Ciclismo, il riscatto dopo tantissimi guai fisici: il 21 settembre aveva vinto anche Baroncini

La strada che separa Faenza da Massa Lombarda è breve, si tratta di circa 25 chilometri. Una mezz’ora circa di viaggio in auto per trovare Filippo Baroncini, un secondo alfiere romagnolo classe 2000. Al terzo anno da professionista, dopo i due sfortunati (causa infortuni) trascorsi in Trek-Segafredo, oggi Lidl-Trek, il massese è stato protagonista del «ciclomercato» nella scorsa estate trasferendosi in Uae Team Emirates e diventando così compagno di squadra, tra gli altri, dell’alieno Pogacar. Ecco che forse la vicinanza a Tadej o semplicemente l’appartenenza alla squadra emiratina che in stagione ha collezionato ben 80 vittorie (quasi il doppio della seconda, la Lidl-Trek, a quota 42) ci ha fatto trovare quel Baroncini che, negli ultimi anni, era stato preso di mira dalla sfortuna. E così, non senza un acciacco nella prima parte di stagione, Baroncini ha conquistato la prima vittoria da professionista. Ci è riuscito lo scorso 21 settembre alla Super 8 Classic, gara di un giorno in territorio belga. Un trionfo che sa di ritorno al passato, in quella terra che lo ha reso grande tra gli Under 23: proprio in Belgio, sempre nel Brabante Fiammingo ma nel 2021, fu a Leuven, Filippo vinse quell’ultima volta che gli valse il titolo di campione del mondo U23 e l’ingresso nel mondo dei professionisti con una certa aspettativa che però, falcidiato dagli infortuni, non aveva ancora rispettato. La rivoluzione estiva di Baroncini con il passaggio in Uae ha così dato i suoi frutti ma non senza quella solita sfortuna che, sul finale di stagione, sembra avere dato finalmente un po’ di tregua all’azzurro. Il ciclista romagnolo, nonostante quell’ennesimo intoppo, nel mese di marzo, con la frattura del gomito, si è ripreso velocemente riuscendo a correre tanto e bene negli ultimi mesi. Tante buone gare al servizio della squadra, altrettanti ottimi piazzamenti come il terzo posto al campionato italiano a cronometro dietro a due autentici mostri sacri come Ganna e Affini e la vittoria utile alla statistica ma anche al morale. Perché la sorte avversa, quella che gli ha posto davanti prove ben più dure di una salita, sembra aver dato una certa tregua alla luce anche della continuità negli ultimi mesi dove ha corso anche la Vuelta di Spagna, il suo primo grande giro. A 24 anni, tre dei quali da professionista, Baroncini si è già rialzato diverse volte. E questa volta, con una vittoria, non si vuole fermare per dimostrare quanto aveva lasciato intravedere con quell’assolo iridato. (t.p.)