Basket A1 donne, intervista a coach Seletti: «Le Usa, le tante scommesse e i due ritorni: vi racconto tutti i segreti della nuova E-Work Faenza»

Romagna | 09 Luglio 2024 Sport
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Tomaso Palli
Undici giocatrici. Tanti volti nuovi, alcuni ritorni, una inossidabile certezza. In attesa delle ultime (e sole) ufficialità, il roster dell’E-Work c’è ed è completo. Giovane, giovanissimo, come da previsione. E ora non resta che attendere il via ufficiale della stagione. Il 21 agosto è la data da cerchiare sul calendario, la data del raduno in cui prenderà forma concretamente ciò che il presidente Fermi e coach Paolo Seletti hanno costruito. Ma cosa aspettarsi da coloro che, nella prossima stagione, difenderanno sul parquet i colori di Faenza? Ecco che entra in gioco chi queste ragazze, tra poco più di un mese, inizierà ad allenarle. 
Coach Seletti, siete soddisfatti del lavoro fatto?
«Non sempre, quando ci si approccia al mercato con un budget come il nostro, si ha la possibilità di costruire un qualcosa di fatto bene e organico. A mio parere, ci siamo riusciti. È presto per dire se funzionerà ma le vibes sono sicuramente positive».
Avete fatto ciò che vi eravate prefissati?
«Le ragazze rientrano all’interno di un determinato identikit, magari non tutte prime scelte ma corrispondono abbastanza bene alla nostra idea di squadra. L’età anagrafica diventa, in questo senso, una scelta e non una casualità». 
Conosciamo meglio i volti di Faenza. Da dove preferisce iniziare?
«Avremo gerarchie abbastanza chiare, almeno all’inizio. E perciò, per essere organici, potremmo affrontare il roster partendo dal quintetto». 
Prego. 
«Nel ruolo di playmaker ci sarà Cornelia Fondren, l’unica giocatrice esperta e che supera i 30 anni. A prescindere dall’età, sarà la nostra solita scommessa perché non si è mai confrontata con questo livello. È una playmaker che è diventata playmaker e perciò tende a fare molte cose: non si limita al solo aspetto del gioco ma attacca, è un buon difensore e si fa sentire a rimbalzo. Mi dà l’impressione di essere una che fa le cose utili per vincere. C’è poi Sara Roumy nel ruolo di guardia, una ragazza del 2003, in una delle sue prime esperienze fuori dalla Francia: è una tiratrice con margine, molto dinamica, corre sui blocchi e non ha paura di prendersi tiri, anche quelli che contano. Dovrà lavorare sull’aspetto atletico, difensivo e del gioco, ma potrebbe essere una delle scommesse più interessanti». 
Arriviamo poi al capitano. 
«Federica Franceschelli. L’anno passato, da metà stagione in poi, è esplosa e vorremmo che questo fosse l’anno della consacrazione. È molto importante avere lei, così come Rachele Porcu, che conosce l’ambiente e la nostra musica. In più, quest’anno, sarà ancora più responsabilizzata fuori dal campo, oltre al suo apporto difensivo e di… facilitatrice di gioco dentro al campo. Da numero 4 ci sarà Marie Reichert, che sto seguendo parecchio nel 3x3 (sarà a Parigi 2024 con la Germania, ndr). Mi sembra una giocatrice di livello superiore rispetto al tipo di carriera avuto fino ad ora. Viene presentata come difensore-rimbalzista, ma anche in attacco ha idee chiare». 
Concludiamo con la seconda americana. 
«Angel Jackson, da numero 5. È una rookie, così come lo era Dixon l’anno scorso. Mi sembra una giocatrice molto educata, un corpo importante con i suoi 198 centimetri e mi sbilancio: ci migliora in difesa, rispetto a Dixon, ma non in attacco dove è ancora un po’ grezza. Avrà un impatto fisico e atletico importante, ma servirà pazienza». 
Passiamo alle risorse che inizialmente usciranno dalla panchina. 
«Rachele Porcu è un’altra che non ha bisogno di introduzioni. Le era rimasto qualche sassolino da togliersi, è stata lei a proporsi e noi abbiamo colto l’occasione al volo: l’anno scorso, quando si allenava, mostrava ancora quella vitalità che serve per stare a questo livello. Fa della comprensione del gioco la sua qualità principale e io adoro le giocatrici così, si ritaglierà il suo spazio. C’è poi, come guardia, Alice Cappellotto, un altro cavallo di ritorno. Ha un atletismo che ci può aggiungere qualcosa nell’uno contro uno e se la giocherà probabilmente con Emilie Brzonova, una 2006: non abbiamo la conferma, perché ancora non c’è la firma ma ci stiamo lavorando. Molto importante, infine, sarà l’apporto di Anna Turel: non ha mai fatto l’A1, ma arriva dopo aver vinto l’A2 con Alpo; è del 2002 e credo che, dopo un periodo di adattamento, ci potrà dare molto. Se il suo scoglio è fisico-atletico, in termini di comprensione del gioco e morbidezza delle mani è già da A1». 
E infine le lunghe.
«Una 2005 e una 2004. Martina Fantini, giocatrice di grandissima qualità e già nel mirino della Nazionale maggiore, è ancora un po’ leggera ma ha davanti a sé un avvenire molto importante e quindi rientra nella nostra specialità di far crescere le giovani; e poi c’è Princess Amy Jakpa, una ragazza che ha già masticato qualche minuto di A1 a Moncalieri, una grande lottatrice consapevole dei propri limiti tecnici. Arriva per mettersi in gioco e migliorarsi in questo aspetto provando a costruirsi una carriera in A1 dopo aver dimostrato solidità in A2».
Un roster giovane, giovanissimo. Cos’ha in mente coach Seletti per il campionato che verrà e naturalmente cosa si aspetta? 
«Di ottenere la salvezza con meno patemi ma con quel percorso di crescita che l’anno scorso ci è mancato. Quest’anno mi aspetto una squadra che mastica il parquet con l’idea di fare step quotidianamente. Questa fame è quella che deve esserci quando hai a che fare con ragazze giovani che possono ambire a carriere importanti: il talento non basta più, ce l’avranno anche gli altri e forse di più, serve grande applicazione e voglia di mettersi in discussione per fare la differenza».
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