Massimo Isola* - ‘Settesere’ compie un quarto di secolo e già questa, di per sé, è una bella notizia: un traguardo importante, una sfida centrata e la tappa di un cammino che ha coinvolto decine di giornalisti, l’opinione pubblica, il mondo dell’associazionismo.
Non capita spesso, almeno di questi tempi, che un progetto editoriale, legato principalmente alla carta stampata, arrivi a festeggiare 25 anni di storia, riuscendo a intercettare e interpretare le trasformazioni della società, proponendo linguaggi diversificati fino a quelli digitali. Nonostante dal 1996, anno della sua fondazione, ad oggi, il mondo dell’informazione si sia trasformato radicalmente, la testata è riuscita a navigare in un mare a tratti burrascoso, affrontando momenti complessi che hanno messo a dura prova anche solidi gruppi editoriali. Settesere ha saputo resistere e dopo un quarto di secolo è ancora al centro del dibattito pubblico della nostra città.
In questi decenni lo scenario politico, economico e sociale è profondamente mutato. Il giornale ha saputo raccontare la cronaca ma anche studiare la trasformazione della nostra società e in quest’anno di pandemia appena trascorsa, grazie alla sua credibilità, è riuscito ad essere punto di riferimento autorevole. Da sindaco posso dire che Faenza, grazie al lavoro di Settesere è migliorata. I suoi giornalisti hanno raccontato i nostri territori, alle volte anche con taglio critico, stimolando quel dibattito pubblico che è funzione fondamentale in un paese democratico, ponendosi come elemento di interazione tra la società e le istituzioni. Per questo ringrazio il direttore, la cooperativa e i giornalisti per il loro contributo in questi venticinque anni.
Per moltissimi giovani, Settesere è stata un’importante esperienza formativa a cui anch’io lego bellissimi ricordi personali. Tra i tanti studenti universitari che hanno avuto la fortuna di poter collaborare con il settimanale sin dalla nascita, c’ero anch’io, in un rapporto proseguito per oltre 15 anni. Per me Settesere è stata una palestra di lavoro e di vita che mi ha aiutato a comprendere meglio questa città. Ricordo ancora con emozione quando la posta elettronica era ancora lì da venire e consegnavo alla redazione, che allora si trovava in piazza della Libertà, i miei articoli su floppy disk. Un giorno il direttore, era Claudio Caprara, mi offrì di scrivere in redazione. Tutti i mercoledì raggiungevo in treno Faenza, una grande esperienza sul campo. La possibilità di frequentare la redazione mi servì a stringere legami affettivi con i colleghi ma fu anche l’occasione per poter avere un punto di vista privilegiato sulla città e le sue realtà. Questo mi ha segnato positivamente e mi insegnato tantissimo, sia nella vita di studente che nel proseguo. Tanti auguri quindi a Settesere per il suo venticinquesimo anno dalla nascita sicuro che continuerà ad essere mezzo di dibattito costruttivo per il nostro territorio e palestra per tanti ragazzi che vorranno avvicinarsi a questo splendido mestiere.
*Sindaco di Faenza e presidente dell'Unione Romagna faentina