Lugo, Sfinge sotto il 10%, difficoltà per i rimborsi degli alluvionati

Romagna | 30 Ottobre 2024 Cronaca
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Federico Savini
«All’inizio si parlò di 60mila famiglie alluvionate e 14mila imprese, tutti con contributi da chiedere alla piattaforma Sfinge oltre i 5000  euro del Cis. Dopo un anno, le domande pervenute sono meno di 4mila. Siamo qui per capire cosa frena gli alluvionati». L’interrogativo del colonnello Carlo La Torre non è retorico, anche se il quantitavo di dubbi emersi nel corso dell’incontro che la Struttura commissariale (La Torre è capo unità della Ricostruzione Privata ed era accompagnato da tecnici della Regione e di Invitalia) ha organizzato lunedì 28 ottobre alla rocca di Lugo con cittadini alluvionati e periti fa capire che, insieme ai dati laconicamente forniti dal colonnello in apertura, qualche cosa sta arrancando nella macchina dei rimborsi. Forse più di qualche cosa.
Chiarita la disponibilità della Struttura commissariale ad incontrare le persone per affrontare sul campo le situazioni più spinose, La Torre ha fatto esempi di casi disciplinati dopo le segnalazioni di cittadini, periti e associazioni di categoria, invitando a non fare disinformazione, a non temere il funzionamento della piattaforma Sfinge sulla quale le domande si possono re-inoltrare ed integrare, e a non scoraggiarsi.
Questo perché le difficoltà ci sono eccome, e sono state testimoniate appunto sia dai cittadini che dai periti intervenuti. A cominciare dal fatto che il più importante interrogativo posto da un cittadino di Traversara, quello su come funzioneranno i rimborsi per l’alluvione 2024 e per chi ne ha subita più d’una, per il momento non ha risposte. E pure sulla possibilità di utilizzare il credito di imposta (eventualmente anche per farsi anticipare dalle banche il 50% dei lavori per danni gravi strutturali che al momento la Struttura commissariale anticipa su preventivo appunto solo al 50%, per poi saldarli a rendiconto, cioè una volta conclusi i lavori) le risposte definitive arriveranno probabilmente non prima di un mese.
Non poche tra le difficoltà segnalate durante l’incontro vertono proprio sul fatto che il continuo susseguirsi di ordinanze rende necessario integrare e revisionare, anche dopo mesi, le domande inoltrate via Sfinge.
I tecnici hanno ad esempio precisato che i danni «riconosciuti» sono solo una parte del totale, quindi quando si parla di rimborso al 100% si intendono proprio questi (ad esempio non le automobili alluvionate). I prezzi dei lavori da rimborsare vengono poi verificati dai tecnici di Invitalia confrontandoli con il prezzario regionale delle opere pubbliche e questo può bloccare alcune domande, sovrastimate nei costi.
La Struttura commissariale è al lavoro anche per disciplinare i casi di doppia alluvione, circa 2000 secondo il colonnello, nei quali non è possibile dimostrare fotograficamente il completamento dei lavori nuovamente compromessi dalle acque. A proposito di foto, è stata ribadita la loro importanza, che però non è determinante, dato che fanno fede anche le perizie e le ordinanze di sgombero.
È stato poi posto il caso di aziende alluvionate con all’interno macchine in riparazione di altre aziende (in questo caso si chiede si verificare prima l’eventuale presenza di un’assicurazione ordinaria, che però in genere manca per alluvione, e i documenti di consegna delle macchine), è stato chiarito che per i beni mobili l’ordinanza 31 non è per il momento ancora operativa ma lo sarà presto, e che i fondi previsti (che non sono 6mila euro come spesso si generalizza, ma 3200 per la cucina e 700 per ogni altro vano) sono distinti da quelli del Cis. Un perito ha poi sollevato dubbi di ordine meramente economico, testimoniando come ad un tecnico occorra circa una settimana per periziare un caso su Sfinge; si tratta di un costo che, ad esempio, famiglie lughesi con 10-12mila euro di danni non si sono sentite di affrontare.
Al netto di tutto, che la Struttura commissariale - che per inciso sta facendo incontri di questo tipo in tutti i centri maggiori colpiti dall’alluvione - intenda accogliere gli stimoli esterni (ad esempio quello di Coldiretti sullo snellimento dello schema di rendicontazione) per migliorare l’efficacia di Sfinge è emerso con chiarezza, anche se un po’ di sfiducia nell’aria si è percepita.
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