Faenza,Omicidio Ilenia: la Corte rigetta la richiesta di perizia psichiatrica per il killer Barbieri

Romagna | 09 Febbraio 2022 Cronaca
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E’ sulla figura di Pierluigi Barbieri, il 53enne che il 6 febbraio dello scorso anno uccise Ilenia Fabbri, che si sono concentrate le testimonianze della decima udienza del processo per l’omicidio della donna che vede alla sbarra anche l’ex marito di Ilenia quale mandante del suo assassinio. Hanno riposto alle domande della corte, tra gli altri, lo psicologo Daniele Vasari, la psichiatra Lisetta Favretti e il fratellastro di Barbieri, Gianluca. Quest’ultimo ha raccontato la triste infanzia in quella famiglia violenta dove sia la madre che il patrigno alzavano spesso le mani sul killer di Ilenia, che venne cacciato di casa quando aveva 16 anni. «Nostra madre gli disse che non poteva continuare a litigare con mio padre per colpa sua, quindi Pierluigi andò via e venne ospitato dalla mia madrina. Era agitato, spesso faceva qualche sciocchezza, ma non bisogna necessariamente arrivare alle mani. Invece mio padre usava spesso la frusta, li ho visti diverse volte rotolarsi per terra ed una volta lo legò al tavolo della cucina per vedere se sarebbe stato in grado di liberarsi. Lui rovesciò il tavolo e si ruppe la testa. Nel 2016 ebbe un grave incidente in moto: ricordo che mi chiamarono e mi dissero che gli restavano poche ore, quindi corsi in ospedale a Forlì e per fortuna lo trovai su una barella, malconcio, ma non in pericolo di vita. Mi chiamò un anno dopo per ringraziarmi di essere stata l’unica persona accorsa al suo capezzale». Prima di uscire dall’aula, Gianluca ha chiesto ed ottenuto di potersi avvicinare alla gabbia dov’era rinchiuso il fratello per salutarlo (vedi foto): il killer di Ilenia gli ha preso la testa tra le mani e si sono accarezzati in lacrime. Le violenze subite durante l’infanzia sono state riportate anche dallo psicologo del carcere di Reggio Emilia dove Barbieri scontò una pena di 4 mesi, da aprile ad agosto 2020, e che lo ebbe a colloquio più volte. «Era una persona molto fragile, con un atteggiamento adolescenziale dal punto di vista organizzativo e di sfida nei confronti dei medici. Rilevai un discontrollo degli impulsi e difficoltà a contenere la rabbia. Lui stesso si era definito “infantile, impulsivo”, diceva che non doveva essere contrariato. Mi raccontò che, quand’era ragazzino, era stato più volte picchiato, c’era stato un tentativo di stupro quando aveva 12 anni e che ogni notte si copriva tutto sperando che la madre non entrasse nella sua camera per picchiarlo. Ricordo che aggiunse “io sono impulsivo, ma mi conosco e voi dovete aiutarmi perché non voglio fare uscire l’altra persona che è in me, se no è un casino”». Nessuno dei medici che lo ebbero a colloquio ha riscontrato in Barbieri difficoltà cognitive né sintomi psicopatologici acuti. Ed è forse per questo, alla luce della corposa documentazione medica che i legali di Barbieri hanno già portato alla Corte che questa, in chiusura d’udienza e dopo una breve camera di consiglio, ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica avanzata dai legali del killer di Ilenia. La stessa pm Angela Scorza, prima che la Corte si ritirasse, aveva sottolineato come tutti i medici avessero trovato l’imputato lucido e consapevole del suo problema di gestione della rabbia, alcuni parlando di un disturbo bipolare, altri di un eventuale disturbo borderline della personalità, ma escludendo tutti un disturbo psicotico. La prossima udienza, nella quale ci sarà la requisitoria del pm, è in programma per il 23 febbraio, seguiranno poi quelle del 28 febbraio e del 2 marzo fino ad arrivare alla sentenza.(m.c)
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