Il futuro dei musei dopo il Dpcm secondo Claudia Casali (Mic) e Maurizio Tarantino (Mar)

Romagna | 06 Novembre 2020 Cultura
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Federico Savini
Nel momento in cui settesere va in stampa non sono ancora del tutto chiare le risoluzioni relative al nuovo Dpcm governativo in contrasto al Covid-19. Ma la chiusura dei musei, che insieme alle biblioteche erano stati «risparmiati» dalle misure che invece bloccavano il resto delle attività culturali italiane, è data per scontata in ogni contesto (e in ogni colore). In questi giorni le opzioni affiorate sulle attività museali sono state molteplici: si è infatti passato da un primigenio annuncio di chiusura totale (poi sostanzialmente confermato) a possibilità più «soft», come la chiusura solo nei weekend o l’eventuale disciplinamento della materia su base regionale, a seconda della situazione epidemica. In ogni caso, l’immediato orizzonte dei musei italiani è quello della chiusura. Per fare il punto della situazione abbiamo quindi contattato i direttori dei principali istituti museali della nostra provincia, ossia Claudia Casali per il Mic di Faenza e Maurizio Tarantino per il Mar di Ravenna.
Al netto dei Dpcm, com’è l’affluenza nei musei in queste settimane?
Claudia Casali: «In questo momento al Mic le persone vengono soprattutto nel fine settimana, per la mostra su Alfonso Leoni e il resto del museo. Abbiamo avuto notevoli riscontri sulle visite guidate con gli allievi che sono sempre sold out coi 30 posti disponibili, e anche le visite guidate della domenica mattina vanno bene, mentre sono appena partite le attività per le famiglie. Durante la settimana, tanto più con le scuole che hanno aperto da poco, l’affluenza è molto scarsa. Per questo la chiusura nel fine settimana per noi sarebbe problematica».
Maurizio Tarantino: «La mostra di Roversi sta andando molto bene, compatibilmente con le restrizioni che comunque ci sono state in queste settimane, tra cui le prenotazioni obbligatorie e il numero massimo per le inaugurazioni, e anche le comprensibili ritrosie di alcune persone a recarsi in luoghi pubblici. La mostra ha ricevuto critiche estremamente favorevoli ed è chiaro che la chiusura la colpirebbe. Se non altro ci siamo dotati di un virtual tour di grande qualità, che finora è stato visualizzato soprattutto come anteprima propedeutica alla visita e ora potrebbe diventare lo strumento che la fa fruire una mostra così bella».
Risultano focolai nei musei a livello nazionale?
Claudia Casali: «Non ci sono casi registrati di focolai riconducibili ai musei. D’altra parte le misure sono efficaci: mani e ambienti sanificati, mascherine, temperatura all’ingresso e così via contrastano l’azione del virus, tanto più in spazi ampi come i nostri. Abbiamo anche modificato i percorsi di visita per distinguere ingresso e uscita e nella sala della mostra di Leoni entrano al massimo 50 persone».
Maurizio Tarantino: «La ratio che sottendente le ultime ordinanze è quella di limitare i movimenti delle persone e i musei sono fonte di movimento. Quindi si chiudono non perché siano fonte di contagio ma perché sono fonte, semmai, di movimento. I musei e le biblioteche sono sicuri quanto i teatri e i cinema, rispettano protocolli rigorosi. Naturalmente spiace chiuderli ma le ragioni sono chiare, non vedo alcun attacco alla cultura».
La vostra attività adesso come si rimodula?
Claudia Casali: «Possiamo già dire che la mostra su Alfonso Leoni verrà prolungata oltre gennaio e poi stiamo lavorando all’allestimento della sezione sul design. Per il momento possiamo lavorare al museo e questo chiaramente apre tante opportunità in più rispetto al lavoro da casa che fu obbligatorio in primavera».
Maurizio Tarantino: «Scommettiamo sul fatto che per lo meno in primavera si possa ripartire. Il Mar già da tempo lavora in quest’ottica, in particolare per organizzare le due mostre di primavera, che saranno assai complesse, con prestiti e allestimenti importanti. Abbiamo tra l’altro già affidato la realizzazione dei virtual tour a una società specializzata».
In termini di ricadute economiche ci sono rischi?
Claudia Casali: «Qualche problema l’avranno tutti i musei. Bisognerà ripensare la gratuità di alcune attività e probabilmente ridurre la promozione. Sui dipendenti per ora cerchiamo di non ricorrere alla cassa integrazione e riformulare il piano di lavoro».
Maurizio Tarantino: «Le chiusure hanno inevitabilmente ricadute economiche e vanno quindi rimodulate le previsioni sulle entrate. C’è comunque da dire che chiudere comporta anche una riduzione dei costi, quindi il danno ci sarà ma per ora non preoccupa.  Il danno vero sta nella semplice constatazione che i musei nascono per essere pieni di gente e se mi passa la battura noi lavoriamo da sempre per crearli, gli assembramenti, nelle sale museali. Questo in condizioni normali, mentre l’emergenza ci ha portati giustamente a cambiare ottica».
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