Discriminazioni verso gli stranieri, a Ravenna «nessun aumento dei casi»

Barbara Gnisci - Ravenna razzista? Non pare. Rispetto alle testimonianze raccolte dallo Sportello Antidiscriminazioni, infatti, gli episodi di razzismo verso le persone straniere non sembrano essere in aumento. Lo riferisce la responsabile Giovanna Santandrea: «La discriminazione appare di più nell’ambito dell’accesso alla casa, nel mercato privato, in quanto molti proprietari sono restii ad affittare agli immigrati che spesso fanno dei lavori precari e non possono dare molte garanzie. Per il resto, nonostante il clima, non abbiamo notato una crescita delle segnalazioni». A farle eco, spingendosi verso il territorio provinciale, è anche Giovanna Nicosia, responsabile dell’Ufficio stranieri di Faenza: «Abbiamo circa 6500 accessi all’anno per lo svolgimento di pratiche legate al rinnovo dei documenti, a richieste di ricongiungimento e a informazioni sui vari servizi. Vediamo ogni giorno molti immigrati, e sebbene vengano qui per motivi specifici, non abbiamo rilevato dichiarazioni di segnalazioni di atti discriminatori”.
IL CUORE IN PIAZZA DEL POPOLO
Osservazioni più che mai attuali visto che dal 18 al 24 marzo Ravenna ospiterà la XV Settimana contro il razzismo, un evento internazionale promosso dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e organizzato in città dal Comune insieme alla Casa delle Culture, in collaborazione con una fitta rete sociale e con Fai, Amnesty International e UniBO: «Si tratta di una settimana pensata e progettata con le realtà di Ravenna – spiega Antonella Rosetti, responsabile della Casa delle Culture - intorno a un tavolo che è andato avanti molto a lungo e che ha fatto scaturire riflessioni importanti, partite anche dallo sconforto, visto il contesto socio-culturale nel quale attualmente viviamo. Ci siamo chiesti: “Che cosa si può fare?”. La risposta è stata quella di provare a superare il modello delle iniziative, belle ma circoscritte ad un pubblico sensibile ed interessato, e trovare un modo per raggiungere tutta la cittadinanza, quella che solitamente a queste iniziative non partecipa mai. È così che allora, il modo si è trasformato in un luogo e abbiamo deciso di approdare in piazza del Popolo, dove si svolgeranno la maggior parte delle attività e degli eventi organizzati». Si partirà sabato 16 marzo con l’allestimento di una grande tenda berbera e si proseguirà ben oltre la settimana con il Festival Scritture di Frontiera e altre iniziative: «In quest’ottica la piazza – continua Rosetti - diventa luogo di incontro e contatto a partire dai luoghi comuni e dai pregiudizi che trovano occasione per essere accolti e poi rivisitati. L’intento è quello di creare nuove visioni, nuove prospettive attraverso l’arte che diventa uno strumento di cambiamento. Ed è così che nasce “Habitat”, un laboratorio interattivo, dedicato proprio all’incontro umano». Artisti, registi, performer, soggetti che metteranno a disposizione gratuitamente la loro arte e inoltre tantissimi studenti delle scuole superiori, che hanno partecipato al progetto “Chi è straniero?” popoleranno il cuore della città portando azioni, idee e momenti di scambio e di condivisione: «Si tratta di iniziative – conclude Rosetti - che vogliono rendere sempre più chiara e significativa la nostra presenza sul territorio, al di là della Settimana in questione».
«PERSONE AL CENTRO»
E considera l’appuntamento fondamentale anche Paola Pattuelli del Comitato in difesa della Costituzione: «La Settimana contro il razzismo è un appuntamento importante che dimostra come a Ravenna e non solo, esista una buona parte della cittadinanza che non è razzista e che è coerente con ciò che dice la Costituzione, che mette la persona al centro. Ci sono voluti secoli e secoli, guerre dopo guerre per scoprire l’universalità del valore umano. Nessuno oggi dice “io sono razzista” ma dobbiamo andare a vedere le pratiche: c’è un’unica legge che connette sicurezza e immigrazione. Ciò va contro il valore della persona stessa».