«Agricoltura, consumi troppo alti» parla Brolli del Consorzio Bonifica Romagna
Elena Nencini
Poche piogge quest’inverno e un caldo precoce mettono in difficoltà
Un inverno stabile, senza periodi piovosi significativi, e già si lancia l’allarme emergenza idrica in agricoltura. Roberto Brolli, presidente Consorzio di Bonifica della Romagna ci spiega qual è la situazione e di cosa si occupa il consorzio di Bonifica della Romagna. «Fondamentalmente – spiega Brolli - si pone tre obiettivi quello della sicurezza idraulica quello della tutela e della manutenzione della montagna e quello della irrigazione per tutto il nostro ambito settore agricolo dell’agroalimentare perché la Romagna è una delle aree territoriale più importanti della regione».
Ci saranno problemi per il fabbisogno idrico del nostro territorio?
«Si. Problemi ci saranno. Ci sono anche attualmente, soprattutto rispetto all’anno precedente perché siamo nel momento della famosa secca, di esigenza di acqua. Proprio in questo momento da dati dei nostri uffici risulta che stiamo adoperando 3 o 4 milioni di metri cubi di acqua in più rispetto all’anno precedente».
Quali sono le fonti di approvvigionamento?
«Prevalentemente quasi esclusivamente l’acqua del Po, l’acqua che ci fornisce il Canale Emiliano Romagnolo (CER). E’ il nostro consorzio di secondo grado dove noi come Consorzio di Bonifica della Romagna siamo il consorzio principale che ha la maggiore dotazione e grazie all’acqua del Po riusciamo a soddisfare quasi interamente tutti i nostri agricoltori che necessitano in questo momento di irrigazione».
Sono molti gli agricoltori che si rivolgono a voi per realizzare vasi e impianti irrigui?
«Si, sono tanti, sono tutti quelli che hanno colture chiamiamole di pregio che necessitano di acqua. In questi anni abbiamo ampliato la nostra rete di irrigazione di oltre 5000 ettari su tutto il nostro territorio soprattutto nell’area faentina, forlivese e ravennate. E in parte anche nell’area del cesenate. Siamo un pochino meno presenti nel riminese, ma grazie anche al fatto che nei prossimi giorni sarà inaugurato l’ultimo pezzo di condotta del CER che sfocerà in provincia di Rimini, altri 4-500 ettari di colture orticole avranno la possibilità di attingere l’acqua del Po».
Se lo Stato decidesse di dare dei nuovi finanziamenti cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione?
«Noi li aspettiamo, siamo in attesa che il Piano nazionale irriguo possa dare altri finanziamenti per i nostri agricoltori. Perché in queste zone, dal faentino, fino a tutta la bassa cesenate, all’area romagnola, c’è necessità di nuove condotte irrigue. Quindi partiranno dei progetti che si stanno tecnicamente realizzando in questo momento per poter sviluppare maggiormente le nostre condotte».