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Valerio Roila
Mi manda Sasha Vujacic. Potrebbe essere questo l’ingombrante incipit del biglietto da visita di Francesco Oboe. Classe 2000, vicentino, il play-guardia approdato in estate alla Rekico ha vissuto negli ultimi due anni un’importante esperienza con la Scaligera Verona, dove oltre a giocare nel campionato Under 18 di Eccellenza, in cui è stato secondo marcatore nell’impegnativo raggruppamento lombardo-veneto, ha collezionato nove gettoni di presenza in A2. Giocando accanto ad uno dei «mostri sacri» della pallacanestro europea come Vujacic, due volte campione NBA con i Los Angeles Lakers, e mostrando quella che è la sua miglior dote: il tiro da tre.
Francesco, abbiamo spulciato i suoi tabellini. In pratica i suoi bottini sono sempre divisibili per tre. Una coincidenza? Non crediamo proprio…
«Diciamo di no (ride, ndr). È vero, adoro la soluzione pesante. È un’arma su cui ho sempre lavorato molto».
Ed ha avuto anche la fortuna di avere ottimi insegnanti. Com’è stato allenarsi e giocare accanto ad uno dei maestri contemporanei in un ruolo che condividete, ovvero Sasha Vujacic?
«Lui è proprio uno specialista del tiro dall’arco. A Verona mi fermavo spesso a fine allenamento per affinare la mia tecnica assieme a lui e ad altri tiratori come Amato e Severini. L’ho osservato lungamente: ha una meccanica di tiro perfetta. A parte ciò, lui non ti fa mai pesare il suo status e la sua magnifica carriera. Durante le partite è un leader carismatico e pretende il massimo da tutti, ma in generale è solare ed educato con tutti, fin dal primo giorno. Un vero esempio, oltre che un compagno a cui chiedere consigli».
Questa di Faenza è la sua prima vera occasione per mettersi in luce in un campionato senior. Quali sono le sensazioni di un millenial all’impatto con una categoria di vecchie volpi?
«Mi sento motivato da questa sfida. Noi giovani della Rekico abbiamo una grande opportunità per avere responsabilità immediate ed affrontare giocatori così navigati è un modo per farsi le ossa e crescere più in fretta».
Coach Friso ha scelto di svolgere un programma precampionato duro, ponendovi di fronte poche amichevoli ma di livello molto alto. Finora sono arrivate due sconfitte (in casa con l’Unieuro Forlì 50-78 e a San Lazzaro di Savena con la big del girone Cento 73-59), ma sappiamo che i risultati lasciano il tempo che trovano in questa fase. Quali sono le cose migliori che avete mostrato sul parquet?
«Le notizie positive per ora sono arrivate dal fronte difensivo. Non voglio dire che siamo stati perfetti, ma abbiamo mostrato il giusto grado di aggressività».
Quali invece i punti in cui bisogna migliorare e quali passi avanti la Rekico può fare, in vista del nuovo test che vi attende domani, al Flaminio Rimini contro la RBR (ore 17), altra pretendente alla promozione in A2?
«Dobbiamo ancora progredire nell’esecuzione dei giochi offensivi, e saper riconoscere i momenti della partita per capire quando spingere e quando ragionare. Penso che sia fisiologico e che si tratti di una questione di tempo. In tal senso è un bene che affrontiamo un numero limitato di amichevoli, così possiamo concentrarci sul lavoro in palestra. Dobbiamo fare ancora tanta strada per la conoscenza reciproca e per attuare lo stile di gioco che coach Friso richiede».
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