Motociclismo, il Team Gresini e una doppietta attesa da 19 anni: ora sulle spalle di Marquez c’è il sogno Mondiale
Tomaso Palli
Eppure, pensandoci bene, e senza nemmeno andare troppo indietro nel tempo, lo si poteva già intuire e immaginare che il binomio composto da Marc Marquez e Ducati potesse presto essere vincente. La moto c’era mentre il pilota aveva solo bisogno di ritrovarsi. Lo si era capito subito, da quei primissimi giri nel test a Valencia, al termine della scorsa stagione: pochi tempi cronometrati, per giunta già molto buoni, e quel sorriso a trentadue denti stampato sul viso, rivolto al capotecnico Frankie Carchedi, al rientro nel suo angolo di box. Come a dire, ricordando quel capolavoro cinematografico che è Space Jam: mi ricordo ancora come si fa. E, con il senno del poi, avendo ben chiaro il pilota che è Marc Marquez, abbiamo forse aspettato più del dovuto. Ma dopo la prima, ecco immediatamente la seconda.
DOPO 19 ANNI
Se con il trionfo di Aragon Marquez ha interrotto un digiuno personale che durava da 1.043 giorni, con la prova di forza sull’insidiosissimo Misano, pista che tornerà protagonista il fine settimana del 21 e 22 settembre, lo spagnolo ha aggiornato la statistica del team di Faenza. Con i colori della Garelli anni ‘80 del compianto Fausto Gresini, il Cabroncito ha conquistato la seconda vittoria di fila, un risultato che la squadra di Nadia Padovani non otteneva dal lontano 2005: c’era ancora Fausto, il costruttore era Honda, il protagonista fu Marco Melandri (tra la Turchia e Valencia) che, a fine stagione, chiuse secondo nel mondiale alle spalle di Valentino Rossi. Stesso discorso nel 2004, ma con Sete Gibernau, che fece «doppietta» a Jerez e Le Mans chiudendo sempre alle spalle di Valentino. Chissà che questa volta, a Valencia, l’epilogo non sia differente. Due vittorie diverse, che diventano tre se consideriamo la Sprint Race di Aragon, ma che descrivono la ferocia ritrovata di Marc Marquez, velocissimo ad adattarsi alla nuova moto di un anno più vecchia rispetto ai diretti rivali. Se lo strapotere di Aragon, pista piuttosto favorevole allo spagnolo, ci ha restituito il Marquez in grado di dominare dal primo metro percorso nel weekend fino all’ultimo, la gara di Misano ci ha rinfrescato la mente su quanto il 93 sia abile, sensibile e forse spregiudicato in situazioni di pista incerta, né completamente asciutta e nemmeno completamente bagnata. Superato l’inspiegabile azzardo di Martin, con un asfalto che da umido è tornato ad asciugarsi, ci si aspettava che da un momento all’altro «Pecco» potesse rimontare insidiando il primo posto dello spagnolo.
LA RIMONTA (DOPPIA)
Eppure, Marc ha incrementato il vantaggio vincendo e portandosi a -53 da Martin e -46 da Bagnaia. I punti sono ancora tanti, ma molti di più sono quelli in palio nei prossimi sette weekend di gara. Si riparte da dove si è finito, da Misano, per poi concludere a Valencia. Nel mezzo, tanta Asia e la tappa australiana di Phillip Island. Il meteo, come sempre, sarà un’incognita di questa ultima parte di campionato e il discorso iridato è quanto mai vivo con Marc Marquez che, per risultati ottenuti e forma dimostrata, si è prepotentemente iscritto alla lotta.