Riccardo Isola - Sono numeri importanti quelli che caratterizzano l’attività solidale de «La piccola Betlemme», nata per volontà di Camilla Marangon e Luca Venturi, che da quattro anni offre pasti caldi e pacchi di alimentari alle persone bisognose del territorio, e non solo. Dal venerdì alla domenica i due coniugi, in collaborazione con altri volontari, quasi una quindicina, dalla sede di via Manzoni 5 a Faenza offrono gratuitamente cibo per 150/180 persone. Un esempio virtuoso e spontaneo di welfare comunitario, soprattutto gratuito e solidale, che però rischia di essere bruscamente interrotto. Da fine ottobre, infatti, la proprietà della sede nella quale opera l’associazione, ha deciso che in quei locali si dovrà fare altro. Si parla di un dormitorio. Per cui «La piccola Betlemme» dovrà cercare un altro luogo dove poter, eventualmente, continuare a dare una risposta ai bisogni, sempre crescenti, delle persone in difficoltà.
L’ANNUNCIO DELLO «SFRATTO»
«Grazie al recupero delle eccedenze alimentari di molte attività commerciali del faentino e zone limitrofe, la Piccola Betlemme riesce a mettere in pratica il progetto anti spreco e donare a chi è in difficoltà. Purtroppo dal 30 ottobre non avremo più una sede dove svolgere tutto questo e chiediamo a chiunque un aiuto reale e tempestivo». Queste le parole utilizzate in uno dei post pubblicati sulla pagina Facebook dell’associazione per informare dell’imminente sfratto. Una doccia fredda «che ci mette in seria difficoltà nel poter continuare a dare quelle risposte che il territorio chiede. Docbbiamo dire - ci tiene a sottolineare Venturi - che già diverse persone sono venute a proporci la possibilità di trovare un’altra sede alternativa, il problema è però che noi fin da subito non vogliamo far entrare soldi nella gestione dell’operato. Quindi un affitto non ce lo possiamo permettere. Il nostro lavoro si basa sulala sensibilità e la disponibilità del tessuto sociale ed economico locale. E’ la nostra forza e soprattutto la nostra benzina per continuare ad andare avanti per fare il bene di quelle persone che per la sfortuna sono in situazioni difficili».
I NUMERI DELL’ASSOCIAZIONE
Dal lockdown a oggi sono stati distribuite 26 tonnellate di cibo a circa 200 famiglie della lista pervenuta dal comune di Faenza, 69 della lista dal comune di Brisighella e 260 famiglie non in elenco, ma in difficoltà. Inoltre sono stati distribuiti circa 800 pasti caldi nella mensa, aperta solamente il venerdì sera e la domenica mattina. Il tutto con cibo donato e con il contributo di tanti volontari. E’ proprio su questo aspetto che si basa la forza e la caratterizzazione dell’associazione. «Riceviamo gli approvvigionamenti - spiega Venturi - da diverse aziennde, cooperative di consumatori, consorzi e piccole realtà commerciali del territorio, abbiamo rapporti con pasticcerie, forni, bar ma anche con la Filanda, le Cicogne, l’Aldi di Imola, la Crai di via Naviglio, la Despar di Castel Bolognese. Tutti partner che ci permettono di raccogliere, alla settimana, circa 5/6 quintali di materiale alimentare».
L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI
L’associazione, infine, ricorda come «i candidati a sindaco della città durante la campagna elettorale si sono interessati alla nostra attività. Ci sono venuti a trovare e hanno conosciuto cosa stiamo facendo e le difficoltà logistiche nelle quali operiamo. Hanno dimostrato interesse per questo chiediamo all’attuale primo cittadino di aiutarci. La sede non serve a noi ma serve alla comunità. Lo facciamo da sempre e continueremo a fare il nostro “lavoro” gratuitamente ma abbiamo bisogno, questa volta, di aiuto noi».
Caritas: «Quello spazio era a tempo determinato, sorgerà un nuovo dormitorio»
«Nessuno sfratto e soprattutto nessun fulmine a ciel sereno, i locali concessi alla Piccola Betlemme nel complesso di San Domenico erano stati dati a “tempo determinato” e la cosa era ampiamente conosciuta e trasparente. Ora sono sopraggiunte nuove necessità per quanto riguarda l’accoglienza diurna e notturna, cresciuta esponenzialmente in questo periodo, per cui è sopraggiunta la necessità di spostare, dopo aver fatto interventi di adeguamento dei locali, questo servizio da via d’Azzo Ubaldini . così il direttore della caritas faenza, Don Marco Ferrini spiega le motivazioni della richiesta fatta alla Piccola Betlemme di lasciare la sede di via Manzoni a fine ottobre. «Come Caritas - prosegue il direttore - nei primi sei mesi abbiamo avuto oltre 3.000 accessi notturni e per la mensa oltre 5.600, numeri in crescita costante che ci mettono di fronte alla necessità di adeguare anche la nostra organizzazione». Al di la delle polemiche «a caldo» quello che don Ferrini ci tiene a sottolineare è che «anche per questi importanti servizi, a maggior ragione se si tratta di locali in concessione, sarebbe bene si instaurasse un dialogo sulle modalità di accesso». (r.iso.)