Calcio, il derby di Champions visto dai club rossoneri: «Da Ravenna e Faenza saremo in tanti a tifare Milan»

Tomaso Palli
Se al collo hai una sciarpa rossonera, il tuo idolo è Paolo Maldini, non sopporti il Biscione nerazzurro e hai impresso nella mente, tra orgoglio e nostalgia, quei trionfi passati di Champions League che ti hanno portato sul tetto d’Europa per ben sette volte sono piacevoli ricordi. Oggi la situazione in casa Milan è differente rispetto al tempo che fu e una semifinale di Champions League, se unita alla vittoria dello scorso campionato non certo in programma, è un qualche cosa che va oltre la sorpresa. L’urna di Nyon - e vale per entrambe le milanesi - è stata piuttosto benevola con un cammino europeo senza vere e proprie «big» e così i tifosi non hanno mai smesso di sognare. A proposito di tifosi. L’euroderby nel 2023 in casa rossonera sarà anche un confronto generazionale: la cosiddetta Gen Z (e Gen Alpha), che di quei derby di inizio duemila ricorda poco o nulla e affronta il presente con maggiore spensieratezza, contrapposta alle precedenti, che invece rivendicano l’esserci già passate tra tensioni e notti insonni. Ed è forse per questo motivo che i più «anziani» (o saggi, scegliete voi) si auguravano di non doverle più rivivere.

QUI FAENZA…
La storia del Milan Club Faenza è legata indissolubilmente al cognome Sangiorgi. Ieri fu Carlo, a cui è stato intitolato l’attuale Milan Club, oggi è il figlio Giuseppe ad essersi fatto carico della ripresa delle attività. «Il Club originario fu fondato nel 1984 da mio padre - racconta Giuseppe Sangiorgi - e rimase legato all’Associazione Italiana Milan Club fino ai primissimi anni duemila. L’anno scorso c’è stata l’opportunità di ripartire: il 7 novembre si è tenuta l’inaugurazione alla presenza di Arrigo Sacchi e oggi, grazie anche al lavoro del consiglio direttivo, contiamo oltre 460 soci, un numero che ci attesta tra i club più numerosi in Regione». Parlando di derby, affiorano subito le esperienze passate: «Se oggi ripenso a vent’anni fa, avrei preferito incontrare il Benfica, ma all’interno del Club molti hanno sperato nell’Inter. Diciamo che, per ora, siamo abbastanza tranquilli, quasi disincanti ma speranzosi. Anche questa volta, come col Napoli, partiamo da sfavoriti e, se devo essere sincero, nei derby non è sempre un male». Accanto all’impegno europeo, la preoccupazione è però data dal percorso non lineare in campionato: «Abbiamo bruciato tanti punti che, probabilmente, ci avrebbero dato più sicurezza per la qualificazione alla prossima Champions League e quindi più libertà nell’affrontare la doppia sfida». Quarto posto o finale di Champions League? «Sarei più per il quarto posto con la possibilità di fare qualche investimento in più. Ma il Milan non ha mai vinto l’Europa League, nemmeno quando si chiamava Coppa Uefa (sorride, ndr)».

…A VOI RAVENNA
È nato tutto da due amici tifosissimi del Milan, a Ravenna. Consumavano la chat di WhatsApp parlando della loro squadra del cuore. «È poi diventato un gruppo numeroso - racconta Andrea Versari, presidente del Milan Club Bastia Fratellanza Rossonera - con l’esigenza di trovare un luogo dove ritrovarsi per chiacchierare insieme e magari vedere le partite. Così abbiamo incontrato alcuni ragazzi di Bastia (frazione di Ravenna, i) che ci hanno proposto il Circolo, il quale si è subito reso disponibile ad accoglierci. E così, a dicembre 2021, è nato il Club ma i numeri, oggi, sono già importanti con oltre 300 tesserati». A Bastia il cosiddetto euroderby amplifica ogni sensazione: «Come ogni volta prima di un derby, nella settimana che porta alla partita sale l’ansia, ma questa volta ancora di più perché siamo in Champions League, casa nostra. Sulla carta sarà una partita con moltissime difficoltà ma è sempre un derby e tutto può succedere. E poi che soddisfazione sarebbe battere anche i cugini dopo aver eliminato il Napoli, la squadra che ha espresso il miglior calcio». Così come a Faenza, anche a Ravenna la richiesta dei biglietti è andata oltre le disponibilità del Club «e purtroppo saremo costretti a dire tanti no» ma come in ogni gara casalinga, il sostegno alla squadra non mancherà: «Andremo su con il pullman, cantando cori e facendo un bel buffet. La nostra fede ci impone di avere fiducia e quindi speriamo di cantare anche nel viaggio di ritorno (sorride, ndr)».