Ciclismo, il faentino Tarozzi è il corridore più combattivo del 2024: «L’anno prossimo voglio una tappa al Giro»

Romagna | 12 Ottobre 2024 Sport
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Tomaso Palli
Nel momento storico forse più complicato per il ciclismo italiano che fatica, privo di frecce vincenti nel proprio arco, a scovare giovani talenti, la Romagna può tornare a sorridere scoprendo un autentico specialistica delle fughe: Manuele Tarozzi. Il faentino classe 1998 in forza all’italianissima Vf Group Bardiani Csf Faizané è infatti riuscito, sul finire di una stagione sempre brillante, a centrare la seconda vittoria stagionale (e assoluta nei tre anni da pro) battendo in volata, dopo una fuga di 93 chilometri, il sudafricano De Bod della Ef Education-EasyPost. Il bis, che segue il trionfo di luglio al Tour di Qinghai Lake in Cina, è arrivato alla sesta tappa (di otto totali) del malesiano Tour di Langkawi. «Il percorso in Malesia è praticamente tutto pianeggiante - ha commentato il faentino appena prima del rientro in Italia - e solo la terza tappa, utile per la generale, aveva l’arrivo in salita. Quel giorno non mi è andata bene (ha incassato un ritardo di 3’08”, ndr) e così mi sono dovuto reinventare». La chance, nel suo punto forte, è arrivata subito, nella tappa successiva: «Il giorno dopo (tappa 4 del 2 ottobre, ndr) sono andato subito in fuga ma, sul finale, ci siamo un po’ guardati e il gruppo ci ha ripreso. Potevamo arrivare, la notte non ho dormito e il giorno successivo mi sono un po’ riposato per poi riprovarci alla sesta tappa». Questa volta è quella giusta per arrivare al traguardo, tra l’impeccabile strategia dei fuggitivi e qualche errore di valutazione del gruppo: «Sono andato in fuga con De Bod, un mio compagno (Gabburo, ndr) e un corridore della Conrratec. Il gruppo ha sbagliato i conti perché siamo partiti piano per poi accelerare nel finale, loro non se lo aspettavano. Ringrazio Gabburo che non era in formissima, si è speso tanto per me tirando un po’ di più e dandomi la possibilità di vincere. Ai 500 metri, De Bod mi ha guardato ed io sono partito lungo, anticipando e vincendo la volata». La seconda vittoria in stagione, la seconda vittoria da pro che vale un posto tra i nove italiani che, nel 2024, sono riusciti a vincere almeno due volte. Il 2024 è stato per Tarozzi, nella terza stagione da professionista, un anno che lo ha consacrato tra gli specialisti delle fughe. A dirlo, oltre alle due vittorie conquistate al vento e anticipando la concorrenza, ci sono anche le statistiche che vedono il faentino davanti a tutti in una speciale classifica: nel 2024 è infatti il ciclista che ha trascorso più strada di tutti al vento. Sono 1.962 i chilometri che Manuele ha passato in fuga e gli ultimi in Malesia (156) gli hanno permesso di superare Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), la grande rivelazione dell’ultimo Tour de France. «Attualmente non ho ancora la gamba per riuscire a fare le corse con i migliori - spiega Tarozzi - e così, andando in fuga, mi sono reso conto che si possono raccogliere tanti risultati. Ne ho vinte due ma è come se fossero tre visto che in quel secondo posto conquistato ad inizio stagione (alla Vuelta Valenciana, ndr) io e Tonelli, entrambi della Bardiani, siamo arrivati insieme». Un bilancio sportivo, quello di un anno oramai concluso, piuttosto positivo con un ulteriore step di crescita fatto: «Sono già tre anni che sono professionista. Nel primo ho rodato la gamba, mentre l’anno scorso, dopo un buon inizio, non ho mai trovato la gamba giusta. Quest’anno, invece, fin dal primo momento, mi sono sentito meglio e credo di essere migliorato molto. Vincere è sempre molto bello, ma la più grande soddisfazione è stata quella di aver fatto il Giro d’Italia e il prossimo anno cercheremo di vincere una tappa lì. Sarebbe davvero il massimo».
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