Basket B, l'ex Iattoni conosce i segreti di Ozzano: "Rekico, sarà una gara imprevedibile"
Valerio Roila
È l’ultima in casa per la stagione regolare, quella di domenica, per la Rekico. Poi il PalaCattani riaprirà solo per i playoff, perché ormai la partecipazione dei neroverdi alla post-season nella ruota dei sogni è acclarata. Purtroppo, anche quelli si disputeranno senza pubblico, stando alle ultime notizie riguardanti i provvedimenti governativi, che prevedono una riapertura dei palasport solo dal 1° giugno. Peccato, perché questa squadra avrebbe meritato l’abbraccio dei suoi appassionati. Tant’è, e ci si dovrà incollare ai dispositivi anche per assistere al match con Ozzano. Società approdata in Serie B nel 2018, che seppe stupire già al primo anno, quando tutti la davano spacciata e si salvò senza passare per i playout, per poi bissare le sorprese al secondo, quando la stagione fu stoppata dal Covid mentre erano all’ottavo posto, in piena corsa playoff, alla vigilia di una sorta di spareggio proprio con i Raggisolaris, che li seguivano a ruota in graduatoria.
Tra i protagonisti di quella cavalcata interrotta, l’ala, ora neroverde, Riccardo Iattoni: «Ho ricordi bellissimi della passata stagione, si tratta di una piazza e di una società formata da persone che ti restano nel cuore, infatti continuo a frequentarli. È stato sufficiente meno di un anno per entrare a far parte della loro famiglia. Quest’anno hanno costruito una squadra imprevedibile, che ha vinto partite impossibili in situazioni d’emergenza, come quella di Livorno, per poi perdere match alla loro portata. Mi spaventa questa loro variabilità di rendimento, è un punto interrogativo da quale parte del letto si sveglieranno, ma noi faremo di tutto per arginare i loro punti di forza e costringerli a fare partita sotto il loro standard».
Dopo i problemi derivanti dal focolaio di Covid, siete tra le squadre più in forma del campionato. Come avete fatto a recuperare così in fretta le vostre certezze? «E’ certamente merito del buon lavoro svolto in precedenza. Quantomeno abbiamo non abbiamo dovuto affrontare questo problema all’inizio, ma a stagione inoltrata, quando avevamo costruito la nostra identità, ruoli e meccanismi erano già definiti, e non abbiamo dovuto affrontare altre difficoltà che quelle fisiche. Così, appena smaltito il carico di recuperi ed avuto tempo per allenarci, siamo tornati ad un buon livello di forma».
Si poteva pensare che i tatticismi e l’agonismo tipico delle squadre toscane vi avrebbero messo in difficoltà, invece vi state trovando a vostro agio e giocate un basket fluido e corale anche nella seconda fase: «Avendo giocato a Firenze e Montecatini, conosco il basket che si gioca da quelle parti, e penso che, come struttura di squadra, siamo forse più toscani che emiliani. Abbiamo intensità, giochiamo con ritmi alti, sono caratteristiche che ci permettono di affrontare bene questo tipo di avversarie. Però il calendario ci ha riservato quelle più dure alla fine, quindi dobbiamo attendere prima di fare bilanci». Anche se ormai la vostra partecipazione ai playoff è certa. C’è un’avversaria in particolare che vorrebbe o non vorrebbe trovare nei quarti di finale? «Non conosco ancora bene le squadre del girone B, con il quale ci incroceremo, a parte Piacenza, che è in vetta, perché ho amici che vi giocano e l’ho vista giocare in Coppa, ma la nostra filosofia è di limitare l’orizzonte alla prossima partita, e resto convinto che concentrandoci solo sul passo successivo, alla fine dell’anno, guardandoci indietro, ci renderemo conto di quanta strada abbiamo fatto. Abbiamo la fortuna di avere un gruppo, una società ed una città che ci stanno aiutando a sfruttare ogni occasione, a noi interessa solo divertirci e far bene, chiunque ci sia sul nostro percorso».