Elezioni a Ravenna, le idee di De Pascale, ribattono Ancisi e Donati

Romagna | 18 Settembre 2021 Politica
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MICHELE DE PASCALE (sindaco uscente e ricandidato dal centrosinistra)
«La nostra campagna elettorale è cominciata il 22 maggio con l’inaugurazione del comitato in Piazza San Francesco, con obiettivi chiari. Siamo partiti con un grande progetto di coinvolgimento delle migliori energie della città. Una squadra rinnovata, più ampia rispetto quella che mi ha accompagnato in questi cinque anni, costituita da nuove e nuovi protagonisti e dotata di un progetto ambizioso, capace di fronteggiare la fase finale della pandemia sul versante della salute, del lavoro e della socialità». Così commenta Michele de Pascale, sindaco per Ravenna 2021, la sua coalizione e il progetto alla base del suo programma di mandato per i prossimi cinque anni. «A distanza di più di tre mesi - continua De Pascale - abbiamo dato vita a 20 iniziative di Movimentazione Civica, centinaia di momenti di confronto sul territorio che hanno coinvolto oltre 1200 persone, e unito una coalizione plurale, coesa sul programma, che con ogni probabilità costituisce uno dei fronti civici e politici più ampi in Italia, in grado di unire un nuovo centrosinistra e un protagonismo civico di cittadini e cittadine che pur non riconoscendosi nelle categorie della politica nazionale, vogliono spendersi attivamente per la città. Ora ci aspettano le ultime settimane di campagna elettorale. Presentiamo oggi la squadra di candidati e candidate e il programma, frutto degli incontri della Movimentazione civica e dei tavoli di coalizione. Nelle prossime settimane lavoreremo per farlo conoscere e apprezzare a tutti i ravennati e le ravennati e per ottenere la loro fiducia per il futuro della città».
Qualità dei servizi alle persone, servizi educativi e sociali, salute e politiche sanitarie, ambiente e transizione ecologica, lavoro e occupazione nei settori strategici per il territorio, forese, porto offerta culturale, sono le principali priorità del programma della coalizione che sostiene Michele de Pascale. Tanti sono i progetti importanti su quali si sta già lavorando, in parte anche già finanziati e che rappresenteranno una svolta decisiva nel futuro della comunità: la fase due dell’Hub portuale, quindi l’ulteriore approfondimento dei fondali dello scalo, che avrà l’opportunità di affermarsi con un ruolo di primo piano nell’export e raggiungere nuovi mercati esteri; 30 milioni di euro in 5 anni per strade e marciapiedi; un grande programma di riforestazione urbana e pinetale con l’obiettivo di riportare il totale di ettari coperti da alberature alle proporzioni antecedenti la Seconda guerra mondiale, ovvero 7.400 ettari; le case della salute in Darsena, a Marina di Ravenna e a Castiglione; il completamento della passerella sul Candiano fino al ponte mobile; un grande piano di transizione ecologica, a partire dal progetto Agnes che trasforma piattaforme estrattive alla fine del ciclo di vita, in un parco eolico a mare, per continuare a fare di Ravenna la protagonista assoluta dell’energia e della nuova chimica in Europa. Accanto a questi tanti altri progetti tra cui il potenziamento della rete di medicina territoriale e l’ampliamento del pronto soccorso, investimenti sul polo universitario affinché divenga un’eccellenza nelle vocazioni territoriali e nella ricerca; consumo di suolo zero, incremento del verde urbano e valorizzazione del nostro straordinario patrimonio naturalistico; un importante piano di mobilità sostenibile, accessibilità e fruibilità che rimuova le barriere architettoniche e territoriali; un grande progetto di coesione territoriale per una concezione policentrica di Ravenna che significa pensare ad ogni località come un centro; cultura come bene comune diffuso su tutto il territorio.
«In questo scenario - conclude de Pascale - presentiamo nel campo del centrosinistra la mia candidatura e otto liste fatte di persone vere, uomini e donne in carne ed ossa che i ravennati conoscono, che hanno incontrato e incontrano tutti i giorni. Questo è il nostro lavoro. Credo che tutti i ravennati e le ravennati si rendano perfettamente conto della differenza sostanziale tra il nostro progetto, i protagonisti e le protagoniste che lo animano e quello presentato delle destre ravennati. I prossimi cinque anni si giocherà una partita senza precedenti per la nostra città. Noi siamo pronti».

ALVARO ANCISI (Polo civico di centro per Ravenna)
Ancisi, in mezzo al folto gruppo di candidati per Palazzo Merlato, lei appare il più credibile avversario di De Pascale. Ad 81 anni perchè ha deciso di correre? Qual è il suo punto di forza per arrivare al ballottaggio?
«Per me la passione, essere al servizio della mia città, senza altri interessi, anzi. La decisione è stata dei capilista del Polo Civico, le sei liste capeggiate da Lista per Ravenna che, dopo avere concordato il proprio “Programma 2021-2026 per il buongoverno dell’amministrazione comunale”, hanno scritto, troppo buoni, che il mio nome “è garanzia per l’intera coalizione”, come per l’intera cittadinanza, che questo programma sarà portato avanti da lui non solo con la competenza, professionalità e impegno massimi che gli sono ovunque riconosciuti, ma con sapienza, equilibrio e moderazione, senza chiusure mentali né pregiudizi ideologici».
Negli ultimi 5 anni quali sono stati i tre errori più gravi commessi dalla giunta De Pascale? Perchè? Lei cosa avrebbe fatto?
«Gli errori sono stati tantissimi. Tra quelli di sistema direi: avere lasciato che fossero e siano cementificati troppi terreni agricoli per sterminate lottizzazioni edilizie e supermercati superflui; avere abbandonato troppe strade, comprese le piste ciclabili e pedonali, all’incuria e all’insicurezza, o addirittura al degrado, e trascurato i nove lidi ravennati senza eccezione, gran parte del forese e alcuni quartieri urbani; non aver mosso un metro delle tangenziali di Ravenna e delle comunicazioni stradali e ferroviarie con le città vicine, che dovrebbero collegarci col resto d’Italia (Bologna; Forlì, Cesena e Rimini; Ferrara e Venezia), perché escano dal loro stato di terzo mondo».
Quali sono le tre priorità per Ravenna se fosse eletto primo cittadino?
«Dedicherei i prossimi cinque anni a rimediare gli errori di sistema di cui sopra. Sotto il profilo socio-economico sosterrei soprattutto le imprese, grandi, piccole e medie, che s’impegnano a creare posti di lavoro veri. Punterei molto sulla filiera agroalimentare. Rilancerei il porto rispetto alla crisi in cui è stato precipitato negli ultimi anni. Molto importante è il turismo quale volano dell’economia, che nel nostro programma abbiamo considerato come un quadro unitario, che comprende le nostre grandi attrazioni poco valorizzate: storia, arte e cultura (e abbiamo fatto la lista Rinascimento per Ravenna), il litorale (e abbiamo formato la Lista del Mare) e gli ambienti naturali, le pinete, le valli, le pialasse e i fiumi, su cui troppo finora si è devastato».
Se si andrà al ballottaggio e lei dovesse esserne escluso, sosterrà pubblicamente un altro candidato? Chi?
«Per legge, la decisione di apparentarsi al secondo turno con un candidato diverso dal proprio, spetta ai delegati delle singole liste, non al loro ex candidato sindaco. Persone responsabili e coerenti le nostre, che non hanno bisogno di insegnamenti sul da farsi, nell’interesse della città ad essere ben governata». (m.p.)

FILIPPO DONATI (Viva Ravenna, Lega e Fratelli d'Italia)
Donati, perché ha deciso di candidarsi con il sostegno di Lega e Fratelli d’Italia? Questi partiti cosa centrano con la sua storia d’imprenditore moderato?
«Con la Lega Nord avevo già avuto un’esperienza politica nel 1994 con una candidatura alla Camera (non eletto, ndr) e una collaborazione nei mesi successivi alle elezioni con quel partito. Poi mi allontanai anche per diversità di opinioni e mi sono dedicato al mio albergo e all’attività dell’associazione (Confesercenti, in cui ha avuto ruoli regionali e nazionali, ndr). Poi un amico quest’anno mi ha contattato perché i due partiti avevano indicato il mio nome come possibile candidato sindaco. Dopo una breve riflessione ho deciso di accettare, ponendo alcune condizioni fra cui quella di tenere un profilo non troppo polemico col centrosinistra e toni di confronto civili. Con Fratelli d’Italia c’è un rapporto di rispetto e collaborazione, non sono in imbarazzo, le uscite fuoriluogo dei singoli sono condannabili in tutti i partiti. Non sono mai stato “grillino”, ho partecipato solo ad una loro riunione alcuni anni fa per parlare di turismo ed ho declinato una proposta di candidatura sul territorio».
Cos’ha sbagliato la giunta di De Pascale? Tenendo conto della Pandemia, lei avrebbe fatto meglio su sanità, economia e turismo?
«Ha sbagliato clamorosamente il sistema d’ascolto della città. Dal forese ai lidi, dalle campagne alla città ci stiamo rendendo conto che la giunta De Pascale ha prestato davvero poca attenzione. Personalmente mi ero reso conto del nostro settore alberghiero, dove in questi anni non siamo stati quasi mai presi in cosiderazione. Sul porto poi si è mosso il progetto sulla carta, ma concretamente nulla. Questa classe dirigente del Pd ragiona per funzione e non per processo, manca una visione concreta dei progetti, è solo teorica. Su Dante 700 è mancato il grande flusso di turisti, abbiamo 8 siti Unesco e appena 500mila presenze annue (pre pandemia), com’è possibile? Poi il sistema viario e ferroviario di connessione con le altre città: non si è mosso nulla, siamo rimasti fermi ai problemi di vent’anni fa. Sulla Pandemia abbiamo sbandato come molti altri, dalla sanità all’economia. Infine il mondo del turismo non stagionale in questo anno e mezzo è rimasto scoperto, nessuno se n’è occupato, si poteva fare in generale di più e meglio».
Quali sono le sue tre priorità chiare e tangibili se dovesse essere eletto sindaco?
«La prima è una priorità sociale, bisogna ritornare ad avere un rapporto con il territorio. Il sindaco è stato anche visto, ma tantissimi mi hanno detto di non aver ricevuto risposte dagli amministratori sui temi proposti. Dobbiamo fare una grande operazione di ascolto a partire dai lidi al forese fino ai quartieri. Questa è una priorità sociale enorme da affrontare subito. La seconda è la rimessa in civiltà della situazione viaria e ciclabile della città. Abbiamo una viabilità ed una messa in sicurezza delle strade da far paura, quindi bisogna intervenire. Poi c’è il capitolo ciclabili, promesse, ma mai fatte e quelle esistenti devono essere curate e messe in sicurezza. La terza è rimettere in moto l’economia, a partire dal porto. E’ già in moto? Potrebbe andare più forte e l’Hub è sulla carta. Abbiamo problemi grandi con le Ferrovie e con l’Anas per la viabilità legata al porto, che sono presenti da vent’anni. Sul turismo i lidi sono abbandonati. Il parco marittimo? Quello giusto è a Rimini fatto da Gnassi, qua non c’è proprio nulla. All’ultima giunta è mancata prospettiva e visione della città, noi vogliamo darne una nuova e concreta».
Sul tema dei diritti, dal Ddl Zan allo Ius Soli, che posizioni ha lei? Come le coniuga con Lega e Fratelli d’Italia?
«Sul Ddl Zan sono contrario, esistono già leggi che difendono i cittadini sull’omotransfobia, quella proposta può essere riformulata in maniera molto migliore, così è troppo radicale. Sullo Ius Soli sono favorevole in generale, ma modificherei alcune parti, si può migliorare la proposta in campo, in senso più concreto e meno ideologico. La Lega contraria? Chiedono solo alcune correzioni».
Se non dovesse andare al ballottaggio o vincere al primo turno, sosterrà qualche altro candidato? Con Ancisi c’è già un accordo su questo punto?
«Sosterrò qualsiasi candidato che proporrà di cambiare l’attuale maggioranza di governo della città. In democrazia il cambiamento è salutare, a Ravenna il centrosinistra governa da troppo tempo, è ora di cambiare. Con Ancisi ci sentiamo spesso, c’è un dialogo costante, come anche con Ancarani e la Verlicchi».
Infine «Viva Ravenna» che cosa rappresenta? In pochi pare l’abbiano capito per ora, spieghi meglio questa lista…
«E’ una lista civica fatta da cittadini la maggioranza dei quali non ha mai fatto politica, ma tutti con attività di grande impegno per la città, dal sociale all’ambiente, uniti per poter dare un’alternativa di governo alla città». (m.p.)

 
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