Le voci dei Gruppi di vicinato di Ravenna, Faenza e Bassa Romagna: «Provincia sicura e controllata: truffe in aumento, furti in calo»
Elena Nencini
Un territorio fondamentalmente sano quello che emerge dalle parole dei gruppi di vicinato, gruppi organizzati di cittadini che si dedicano in maniera assolutamente volontaria alla prevenzione del crimine e degli atti vandalici all’interno di un quartiere, tramite chat e ronde. Calo di furti negli appartamenti a Ravenna, nella Bassa Romagna il territorio potrebbe fare meglio, l’Unione Faentina è in attesa della nuova app.
CANTARELLI (SOS RAVENNA): «IN CALO I FURTI IN CASA»
Roberto Cantarelli, Sos Sicurezza, presenta un quadro di una rete di vicinato molto ben collegata, che conta 46mila utenti non solo su Ravenna, ma anche Forlì, la vallata del Lamone, Meldola, Pieve Sestina: «Abbiamo 58 chat solo su Ravenna, i furti negli appartamenti sono diminuiti, le nostre segnalazioni, i nostri consigli, gli allarmi sono stati proficui, posso dire che c’è stato un calo del 25-30%. Invece sono in forte aumento le truffe e le aperture delle macchine. È un problema generale anche su Forlì e su altre zone della Romagna». Tante le segnalazioni infatti su macchine aperte senza scasso, continua Cantarelli: «Grazie ad apparecchi tipo jammer, che copiano la frequenza delle chiavi aprono le portiere senza scassinarle alla ricerca di qualcosa da rubare: in una serata nella zona di via Atalarico ne hanno aperte 14».
Cantarelli rileva invece come fenomeno in grave aumento quello delle truffe: «Truffe di ogni genere, dai finti vigilantes alla famosa telefonata del familiare che ha avuto un incidente e ha bisogno di denaro, passando a finti venditori, falsi operatori di Hera o di Enel. Ma parliamo di truffe anche per persone che si presentano come venditori di anelli d’oro e altri preziosi che si infilano in casa mentre un complice entra per rubare nelle altre stanze. Importante la collaborazione con le forze dell’ordine e l’estensione delle reti di vicinato sul territorio». Una rete importante spiega il coordinatore di Ravenna Sos: «Specialmente per il forese dove abbiamo diverse chat, molto utili perché i malviventi nelle zone di confine saltano da una zona all’altra con diverse infrazioni e dove i tentativi di furto sono aumentati. Una tipologia di furto che non passa mai è quella delle biciclette, spiega Cantarelli: «In un mese su 50 rubate ne troviamo una ventina, ma molti non fanno le denunce e i magazzini sono piene di biciclette ritrovate». Tra i progetti in campo conclude il responsabile di Sos Ravenna: «Stiamo sviluppando una nuova lista delle segnalazioni dei simboli usati dagli zingari, un vademecum per mandarlo nelle nostre chat. Inoltre prepariamo dei corsi per i nostri referenti dove spieghiamo come devono essere fatte le le notifiche alle forze dell’ordine. Infine vorremmo entrare in contatto con le parrocchie per spiegare bene cosa facciamo».
BRAVI (BASSA ROMAGNA):
«SI POTREBBE FARE DI PIU’»
Roberta Bravi è diventata la presidente dell’associazione nazionale controllo di vicinato, ma è partita proprio dal territorio della Bassa Romagna: «Abbiamo cominciato nel 2015 insieme ad altri colleghi partendo da Lugo e dai territori vicini». E sottolinea come, anche quest’anno continuano: «I furti in abitazione, la zona di campagna di Voltana è spesso attenzionata dai ladri, ma anche in città, dipende dai periodi. Diciamo che vanno di pari passo sia il forese che la città in quanto a furti. Per quanto riguarda le truffe sul nostro territorio sono sicuramente meno: non tanto i tentativi di truffe, ma gli episodi andati a buon fine sono pochi perché abbiamo istruito i cittadini a non fidarsi di chi vende piante o altro porta a porta. Così come le vendite pro bono che poi non sono tali. Diversi anche i tentativi di truffa on line come la telefonata del figlio che si è fatto male, il classico messaggio del ‘ho cambiato numero di telefono, fammi un bonifico’».
Importante il lavoro fatto sul territorio continua Bravi: «Abbiamo realizzato incontri formativi per tenere preparate le persone: quando viene presentato un gruppo di vicinato, gli si spiega in cosa consiste il progetto, diffondiamo delle buone pratiche. La prima segnalazione arriva dal semplice cittadino che vede qualcosa di sospetto e lo segnala sulla chat, poi il capogruppo decide se passare la segnalazione alle forze dell’ordine».
Ma secondo Bravi si potrebbe fare di più, specie avendo un osservatorio su quello che succede nelle altre regioni: «Come controllo di vicinato il territorio funziona bene, le persone sono formate, capaci di segnalare, sanno cosa segnalare, ma si può fare di più, possiamo migliorare l’illuminazione che conta moltissimo per prevenire, controllare le persone che vengono da fuori. La nostra provincia ha delle buone potenzialità, certo da noi ci sono numeri molto inferiori rispetto a Milano, ma proprio per la sua conformazione si potrebbe fare di più con la prevenzione, do un 6 e e mezzo».
L’ASSESSORE BOSI: «UNA NUOVA
APP PER L’UNIONE FAENTINA»
Erano nati nel 20134 i primi gruppi di vicinato di Faenza arrivando a toccare quota 30 gruppi e coinvolgendo un migliaio di persone, la pandemia ha fermato tutto, seguita poi dall’alluvione, che ha colpito alcuni territori proprio mentre l’amministrazione comunale di Faenza e la polizia locale della Romagna Faentina avevano cominciato a presentarla ai gruppi di vicinato. La nuova app si chiama Fatamtam, strumento individuato per segnalare la presenza di persone sospette nel territorio e fa parte delle progettualità stilate nel protocollo d’intesa con la Prefettura di Ravenna e i comuni. L’assessore alla sicurezza del Comune di Faenza Massimo Bosi parla della nuova app che funzionerà su tutti i comuni dell’Unione faentina: «Dal 2023 abbiamo iniziato a mettere in contatto i gruppi già esistenti e Fatamtam andrà a sostituire piano il vecchio sistema. Avevamo cominciato a presentarla nei diversi gruppi di vicinato poi è arrivata la terza alluvione, nel frattempo la stiamo migliorando. Nel corso dell’incontro i residenti della zona che non sono ancora iscritti al nuovo sistema di controllo di vicinato, potranno sottoscrivere la modulistica. Quando saranno tutti iscritti saranno dismessi i vecchi gruppi ma fino a quel momento continuano a funzionare. Ad oggi sono una trentina i gruppi nati nel territorio dell’Unione con circa 2.000 iscritti. La nuova app, a differenza del precedente sistema, permetterà di allegare, oltre al messaggio di testo, anche una foto scattata fornendo una segnalazione più puntuale. Sarà il capogruppo a decidere l’importanza della segnalazione e se merita di essere inviata alle forze dell’ordine. Evitiamo così inutili segnalazioni».
Infine Bosi sottolinea come: «Ho chiesto una maggiore copertura alla polizia locale per novembre e dicembre quando aumentano i furti in appartamento, anche se genericamente possiamo dire che Faenza dimostra di avere un rapporto di qualità della vita buono, con una microcriminalità bassa. Ci sono state alcune segnalazioni di tentati furti in occasione dell’alluvione e del post con appartamenti vuoti, o materiali edili nuovi comprati per sostituire quelli danneggiati».
Ma non a tutti piace la nuova app come spiega Attilio Pelliconi, vice presidente del gruppo di vicinato Centro Nord: «Nella mia chat eravamo 130-140 iscritti, ma quando con la nuova applicazione del Comune è stato richiesto di firmare i moduli per la privacy, in molti hanno deciso di non aderire. Direi che al momento si è iscritto un decimo delle persone del gruppo originario, ma così non ha senso. Oltretutto secondo me le persone devono poter segnalare direttamente alle forze dell’ordine, senza far passare i messaggi al referente. wSe un cittadino ritiene di assistere a un fatto grave deve chiamare le forze dell’ordine».