Basket B, alta fedeltà Petrucci: «Raggisolaris, girone illegale ma noi ci siamo»
Valerio Roila
Non lo vedrete mai battersi il petto o arrampicarsi sulle balaustre per aizzare i tifosi. Ma Marco Petrucci sa dimostrare con i fatti quanto tenga alla maglia neroverde. La sua indole è diversa da quelle che ci propone l’iconografia classica per le cosiddette «bandiere»: poco istrionico, per nulla teatrale, più intimo, introverso e riservato, il confermato capitano dei Raggisolaris può apparire un toscano atipico, poco passionale. E invece l’adesione del totale al progetto è arrivata con l’accordo per la quarta stagione alla difesa dei colori di Faenza.
Marco, la sua conferma ufficiale in neroverde si è fatta attendere. Frutto di qualche riflessione reciproca sua e della dirigenza?
«Nessuna riflessione, per la trattativa sono bastate tre ore in tutto. Segno che la volontà reciproca c’era. Sono soddisfatto io e contenta la società, poi c’è voluto un po’ più di tempo per qualche dettaglio burocratico, ma l’importante è che la conferma sia arrivata».
La sua militanza a Faenza arriva dunque a toccare la quarta stagione, una durata già anomala nella pallacanestro di oggi, e non a caso è arrivata la conferma del ruolo di capitano. Quanto ciò la rende orgoglioso?
«Moltissimo. I Raggisolaris si sono mostrati una società seria ed ambiziosa, che ha saputo progredire coi passi giusti. Essere confermato capitano significa che dirigenza e staff tecnico credono in me e che, spero, un segno del mio passaggio in società lo sto lasciando».
Quanto rammarico le è rimasto addosso dalla scorsa stagione?
«Non potete immaginare quanto. Soprattutto per qualche passo falso in stagione regolare, costatoci il fattore campo nei playoff, che si è dimostrato fondamentale. Basti vedere come abbiamo sofferto a Bernareggio e quanto loro al PalaCattani non ci abbiano capito nulla. Col senno di poi bastava una sola vittoria in più, e diciamo magari anche un pizzico di buona sorte, per fare molto meglio».
Come le sembra la composizione del nuovo roster? Vedremo un basket diverso da quello dello scorso campionato?
«Vedremo un basket più aggressivo. I nuovi acquisti apportano talento, ma anche tanta voglia di fare: sono giovani che vogliono emergere e regalano alla squadra un’identità battagliera e da corsa. Proveremo a divertirci e far divertire».
Quali sono le sue prime impressioni dopo la prima amichevole, disputata a Ravenna, nella quale avete ceduto di misura (69-65) ad un’Orasì che gioca in A2?
«È stato un test che ha confermato le mie prime impressioni. Nonostante avessimo svolto pochi allenamenti con la palla, si è visto che la squadra c’è e comincia a compattarsi. Chiaro che ci sia ancora tanto da lavorare, e sarebbe strano il contrario, però ci sono buoni segnali e tanti presupposti per fare una buona stagione».
Nella quale dovrete fronteggiare alcune corazzate. Ha avuto modo di dare un’occhiata alle rose delle squadre del vostro girone? Chi teme?
«Ho già studiato le avversarie ed il nostro girone è letteralmente illegale. In particolare, alle due formazioni reatine ed a Rimini mancano solo due americani per disputare un buon campionato di A2. Noi però non temiamo qualcuno in particolare. C’è tanta voglia di confrontarci con le migliori e non partiamo sconfitti con nessuna. Vogliamo competere con la garra che ci dovrà contraddistinguere e toglierci le nostre soddisfazioni».