Riccardo Isola, Sandro Bassi - Non solo ceramica in città per la seconda edizione di made in Italy. Nel ricchissimo programma di eventi dedicati alla promozione dell’arte maiolicara nazionale, i visitatori, i curiosi e gli amanti dell’espressività artistica avranno comunque altre occasioni per poter farsi un bagno di cultura artistica, da quella street a quella museale passando per estemporanee, iniziative e momenti di approfondimento organizzati in giro per la città.
EVENTI DA BERTACCINI
Sabato 4 e domenica 5 settembre, durante la seconda edizione di Made in Italy, anche la Bottega Bertaccini partecipa con due-mostre-due all’interno e all’esterno della libreria. Si tratta di Karin Putsch-Grassi con «Figulinae - arte ceramica» e Gianfranco Morini detto il Moro e le sue «Forme in movimento». Nelle due giornate ci sarà orario continuato dalle 9 alle 22. Karin Putsch-Grassi è nata a Wuppertal, in Germania, nel 1960, ed è arrivata in Italia nel 1982. Dopo gli studi all’Istituto d’arte di Firenze e al Goldsmiths college di Londra, ha aperto il suo laboratorio di ceramica nel Valdarno. Ha partecipato a diverse mostre collettive e concorsi in Italia, Europa e Asia. Dagli anni ‘80 a oggi le sue opere si sono evolute in una direzione sempre più astratta, seppure le sue idee siano ricavate dalla realtà che le sta intorno. La sua attività si è sempre basata sull’uso del tornio, attraverso il quale si possono creare infinite possibilità artistiche: grandi vasi a sé stanti come anche vasi in miniatura, che solo uniti ad altri piccoli vasi danno un valore all’opera artistica completa. Nasce così la sua nuova linea artistica, le Figulinae, che saranno esposte in Bottega. L’inaugurazione è alle 11 con la presentazione di Domenico Iaracà. All’esterno Gianfranco Morini detto il Moro, scultore e ceramista, provocatorio e paradossale, esagerato e contraddittorio, geniale e volgare presenta oggetti che possono essere gustati con gli occhi ma a guardarli viene una gran voglia di toccarli, di accarezzarli. Le due mostre in programma sono realizzate in collaborazione con la rivista «La ceramica moderna & antica».
ARTE STREET E MURALES
Da anni la street art ha conquistato Faenza. Grazie soprattutto al Distretto A, dal 2010, girando per le vie del centro storico, all’interno del quadrilatero compreso tra i viali Saffi, Garibaldi, Ceramiche e via Mura Mittarelli, si potranno incontrare murales realizzati da diversi artisti che nel corsi di questi ultimi anni hanno lasciato il loro segno «indelebile». Come «Le Muse» di Etnik in piazzetta Zauli, «Il cuoco» di Eime in via Marini, «Terra» di Tellas in via Mura Mittarelli e «La Danseuse» di in via Montalto. Uscendo dal cuore della città, sabato a partire dalle 14.30 saranno inaugurate, alla presenza del campione di basket Marco Belinelli, le due immagini di street art allestite sulle facciate del Pala Bubani, una delle case dello sport della città e simbolo del basket faentino. Ad essere celebrate sono due icone della pallacanestro, una star internazionale e una tutta faentina: Kobe Bryant, conosciuto come ‘Black Mamba’, indimenticata guardia dell’Nba statunitense e Simona Ballardini, simbolo e portabandiera del basket femminile manfredo, che nella sua ultima stagione è riuscita a riportare, assieme alle compagne, la squadra in A1. A realizzare i due murales, due artisti faentini: Andrea Zoli e Nicola ‘Rospo’ Bustacchini.
«CHE LA FESTA COMINCI»
Durante i difficili mesi dell’emergenza pandemica, Francesca Cerfeda, giovane artista napoletana adottata da Faenza, ha deciso di trasformare il suo studio in uno spazio di condivisione, dove invitare giovani artisti emergenti, cercando di fornire alla città un nuovo canale per l’arte contemporanea.
Latte Project Space è una stanza bianca, situata nel cuore di Faenza e sarà luogo di scambio e sperimentazione per l’arte in ogni sua declinazione. Il progetto nasce dall’esigenza di voler supportare i giovani artisti emergenti, dando loro una possibilità di confronto, contestualizzato nello spazio Latte, una vetrina, dove poter raccontare la propria ricerca artistica al centro della città di Faenza. Una sfida, nella quale gli artisti invitati sono chiamati a indagare sulle possibilità del contemporaneo per creare un dialogo tra gli artisti, la città delle ceramiche e i suoi abitanti.
Lo spazio inaugura in questo week-end con due artisti romagnoli il ceramista Alessandro Placci, in arte Pluz, e la pittrice Gionata Scardovi, insieme alle due pittrici Claudia di Francesco e Simona Anna Gentile, che raccontano attraverso le proprie opere i nostri giorni, tracciandone un profilo senza peli sulla lingua, invitando lo spettatore a partecipare ad un’allucinatoria festa di compleanno.
La mostra sarà visitabile dalle 18.30 alle 22, e fino al 13 settembre su appuntamento.
TERRECOTTE DI ROSANNA BIANCHI PICCOLI
Per la prima volta l’Isia apre al pubblico i suoi due spazi più prestigiosi in Palazzo Mazzolani, spazi adibiti ad uffici di presidenza e direzione e ancora con stucchi, camini e soffitti decorati settecenteschi. Lo fa con una mostra pertinente e di assoluto rilievo (inaugurazione venerdì 3 settembre alle 17.30) dedicata all’artista milanese Rosanna Bianchi Piccoli. Classe 1929, tuttora attivissima, Rosanna espone pochi ma ben selezionati pezzi in ceramica: 33 in tutto, realizzati dal 1957 al ’63 e ispirati a quelle «pignatte, orci e pentole da fuoco» che hanno caratterizzato fino al secondo dopoguerra la produzione popolare abruzzese, siciliana e marchigiana; con coraggio da leone, la Bianchi, appena uscita da Brera, intraprese il mestiere – allora storicamente maschile – di designer e di autentica antropologa andando a cercare gli ultimi maestri del tornio e della creta fra i monti di Lanciano, delle Madonie e delle Marche. In un mondo arcaico e segnato da antichi saperi manuali, Rosanna non esitò a sporcarsi le mani, a dormire nei retrobottega, a misurarsi con un artigianato squisitamente «maschio» in tutti i sensi. Naturalmente seppe infondere nei pezzi che lei stessa, su quegli esempi, progettò e forgiò, una poesia intensa e tutta femminile, fatta di delicati tocchi di colore, di pennellate, di riflessi, ma anche di rigore e corposità nelle forme. Ecco allora i piccoli boccali lucidi di manganese che evocano la maestria dei Fabiani di Fratte Rosa, ecco le «pignattine» decorate con ossidi di ferro e rame come Rosanna aveva visto fare a Mastro Zizì Tritapepe in Abruzzo, ecco i piatti, le ciotole graffite, i portacandele e le mattonelle, tutte opere senza tempo e insieme antiche e moderne, povere e ricchissime, con un sapore di fatica quotidiana e di bottega, di terra e di fuoco. Curata da Anty Pansera, promossa da Giovanna Cassese e allestita da Maria Concetta Cossa, la mostra apre in concomitanza con «Made in Italy» ma si protrarrà almeno (è già stata chiesta una proroga) fino al 10 ottobre. Ingresso libero; da lunedì a giovedì 10-17; venerdì 10-14; sabato 4 dalle 10 alle 18 e domenica 5 dalle 10 alle 13.
MIC E' ANCHE INCLUSIONE
Con settembre parte anche il «Mic per tutti», progetto di didattica della ceramica rivolto alle categorie più fragili come anziani, persone con malattie neurodegenerative, donne italiane e straniere in difficoltà, immigrati e persone diversamente abili. Si tratta di un progetto sociale finanziato dalla Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio di Faenza. «La pandemia ha cambiato l’approccio alla cultura e la fruizione dei musei - spiega la direttrice Mic Claudia Casali - ma noi crediamo in parole chiave come «accessibilità» ed «inclusione» e continuiamo a ritenere fondamentale la fruizione «in presenza». Attraverso i laboratori «Giocare con la ceramica» appositamente progettati, il Mic diventa luogo in cui si stimola l’apprendimento e un certo tipo di coordinazione motoria, e allo stesso tempo la socialità, il confronto, l’aggregazione tra giovani, anziani, persone con culture diverse e disabilità». Oltre ai laboratori il Mic propone visite guidate per conoscere culture e civiltà diverse attraverso le proprie collezioni e quando non sarà possibile portare le persone al Museo sarà il Laboratorio con la Ceramica a trasferirsi, ad esempio presso case protette e strutture per anziani con audiovisivi, materiale da laboratorio e tutta l’attrezzatura necessaria. Intanto parte un primo progetto che è quello di «Wam! Anziano sarai tu!» dal 1 al 4 settembre, con laboratori di danza aperti a tutti gli ultrasessantenni organizzato all’interno di Wam Festival.