Riccardo Isola - Da «Spaghetti notte» a «Spaghetti a mezzogiorno». «Dopo anni di onorato servizio notturno siamo costretti a cambiare orario di apertura. Un cambiamento che potremmo definire epocale, storico, inedito e chi più ne ha più ne metta». Succede anche questo, a causa della pandemia in corso e delle regole del Dpcm che fanno chiudere i locali ristorativi alle 18, che lo spazio da sempre meta notturna per gli affamati più esigenti, debba cambiare format aprendo, gioco forza, solo a mezzogiorno. Stiamo parlando di «Spaghetti notte», istituzione culinaria by night che da quasi una quarantina di anni soddisfa le esigenze di gola puntando su un prodotto preciso e culto della cucina italiana: gli spaghetti.
«La pandemia - racconta Paolo Galassi, socio della spaghetteria faentina - ha stravolto la nostra routine. Il calo è stato netto rispetto alla nostra quotidianità che ci vedeva aperti e pronti a servire la nostra clientela fino alle 2 di notte. E’ vero che continuiamo anche adesso, durante le ore serali, a fare l’asporto, dalle 18 alle 22, ma non con consegne a domicilio, ma non è più sostenibile per la nostra attività fermarci a questo servizio, per cui dovevamo provare anche altre strade». Ecco così la decisione di tentare, per la prima volta nella storia del locale, ad aprire a mezzogiorno. «Veniamo da un primo lockdown, durato tre mesi, che da marzo a maggio, pur obbligandoci a tenere chiuso il locale, ci ha permesso lo stesso di portare in giro per il territorio, anche e soprattutto extra faentino, abbiamo infatti avuto richieste provenienti da Forlì, Imola, Castel San Pietro ma anche da Bologna, Modena e addirittura Reggio Emilia, che non potevamo però certo soddisfare, i nostri sughi pronti. E lo faremo se dovesse tornare una chiusura totale. Lo abbiamo fatto noi tre soci (Gianni Caroli, Marco Bernabè e lo stesso Paolo Galassi, ndr) contemporaneamente dovendo usufruire degli ammortizzatori messi a disposizione per i dipendenti. Non è stato semplice, anzi per certi è stato ed è, non nascondiamocelo, molto difficile, ma non potevamo fare diversamente».
Oggi l’imprescindibile e per certi versi inedita svolta. Dalle 12 alle 14.30, tranne il giovedì «che per noi rimane di sacro riposo», si potranno così scendere i gradini di via Zanelli, 2 per continuare ad assaggiare cult in piatto come Re Artù, Carbonara, Super Lillo o i pasticciatissimi Sherwood, anche se come scherzosamente afferma il dominatore indiscusso della cucina Gianni Caroli «a quell’ora c’è troppa luce per i miei gusti lavorativi». Ecco così che al di là delle pandemia l’amore incondizionato per i romagnoli e non solo per i sughitonici a dovere non muore mai e non sarà certo un virus a fermare questo intimo sentimento di gola e di pancia. «Con le nuove imposizioni - spiega ancora Galassi - avevamo già dovuto ridurre i coperti da 85 a una sessantina fino ad arrivare alle attuali normative che ne riducono, per noi, la possibilità di un altro 30/40%. Sono restrizioni numeriche importanti - prosegue - ma, siamo assolutamente consapevoli che la situazione sanitaria è grave e pressante e ci siamo adeguati. Soprattutto - conclude - almeno possiamo continuare a “lavorare” anche se per me questo non è proprio il concetto di lavoro al quale sono e siamo abituati ad affrontare. Ma noi siamo qui».