, sono contenta di come ho giocato. Era una sfidante contro cui non avevo mai vinto, sapevo che sarebbe stata una gara difficilissima. Ma sono contenta di come ho giocato e di come l’ho affrontata, non ero appagata e ci ho provato, mettendo in pratica tutto quello che avevo imparato».
Poi è salita sul podio e ha ricevuto la medaglia di bronzo.
«Un momento che non dimenticherò mai. Solo quando mi hanno dato la medaglia, ho capito di averla vinta. Prima è stato un frullatore di emozioni. Sono state due settimane lunghe, avevo poche partite da giocare ma tutte importanti. Se penso che ho cominciato a giocare solo tra il 2016 e il 2017, posso ritenermi davvero soddisfatta. In questi 7-8 anni ci sono stati tanti miglioramenti. Non ho fatto tutto subito, perché non mi aspettavo neanche di arrivare così in alto. Anzi, quando ho cominciato non ero neppure sicura di giocare a livello agonistico. Questo sport non l’ho cercato, mi è capitato. Sono partita piano, perché ero scettica. Poi qualcosa è scattato e ho capito che sarebbe diventata la mia vita. Allenamento dopo allenamento e gara dopo gara era la strada giusta da percorre. Certo, non pensavo di arrivare a Parigi e soprattutto di vincere una medaglia dopo 7 anni».
Ora cosa c’è nel mirino?
«Nei prossimi anni le competizioni più importanti saranno gli Europei 2025 e i Mondiali 2026. Ora mi riposo, poi ripartiremo con gli allenamenti. Gli Europei si disputeranno in Svezia, i Mondiali in Thailandia».