Modigliana, il no al progetto del parco eolico sull'Appennino da parte delle comunità
Riccardo Isola - Otto pale eoliche sull’Appennino tra Modigliana, Tredozio e San Cassiano realizzate dall’azienda milane Sky W Ab Srl controllata dalla Statkraft. Otto mega generatori di energia da fonti rinnovambili alti quasi 200 metri, Il tutto creato in una delle zone più fragili del territorio, come testimonia lo stato della situazione dopo gli eventi di dissesto idrogeologico verificatisi nel 2023. Inquinamento elettromagnetico, impatto ambientale e paesaggistico devastante, invasività e invadenza. Sono queste le motivazioni che hanno spinto le tre piccole comunità appenniniche, con a capo quella guidata dal sindaco Jader Dardi, a dire no a un investimento, figlio dell’emergenza energetica nazionale e alle decisioni del governo Draghi, di otre 80 milioni di euro. «La nostra opposizione a questo progetto, che non è certo ideologica e aprioristica, Ha invece diverse motivazioni - spiega il primo cittadino modiglianese -. In primis in relazione al fatto che ne siamo venuti a conoscenza solo a profgetto pronto. Non c’è stato nessun momento preliminare di confronto con l’azienda. poi - sottoliena dardi - e forse è veramente questa la vera problematica, è la sua collocazione. Gli otto punti scelti sono in una parte di Appennino tra i più martoriati da frane e smottamenti. Un luogo, quindi, tutt’altro che sicuro. Vista la durata ipotizzata di vita dell’impianto, circa trent’anni, mette importanti punti interrogativi sulla sicurezza della scelta. Infine - prosegue il primo cittadino - non da meno sono comunque le conseguenze sulla questione dell’impatto ambientale e paesaggistico che queste strutture comportano e portano per il territorio interessato». Quella intrapresa dalle amministrazioni locali sarà una battaglia lunga. «Da informazioni che abbiamo ottenuto da altri territori interessati da questi interventi - spiega il primo cittadino - l’iter autorizzativo si aggira su tempistiche che viaggiano sui tre anni. Quindi se il progetto dovesse andare avanti non partirebbe prima del 2027». non solo, anche i tempi di realizzazione sarebbero abbastanza lunghi. Il cronoprogramma ufficiale presentato dall’azienda parla, infatti, di circa altri due anni visto che si stimano almeno 96 settimane di cantiere. «A tal proposito - aggiunge Dardi - l’impatto del cantiere sarebbe forte. Betoniere, camion, ruspe, trasporti eccezionali si alternerebbero quotidianamente in un territorio che ancora oggi sconta una terribile situazione conseguente al dissesto idrogeologico causato dalle piogge del 2023. Stiamo parlando di un 8,5% dell’intero territorio comunale interessato da frane e smottamenti, comprese strade, parliamo - sottolinea il sindaco - di 8,5 chilometri quadrati di superficie». Adesso l’iter prevede Bisogna però essere realistici negli sviluppi del progetto visto che la «forza» in mano all’azienda per la creazione di impianti di questo tipo, e in Italia, lungo la dorsale appenninica, ne stanno presentando tanti, è veramente concreta e pressante. «La cosda relativamente assurda - conclude il primo cittadino ribadendo la ferma opposizione alla realizzazione del parco eolico - è che anche se la durata di attività dell’impianto sarebbe lunga, circa 30 anni, di fatto è stata scelta un’area che non presenta situazioni e caratteristiche di ventosità così positive. Vogliamo incentivare la produzione green ma ci sono altre strade percorribili che come Comune stiamo comunque pensando di fare, come il potenziamento del fotovoltaico già presente»