Energia verde in autoconsumo: è nata Comunità Energetica Cooperativa Ravenna, la prima delle sei comunità energetiche promosse da Legacoop Romagna con un progetto che ha preso il via nel 2022, grazie al programma di sviluppo messo in campo dal movimento cooperativo in collaborazione con la cooperativa Ènostra e con le risorse messe a disposizione dal bando della Regione Emilia-Romagna.
I soci fondatori sono nove soggetti aderenti a Legacoop Romagna: Sopred, Cab Cervia, Cab Campiano, Agrisfera, Alice, Stadera, Don Zalambani e Secam. Il progetto coinvolge anche Bryo Spa di Imola che in qualità di produttore terzo ha messo a disposizione un impianto fotovoltaico da 800 kWp già operativo. La nuova comunità opera su 6 cabine primarie, in un territorio che corrisponde a quello del Comune di Ravenna. La produzione di energia annua stimata con gli impianti in esercizio o in via di realizzazione è di oltre 2 milioni di kWh, l’equivalente del fabbisogno di circa mille famiglie.
«Il nuovo sodalizio vanta numerosi primati — dice il presidente della cooperativa, Emiliano Galanti, responsabile del settore innovazione di Legacoop Romagna—. Dopo mesi di lunga attesa dei decreti attuativi siamo finalmente arrivati a costituire la prima comunità energetica cooperativa in Italia che risponde ai dettami dei nuovi decreti. Oltre a questo, le sue dimensioni, in termini di potenza installata, la portano al primo posto nel Paese tra quelle costituite esclusivamente tra soggetti privati».
«Le comunità energetiche sono una risposta concreta e "made in Romagna" all'esigenza di produrre energia da fonti rinnovabili ed a basso costo, sul quale stiamo investendo da due anni — dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi —. Ma questo è solo il primo passo di un percorso che ci porterà alla nascita di altre cinque comunità energetiche cooperative in Romagna nei prossimi mesi, a Forlì, Cesena, Rimini, Unione dei Comuni Romagna Faentina e Bassa Romagna oltre che una dedicata alla costa da Cervia fino a Viserba. L'obiettivo è riaffermare il valore del modello cooperativo anche in ambiti non tradizionali come quello energetico, promuovendo una nuova forma di cooperazione in un campo sul quale cittadini ed imprese sono sempre più sensibili ed attenti».
«Dal punto di vista giuridico — fa notare il notaio Marco Maltoni, che ha seguito la costituzione della comunità e che si è occupato del tema nell’ambito delle commissioni studi del Consiglio Nazionale del Notariato — la forma cooperativa risulta essere, per le sue caratteristiche legali, la più adatta per organizzare le comunità energetiche in coerenza con i requisiti fissati dal legislatore, perché naturalmente connotata, fra l’altro dal principio della porta aperta, dall’organizzazione democratica e dall’assenza di fini di lucro ».