Massa Lombarda, grazie al Lavoro dei contadini e Slow Food nasce la confettura della Pesca bianca dal «Buco Incavato»
Riccardo Isola - A quasi quattordici anni dalla prima riuscita pubblica della Pesca bianca dal Buco incavato di Massa Lombarda, resasi possibile grazie a una festa organizzata a fine agosto del 2010, un ulteriore passo in avanti per la promozione, salvaguardia e commercializzazione di questa memoria ortofrutticola è arrivata. Grazie all’impegno dell’associazione «Il Lavoro dei Contadini» e Slow Food condotta di Godo e Bassa Romagna è stata messa in vendita la composta (confettura) realizzata con questo frutto che ha caratterizzato la peschicoltura romagnola fino agli anni ‘50 del secolo scorso. In questi anni arrivando a circa l’1% della peschicoltura territoriale e quindi con la possibilità di perdersi definitivamente. Basti pensare che negli anni ‘70 si è raggiunto appena lo 0,2%. Oggi la riscoperta. In totale nel territorio compreso tra Massa Lombarda e Bagnacavallo i produttori che hanno oggi un quantitativo di piante capaci di creare un micro mass acritica sono circa quattro. In totale si superano per poche decine di unità le cento piante. Ognuna in media produce finoa un massimo di circa 40 Kg di prodotto per pianta con pezzature che in media arrivano a 180/200 gr. Si tratta dei massesi Lugi Marconi, Desiderio Martini e Cesare Bartoli a cui si aggiunge la bagnacavallese Rita Contessi. Questa pesca si caratterizza per essere un frutto molto declicato, soprattutto alla manipolazione, e con precoce deperibilità aveva bisogno di un’idea nuova per poter tornare a far parlare di sé. L’intuizione e la sua realizzazione arriva nell’agosto del 2022. La Condotta Slow Food Godo e Bassa Romagna, Il Lavoro de Contadini e Il Lavoro dei Contadini in Romagna - Comunità Slow Food, predispongono a tal fine un progetto di trasformazione della Buco Incavato attraverso l’utilizzo del frutto per la realizzazione di confetture, succhi e succhi concentrati. Il tutto presentato poi, con grande apprezzamento del pubblico, all’evento torinese di Terra Madre di Slow Food. Da allora a oggi le referenze si sono concentrate per lo più sulla produzione delle confetture arrivando, nel 2024, alla produzione, curata dall’associazione Il lavoro dei Contadini, di 600 barattoli. Altro importante aiuto per dare forma a un messaggio di sostanza e di tutela della biodiversità e della cultura agricola del territorio romagnolo, arriva dall’Isia di Faenza, realizzando un progetto di packaging a posta per questa produzione. Nasce così, sotto l’egida del marchio GustoDì, le relative proposte di etichette, box e altro materiale da confezionamento la linea tradizionale, con disegni ispirati alle tele romagnole. Per poterne trovare testimonianza in vasetti per ora ci si può recare alla Sangiovesa a Santarcangelo di Romagna, dove l’associazione ha realizzato una versione speciale per il ristorante da 320 gr, oppure all’interno dello spazio «Le Botteghe» di Faenza in via Pistocchi. Inoltre in programma i promotori di questa iniziativa hanno in mente di riuscire a stipulare ulteriori accordi con ristoranti, negozi, come per esempio la Cab di Brisighella, e bar che in Romagna, ma non solo, vorranno aderire al progetto della Buco Incavato. Grazie alle sue caratteristiche difficilmente riscontrabili nelle altre varietà oggi presenti sul mercato, si parla di un profumo infenso, una polpa spicca (nocciolo non aderente) e soda, e soprattuttoi il suo sapore che dal dolce virà leggermente all’acidulo sprigiona un ventaglio aromatico difficilmente conosciuto nelle varietà oggi in commercio. Inoltre rispetto alle coltivazioni contemporanee e intensive, questa pianta e frutto, salvo situazioni eccezionali, non necessita di particolari e numerosi trattamenti. Una cosa, questa, che aumenta anche la sua sostenibilità in ambito agricolo e ambientale. Sostenibilità, in questo caso anche di natura economica, che inizia a esserci. Vista l’esigua e limtata produzione territoriale e la particolarità di essere prodotto di nicchia, fresca e appena raccolta, è una pesca che si vende sui 2/3 euro al chilogrammo.