Faenza, rinnovata la Consulta degli stranieri, presidente una donna argentina

Sandro Bassi - Si è costituita ed è stata presentata ufficialmente in comune la nuova Consulta delle cittadine e dei cittadini stranieri. Si tratta dell’organo di rappresentanza dei non comunitari residenti nel comune di Faenza la cui finalità principale è la partecipazione alle attività dell’amministrazione comunale perché la consulta, da statuto, può promuovere e gestire «iniziative pubbliche di natura culturale, sociale, ricreativa e sportiva, con l’obbiettivo di sviluppare e divulgare i temi dei migranti e dell’integrazione». La consulta opera attraverso il proprio consiglio, composto da undici membri candidati da altrettante associazioni che a Faenza si occupano di immigrazione ed integrazione. In tutto sono 3 donne e 8 uomini che rappresentano undici nazionalità tutte diverse: Argentina, Marocco, Moldavia, Camerun, Senegal, Cina, Nigeria, Romania, Venezuela e Pakistan. Al proprio interno il consiglio ha nominato un presidente, l’argentina Carina Andrea Busto, un vice, il marocchino Noura Louha e un segretario, il moldavo Petru Lazari. «Inclusione ed intercultura – ha spiegato l’assessore ad Associazionismo e partecipazione Andrea Lucaroni – sono i temi che toccano tutti gli ambiti di intervento, dalla sicurezza al lavoro, dalla casa alla sanità, alla scuola, alle politiche sociali, che la consulta ha iniziato ad affrontare anche attraverso la partecipazione a specifici tavoli tecnici. Per poter lavorare bene la consulta dovrà intanto conoscere il funzionamento dell’amministrazione comunale e il contesto normativo che più direttamente interessa i cittadini stranieri residenti; ovvio che la cosa è reciproca, cioè che ci vorrà anche la conoscenza, da parte della comunità locale, della consulta, del suo ruolo e delle sue finalità». Per la neo eletta presidente Carina Busto «ognuno di noi porta un proprio bagaglio di esperienze, di sogni, di desideri, ma intanto ci mettiamo al servizio della città. Nostra intenzione e favorire gli incontri e demolire gli steccati, fatti di paure o di indifferenza».