Faenza, uscì fuori strada e nell'incidente morì il nipote: rinviato a giudizio
Nell'udienza preliminare del 31 maggio in tribunale a Foggia, il gup Antonio Sicuranza, ha rinviato a giudizio Donato Marino, 42 anni, pugliese residente a Faenza, per omicidio stradale e lesioni personali stradali gravissime per aver causato la morte del nipote di appena 8 anni, Ivan Marino e il ferimento del fratello Gianfranco, 43 anni, padre del bambino. Ivan è morto 6 mesi dopo l'incidente avvenuto il 21 gennaio 2018 in provincia di Foggia: Donato, da Callitri doveva andare in stazione a Foggia a prendere l'ex moglie e la figlia così la compagna, il fratello e il nipote si erano offerti di accompagnarlo. Per far prima aveva imboccato la Strada Provinciale 95 in direzione Candela-Cerignola “ in violazione delle norme del codice della strada visto che era interedetta al traffico” come ha scritto il pm, poi aveva perso il controllo della Golf che era piombata in un campo e si era fermata dopo aver carambolato più volte. Nipote e fratello erano stati trasportati d'urgenza all'ospedale di Foggia e il bimbo pareva essersi ripreso, ma nel luglio 2018 era peggiorato ed era morto, come sottolineato dai consulenti tecnici della Procura «per shock settico in ernia diaframmatica post traumatica (aveva riportato, tra le tante lesioni, la frattura del femore, lacerazioni e contusioni polmonari ed epatiche) e in indissolubile nesso causale con l’incidente”. Il papà è sopravvissuto, ma è rimasto per 40 giorni in rianimazione, di cui 21 in coma, a causa del trauma cranico, ha passato mesi in una struttura riabilitativa per le fratture agli arti, alle costole, cervicali, ed oggi ha un’invalidità permanente di almeno il 50 per cento. Fatica a camminare e non può più svolgere il suo lavoro di autotrasportatore. La Procura di Foggia aveva aperto un procedimento penale inizialmente per lesioni stradali gravi, ma a carico di ignoti pocihè i carabinieri, arrivati sul luogo dell'incidente non avevano trovato nessuno al volante, i feriti erano già in fase di trasporto all’ospedale, e Donato Marino aveva riferito di non ricordare nulla del sinistro. La sua compagna, uscita quasi illesa dall’auto, invece aveva detto ai militari che al volante c'era proprio lui, ma questo e altri elementi a suo carico non erano stati ritenuti evidentemente sufficienti dal magistrato. Il fascicolo non era neppure diventato “per omicidio stradale”: una settimana prima che Ivan morisse, il sostituto procuratore aveva formulato la richiesta di archiviazione, “essendo rimasti ignoti gli autori del reato e non appaiono esperibili utilmente altre attività”.
I Familiari del piccolo però si sono affidati a Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini che si è opposto all'archiviazione. Così, a marzo 2019, il gip ha accolto la richiesta restituendo il fascicolo al Pm e disponendo la prosecuzione delle indagini. E il 31 maggio di quets'anno Donato Marino è stato rinviato a giudizio.