Calcio Eccellenza, la nuova vita di Ferrario: «Vi racconto il mio Russi»
Filippo Minardi
Sta prendendo forma il nuovo percorso del Russi, nel Girone B di Eccellenza, grazie all’arrivo della nuova guida tecnica, che risponde al nome di Stefano Ferrario, alla prima esperienza da allenatore dopo il ritiro dal calcio giocato. Il debutto di Ferrario, ex difensore centrale di Lecce, Parma e Ravenna, è saltato subito all’occhio degli esperti della categoria: 6 punti in 3 partite per il neo tecnico, un chiaro cambio di marcia che ha permesso agli arancioneri di risalire la corrente.
Ferrario, cosa l’ha spinta ad affrontare questa nuova avventura personale a Russi?
«Ho deciso di prendere in mano le redini di questo gruppo innanzitutto perché la classifica non rispecchia i valori della squadra. Sono stato colpito da subito dalla società, che mi ha spiegato cosa significa portare avanti e rappresentare i colori arancioneri di questa città, che merita ben altro di quanto visto al momento in questa stagione».
Facendo un focus dal punto di vista tecnico/tattico, quali sono i capisaldi da cui è ripartito e quale è principalmente lo stile di gioco del suo Russi?
«Mi ritengo un neo allenatore abbastanza duttile, capace di adattarsi al momento che si sta attraversando dal punto di vista di risultati, infortuni e questioni di spogliatoio, dunque non ho improntato il mio percorso partendo da capisaldi o dogma imprescindibili. La mia idea di gioco e quella poi conseguentemente portata in campo dai ragazzi si basa sul modulo 4-3-3, un sistema di gioco che può variare in base alle risorse a nostra disposizione o l’avversario che affronteremo. L’unica cosa certa su cui possono fare affidamento i nostri sfidanti sarà la nostra tenacia e voglia di ringhiare sul pallone, poiché desidero che i miei giocatori vengano definiti ostici, duri da combattere e sempre pronti al sacrificio. Per implementare questo concetto fondamentale che ho visto mancare nelle partite antecedenti il mio arrivo, ho focalizzato le prime sessioni di allenamento sulla potenza aerobica, atteggiamento propositivo nel recupero del pallone nella metà campo avversaria, esercitazioni uomo contro uomo e in generale intensità per aumentare la quantità di mole di azioni pericolose, accompagnata a braccetto dall’ampia qualità che possediamo in ogni porzione del rettangolo verde».
Nell’ultima uscita è arrivato il suo primo scivolone, con una netta sconfitta per 4-0 contro il Mezzolara.
«Abbiamo buttato via un’occasione di fare punti a causa di diverse disattenzioni da palla inattiva o ripresa dopo il gioco fermo. I tanti impegni ravvicinati si fanno sentire, infatti lo certificano i diversi errori nell’ultimo passaggio, sinonimo di stanchezza fisica che è comprensibile in questo periodo stagionale».