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Riccardo Isola - Tocca quota -61 il saldo fra imprese aperte e chiuse a Faenza nel 2017, quasi la metà di quelle chiuse a livello provinciale. Per lo più sono negozi legati all’attività del commercio (50) seguiti da quelli dediti al turismo, come alberghi e affini (11). Una situazione che le associazioni di categoria di Confesercenti e Ascom definiscono «in linea con i livelli nazionali» ma che lasciano, soprattutto nell’area del centro storico manfredo, parecchie saracinesche abbassate. A livello dell’intera Unione della Romagna faentina il dato complessivo di tutte le aziende che hanno cessato l’attività cresce ancora arrivando a 104 realtà in meno rispetto al 2016 (87 solo a Faenza). Nel territorio ravennate il commercio è il secondo settore che registra la flessione maggiore anticipato da quello agricolo. «Sono soprattutto gli ambiti legati all’abbigliamento e alimentari di vicinato che soffrono di più. L’unico settore che tiene – commenta Chiara Venturi di Confesercenti – è il turismo anche se si registrano importanti turn over. Anche l’ambito food e wine, e quello del benessere stanno tenendo assieme a quello legato all’elettronica. Questa moria non è dovuta solo alle nuove mode d’acquisto delle persone, soprattutto on line, ma è una vera e propria situazione strutturale che si registra a livello italiano e non solo». Per quanto riguarda Faenza lampante è la recente dismissione dei due negozi di corso Mazzini di Sisley e Benetton oppure l’imminente chiusura dello storico negozio di scarpe, sempre in corso Mazzini, Albonetti. E’ vero però che questi ampi spazi commerciali entro breve dovrebbero trovare nuova vita. Si parla del trasloco del negozio Scout, oggi posizionato sotto l’ex tribunale, in uno di questi due locali e nell’altro dovrebbe riaprire la stessa Benetton ma con ragione sociale differente. Di ricette per uscire da questa situazione non certo positiva non se ne vedono tante all’orizzonte. Prova il presidente di Ascom Faenza, Paolo Caroli a suggerirne qualcuna. «Questo trend lo stiamo registrando purtroppo da una decina di anni. Servono risposte concrete e tempestive da parte della politica locale. A livello nazionale – aggiunge - i rumors di un possibile incremento dell’Iva nel 2019 non ci fanno certo ben sperare. In primis serve un’attenzione maggiore da parte dell’amministrazione alla tassazione. Tari, Imu sono ogni anno sempre in crescita anche se a volte non ci sono spiegazioni statistiche e finanziarie a giustificazione. Bisogna invertire la direzione e anzi pensare anche ad aiuti e agevolazioni per quelle realtà che intendono invece investire in centro storico. Inoltre – aggiunge – è importante riportare nel cuore della città i servizi, bene l’esempio dei Servizi sociali agli ex Salesiani, e rivedere le tariffe della sosta che scoraggiano le persone a raggiungere i negozi compresi tra i quattro corsi e le piazze. Infine – conclude Caroli – crediamo sia arrivato il momento giusto per pensare ad un potenziamento delle linee del Green go bus».
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