Faenza, il vice sindaco Fabbri: «Maltempo, le priorità sono mettere in sicurezza via Cimatti, le fognature e poi arriverà il Ponte delle Grazie»
Riccardo Isola - Alla luce delle ultime ordinanze Commissariali qualcosa inizia a muoversi, seppur a rilento, per dare una risposta più strutturale al bisogno e alla necessità di sicurezza del territorio urbano di Faenza. Ci si riferisce soprattutto all’area che più di tutte è stata martoriata dalle tre alluvioni di maggio 2023 e settembre 2024: la zona del borgo nell’area di via Cimatti. Contesto urbano sul quale l’amministrazione comunale, con una presa di posizione netta da parte della giunta e del sindaco, ha deciso di mettere come prioritaria nelle azioni di ripristino e messa in sicurezza. Anche facendo le cose da soli. Per quanto concerne l’area i progetti che la interessano sono essenzialmente tre. Il primo è quello legato all’aggiornamento e potenziamento dei sottoservizi fognari, affidati a Hera; il secondo riguarda la costruzione di una barriera fisica, che prenderà il posto di quella temporaneamente installata ora, e che impedisca all’acqua del Marzeno di invadere ancora questo quartiere faentino. Infine la terza è la demolizione e ricostruzione del Ponte delle Grazie.
LAVORI IN VIA CIMATTI
«La prorità - spiega il vice sindaco di Faenza, Andrea Fabbri - è quella di dare risposte concrete, dirette e tempestive per la messa in sicurezza del territorio per alcuni tipi di eventi che hanno flagellato la città e la sua prima periferia. Qui abbiamo due elementi che ci aiutano, economicamente, e sono la somma urgenza e l’approvazione della 13 bis che prevede il finanziamento di parte del progetto complessivo». Si parla di un intervento di circa 4,5 milioni di euro e si riferisce alla costruzione di una barriera, in terra battuta, che prenderà il posto del muro in cemento oggi realizzato in via temporanea e che dovrebbe permettere di impedire alle acque e al fango del Marzeno di invadere ancora via Cimatti e le sue traverse. «L’obiettivo è nel giro di pochissimi mesi di concludere il progetto e la sua realizzazione. Nello specifico - spiega Fabbri - con questa struttura si permetterà alle acque del Marzeno di rimanere contenute all’interno dello spazio, che stiamo per acquistare, senza però andare ad avere conseguenze negative e di riflesso agli argini esistenti della destra Lamone». Non si tratta però di un’area di allagamento controllata o di cassa di espansione, bensì di una zona «di contenimento delle acque eventualmente uscite, proteggendo la città e senza permettergli di creare danni in altre zone». Di fatto sarà un argine nuovo. «Argine definitivo e moderno - ci tiene a sottolineare il vice sindaco - che sia per materiali di costruzioni sia per altezze non è assolutamente come quello oggi presente. La velocità dei tempi di realizzazione di questa importante, prima, risposta sono dettati dal fatto di riuscire a trovare l’accordo con le proprietà e soprattutto con la situazione meteo. Avremmo già voluto iniziare a fare la movimentazione terrà ma il fango e l’umidà del terreno lo stanno impedendo». In estrema sintesi, quindi, questa opera che dovrebbe prendere vita dalla zona del Tiro a segno fino all’argine del Lamone in zona di via Cimatti, prevede una sistemazione delle pendenze e delle profondità, oltre alla barriera, per fare in modo che l’acqua eventualmente esondata non crei danni e si possa «stoccare» momentaneamente in quell’area. «Poi però - aggiunge Fabbri - serviranno tutte quelle altre oepre di ingegneria idraulica, finanziate dalla struttura Commissariale, legate alla regimentazione e messa in sicurezza del Marzeno che però direttamente non possiamo certo seguire noi ma Regione e Commissario».
FOGNATURE DELLA CITTA'
Altro importante capitolo di investimento è quello relativo al rinnovamento della rete fognaria di alcune delle aree più colpite. In questo caso è Hera incaricata di realizzarli. Si tratta di interventi che diano una risposta nuova e più efficace a un sistema che per tre volte su tre ha dimostrato di non essere più in grado di smaltire la mole di acqua che cade dal cielo senza creare allagamenti. Le zone in cui questi interventi «che sono da fare con tempestività, anche se purtroppo non sembra stia accadendo» rimarca l’amministratore faentino, sono via Cimatti, questo si dovrebbe concludere entro un paio di mesi, l’area di via Lapi e quella di Orto Bertoni. Si tratta di «bypass che purtroppo rispetto alla frequenza degli eventi che stanno succedendo sembrano lunghissimi ma che rispetto a quelli fatti negli ultimi vent’anni hanno subito un’accelerazione molto importante. Questi lavori dovranno partire tutti entro l’anno».
PONTE DELLE GRAZIE E ALTRI
Infine c’è il capitolo del Ponte delle Grazie. Una realtà in forte sofferenza, anche prima della prima alluvione del maggio dello scorso anno. Lo attesta e lo conferma lo stesso amministratore manfredo che sottolinea come «al di là degli eventi il suo impalcato è basso, praticamente rimae sotto gli argine e di conseguenza diventa ostacolo, come abbiamo visto con la seconda ondata di piena del 17 maggio scorso, per il deflusso delle acque di piena». Alla uce di questo dovrà essere distrutto e ricostruito. «Abbiamo appreso dall’ordinanza appena uscita dalla struttura Commissariale che sono stati messi a disposizione circa 900mila euro per la progettazione del nuovo ponte. Benissimo ma i tempi non sono chiari. Abbiamo bisogno che si faccia presto anche qui perchè il ponte de4lle Grazie, nuovo e più sicuro, è una priorità per la città». Stando a quanto si intuisce la nuova infrastruttura, che raggiungerà il costo di circa 9 milioni di euro, dovrà quindi essere più alta rispetto a quella oggi esistente e probabilmente sarà ad arcata unica. «Avevamo previsto - ci tiene a rimarcare Fabbri - che questa opera fosse affidata alla società appaltante esterna, poi però non si è mosso ancora nulla se non venire a conoscenza poche settimane fa di avere il finanziamento della progettazione. A luglio avevamo mandati solleciti perchè il cantiere deve partire nel 2025, anche se siamo preoccupati visti i tempi che si stanno concretizzando». Altri due ponti che dovranno e saranno attenzinati e soggetti a opere di messa in sicurezza riguardano quelli di Reda tra via Podestà e San Giorgio e quello di via Formellino. Strutture che sono state danneggiate dalle alluvioni e che sono state inserite all’interno dei finanziamenti dell’ultima delibera uscita dal Generale Figliuolo. Infine c’è anche lo «Sferisterio», colpito nella seconda alluvione. Qui saranno investiti 750mila euro. Di questi 250mila euro arrivano dal Commissario gli altri 500mila sono invece di natura comunale. «Inoltre - chiude Fabbri - abbiamo 5 milioni di euro, sempre finanziati dalla struttura Commissariale, che ci permettera di concludere gli interventi legati al rifacimento dei marciapiedi, degli asfalti e in senso generale della viabilità colpita, compromessa e danneggaita dalle tre alluvioni. Lavori alcuini già fatti, altri già conclusi altri ancora che prenderanno il via in questi e nei futuri giorni».