La ravennate che vive a Chicago: "Il 3 novembre spero nella svolta"
«Siamo tutti con il fiato sospeso. Il risultato di queste elezioni è decisivo per la direzione futura che questo Paese prenderà. Tutti aspettano l’esito con grande trepidazione anche se le due parti hanno aspettative diverse e opposte». Anna Maria Fantuzzi, ravennate, fondatrice scuola italiana «Enrico Fermi» di Chicago, dove si è trasferita insieme alla famiglia nel 2002, è preoccupata rispetto alle presidenziali del 3 novembre: «La divisione del Paese in due è netta, non c’è spazio per alcun dialogo costruttivo tra le parti. Le cause sono tante ed includono il potere dei social media e il clima politico di divisione che ha creato il presidente Trump. Ho un giudizio molto negativo sul suo conto. A mio avviso è un pericolo per la decenza degli Stati Uniti, le sue istituzioni democratiche, la convivenza pacifica, il rispetto della dignità umana di rifugiati e immigrati, il rispetto dell’ambiente e la cooperazione internazionale. In questo momento, inoltre, manca una direzione chiara a livello federale sulla gestione della pandemia. La speranza è che dopo Trump le cose migliorino. A questo punto chiunque sarebbe meglio di lui. Biden, in ogni caso, mi sembra un rappresentante degno di rispetto». Se Fantuzzi si aspetta una vittoria del candidato democratico, non è così serena: «L’esito delle elezioni del 2016 non lascia così tranquilli sulla attendibilità dei sondaggi». Per la donna, oggi, le priorità su cui lavorare sono diverse: «Ovviamente il Coronavirus e la necessità di una gestione coordinata dell’emergenza sono un problema urgente per il Paese. Ad esso si affianca, urgentissima, la forte tensione sociale: è ormai chiaro come sia necessario cominciare a risolvere gli evidenti problemi di razzismo e di ineguaglianza sociale. Sono necessarie riforme sistematiche. Importante sarebbe arrivare anche a una riforma delle leggi che regolamentano l’immigrazione e la condizione di milioni di immigrati illegali che vivono da anni negli Stati Uniti. Infine, ma non meno importante, è il problema della riforma sanitaria, riguardo alla quale ancora si discute se il diritto alla salute sia o meno un diritto umano inalienabile». Da italiana emigrata oltre Oceano, Fantuzzi a volte guarda ai parallelismi tra sistema statunitense e sistema italiano: «Nonostante la società americana sia profondamente divisa, travagliata e contraddittoria, a volte anche scandalosamente ingiusta, si fonda comunque su un sistema democratico di controllo dei poteri che, nel tempo, può garantire un progresso, anche se sempre limitato rispetto alla complessità della situazione. Il sistema italiano e quello americano sono così distanti tra loro che è davvero molto difficile pensare a una commistione dei due. (s.manz.)