Faenza, l'attrice Maria Pia Timo: «E' vergognoso strumentalizzare politicamente l'alluvione»
Impegnata ad aiutare amici (in particolare a Cotignola) e mantenere viva l’attenzione sull’alluvione e il lunghissimo (purtroppo) corso della ricostruzione attraverso foto sui social e soprattutto podcast, l’attrice faentina Maria Pia Timo ha le idee particolarmente chiare su cosa non serva assolutamente in questo momento: «La cosa che trovo davvero vergognosa - dice lei stessa - è il problema di quest’alluvione a livello nazionale venga percepito più come politico che come sociale e ambientale. La strumentalizzazione della rabbia ha sopravanzato di gran lunga l’analisi di ciò che è stato fatto nei mesi scorsi e di ciò che si dovrà fare e progettuale. Per quello che mi è dato di capire, da persona che fa un altro mestiere ma si tiene informata, grazie al sindaco Isola, che oggi è sotto il mirino e ha appena fatto una mossa coraggiosissima, degna della massima stima, di operazioni importanti ne sono state fatte e vista l’acqua che è piovuta dal cielo, molta più che le volte scorse, credo che i danni sarebbero potuti essere maggiori. Il Governo si fa scudo con i soldi stanziati, che però sono ben altra cosa da quelli veramente erogati e alimentare la rabbia di chi è stato inondato ancora una volta è un’operazione pericolosa. Quello che mi sembra di capire è che per i faentini il problema principale è il Marzeno e poi voglio mantenere alta l’attenzione, per quello che posso, sulla ricostruzione e i fondi. La nostra emergenza è scivolata velocemente, sulle testate nazionale, dopo le pagine dello sport. Soprattutto attraverso il mio podcast Enciclopia sto cercando di parlarne il più possibile, fuori dalla Romagna la gente non si rende conta di quanto ci sia ancora da fare, e per esempio della collina si parla incredibilmente poco rispetto all’entità del problema. Lo scorso lunedì abbiamo fatto una puntata a cui tengo molto, sempre cercando di essere divertenti ma affrontando con delicatezza e serietà un problema che ha colpito duramente tantissime persone. È un problema che va oltre Faenza e Traversara, e assistere a un rimpallo di colpe anziché ad una discussione costruttiva per il bene di tutti non è bello».