Memorie e canzoni sul Senio, dieci brani e dieci storie di Resistenza per celebrare il 10 aprile
Federico Savini
«Raccontare storie di Resistenza alle generazioni che non le hanno vissute era il nostro principale obiettivo, visto che purtroppo per un fatto anagrafico tra non molto perderemo il filo diretto con la voce viva dei testimoni di quei giorni terribili. La canzoni su quelle storie potrebbero aiutare a contenere le perdine di questo inevitabile distacco dalle testimonianze dirette. Se poi, oltre a questo obiettivo, ne centreremo altri, sarà tutto di guadagnato. Già così siamo soddisfatti della qualità dei brani. Non era scontato che ne venisse fuori un vero disco. L’abbiamo fatto perché crediamo nel suo valore». Le parole di Matteo Mingazzini, uno dei cervelli pensanti di Primola, l’associazione cotignolese nota soprattutto per l’Arena delle Balle di Paglia ma che è promotrice di tanto altro, a cominciare dalla camminata Nel Senio della Memoria, sintetizza così il progetto delle «Canzoni sul Senio», che da pochi giorni è diventato un disco fisico (stampato su cd dall’etichetta Brutture Moderne) e dal 10 aprile sarà ascoltabile attraverso Spotify.
Quest’anno la camminata che riuniva in eventi conviviali persone da tutte le città del Senio nella giornata del 10 aprile (quella in cui gli Alleati superarono il fronte del fiume, con le città sul lato sinistro della Linea Gotica che come noto paragono un prezzo altissimo in termini di distruzione) non si potrà fare, o per lo meno «Non con la formula conviviale e pieni di eventi degli scorsi anni – spiega Mingazzini -. Lungo il fiume, che resta percorribile in solitaria o in piccoli gruppi di congiunti, ci sono allestimenti artistici e fotografie di Lorenzo Tugnoli, premio Pulitzer di origine romagnola. L’allestimento resterà un mese, ma alcune opere rimarranno strutturalmente sull’argine anche dopo».
Negli scorsi anni, Primola ha commissionato ad alcuni artisti romagnoli un ventaglio di vicende resistenziali da trasformare in musica, sulla scorta del brano Vendemmia di Enrico Farnedi. «È la cellula da cui è nato tutto – aggiunge Mingazzini -. Enrico aveva questa bellissima canzone e a noi parve perfetta proprio come spunto per crearne altre. A lui va un ringraziamento particolare, perché ha seguito tutto il progetto, suggerendoci anche gli altri artisti da contattare». Sono così nate otto canzoni inedite (il cd arriva a 10 con quella di Farnedi e un’altra, già edita ma pertinentissima e quindi inclusa, del veterano Vittorio Bonetti), suonate negli anni anteprima proprio sul Senio il 10 aprile, e poi registrate in studio per entrare a far parte della raccolta che esce oggi.
«Ogni canzoni rafforza le altre in un quadro d’insieme - commenta Matteo Mingazzini - e le differenze stilistiche fra gli autori, che noi abbiamo proprio cercato, sono un punto di forza. Una raccolta troppo omogenea sarebbe suonata retorica e forse anche noiosa, come venisse ‘imposta per dovere’. Le diverse anime in campo compongono un affresco anzitutto umano e creativo molto ricco. E c’è anche un brano recitato in dialetto da Gianni Parmiani, accompagnato dagli archi di Nicola Nieddu. Gianni era titubante, all’inizio, per il fatto di non essere un cantante, ma poi la contestualizzazione del suo pezzo l’ha convinto».
Oltre ai già citati, fra le «Canzoni del Senio» sfilano la voce sospesa di Francesca Amati dei Comaneci, fra dilatazioni che odorano di psichedelia e ammiccamenti brit-folk (anche in lingua) che non stonano mai, accanto alla ballata da cantastorie in punta di plettro di Giacomo Scudellari e alle circospezioni rebetiko di Eloisa Atti (inquieta cronaca della vita in una città occupata), e ancora il delicato carillon di Mara Luzietti, oasi di luce vera in mezzo alle nubi della guerra, che oscurano il cielo degli amanti condannati e cantati con trasporto da Riccardo Lolli. A Moder e Francesco Giampaoli il compito di inserire la lingua musicale del rap fra le ansie e le macerie della Linea Gotica, mentre Giacomo Toni riesce nel miracolo di evocare proprio il canone dei vecchi inni partigiani (anche nelle parole scelte con una minuzia che gronda rispetto) con una forza e una chiarezza d’intenti che commuove anche nel 2021. Proprio come l’avrebbe fatto 75 anni fa, cantando di un giovane partigiano che imbraccia il fucile lasciando mamma e fidanzata, e riannodando così il loro destino a quello di tutta la Nazione. Per la libertà di chi verrà dopo di noi.
Il disco uscirà su Spotify il 10 aprile. Per acquistare il cd si può scrivere a info@primolacotignola.it.