Faenza, il capo Rione Tinti racconta l’impegno del Borgo nella terza alluvione: «In due settimane preparati più di mille pasti»
Riccardo Isola - E’ scesa in campo, per la terza volta, la solidarietà rionale. Anche questa volta, a seguito della terza alluvione di metà settembre, il mondo del Rione del Borgo Durbecco non ha mancato di far sentire, concretamente, la propria vicinanza e il proprio appoggio ai soci, agli abitanti del quartiere e ai volontari che sono scesi nel fango per dare una mano alle famiglie alluvionate. «Non potevamo certo esimerci dal farlo - sottolinea il capo rione, Riccardo Tinti - come del resto lo abbiamo fatto nella prima e nella seconda alluvione del maggio 2023. Lo abbiamo fatto nei modi e nei termini che più ci potevano essere e vedere come aiuto concreto. Per questo, in collaborazione con l’amministrazione comunale e la parrocchia di Sant’Antonino nel primo week-end post terza innondazione abbiamo deciso di mettere a disposizione la nostra cucina e i nostri spazi per ristorare i volontari, per preparare pranzi e cene o comunque per dare qualcosa da mangiare a chi ne aveva bisogno». Sui numeri a fare una fotografia più chiara di che sforzo sia stato è il responsabile della cucina Ivan Frassineti. «Nel primo week-end abbiamo avuto circa 250 persone, tra volontari e persone che erano state sfollate a causa dell’alluvione. Nella settimana successiva, anche grazie all’accordo fatto con la Parrocchia, come Rione abbiamo realizzato solo le cene mentre loro hanno preparato i pranzi. Ogni giorno, in media arrivavano circa una ventina di persone, queste quasi tutte legate al fatto che erano senza casa. Poi i numeri sono tornati a crescere progressivamente nel week-end fino ad arrivare alla giornata del 29, ultima di servizio, dove abbiamo offerto una grigliata con quello che era rimasto in cambusa. Anche per questa occasione sono passate circa 250 persone». In totale, quindi, in circa due settimane di servizi nel solo Rione del Borgo sono stati serviti oltre mille pasti caldi. «Un piccolo ma concreto gesto - ci tiene a rimarcare Tinti - che ha visto i rionali mettersi a disposizione sia per i soci che avevano perso tutto sia per le famiglie del Borgo colpite e per i volontari che sono vcenuti a spalare ancora il fango. E’ un segnale di coesione, di vicinanza che si è arricchito - prosegue - anche dalla messa a disposizione di una cinquantina di persone del Rione come squadra di aiuto al ripristino, pulizia e sgombero di fango. Abbiamo fatto quello cha abbiamo potuto anche grazie a numerose persone, del Rione, del quartiere, di Faenza e fuori Faenza, comprese aziende, che hanno donato generi alimentari per poter preparare i pasti». Al di là dei danni subiti, che rimangono assolutamente ingenti nell’area compresa tra via Cimatti, via Pellico e via D’Azeglio, quello che emerge è «un senso di grande frustazione. Le famiglie - sottolinea il capo Rione - che si sono trovate di nuovo con quasi due metri di acqua e fango in casa, magari a distanza di appena una quarantina di giorni dopo esservi rientrate a seguito dei lavori di bonifica, di arredamento e di fine lavori post seconda innondazione, sono allo stremo. C’è bisogno di una risposta forte, concreta, duratura di sicurezza. Il rischio - chiude - è che non solo queste famiglie abbiamo perso tutto per la terza volta, ma anche che questa parte di quartiere si spopoli definitivamente».