Ravenna, Oltre 7mila ravennati in condizioni di povertà assoluta, il 23 un convegno al Villaggio del Fanciullo

Ravenna | 23 Novembre 2019 Cronaca
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Federica Ferruzzi - Sono oltre 7mila, per la precisione 7.160, i ravennati che vivono in condizione di povertà assoluta, pari al 4,5% della popolazione, mentre toccano quota 14.706 (ma il dato non tiene ovviamente conto dei senza fissa dimora) le persone che vivono all’interno di famiglie con Isee inferiore ai 5mila euro. Sono questi i dati allarmanti emersi dalla ricerca curata dall’economista della società Genesis di Bologna Massimo D’Angelillo nell’ambito del progetto «Nutrire Ravenna 2019», di cui si parlerà nella mattinata del 23 novembre nella sala convegni della Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo (vedi box). Compito dell’indagine è quello di approfondire i dati socio economici relativi alla povertà alimentare nel comune di Ravenna, come spiega lo stesso D’Angelillo. «L’approfondimento serve a capire quali siano le dimensioni e le caratteristiche del fenomeno sulla base di dati rielaborati ed interviste. Il quadro, ovviamente, si presenta complesso ed incrocia diversi piani di analisi: dal tema generale alle politiche di contrasto emerge l’esigenza di capire come tamponare un’emergenza diventata grave soprattutto dal 2008, in quanto con la crisi economica si è esacerbato un tema che prima era solo marginale. Occorre dire che il fenomeno ha preso una dimensione abbastanza drammatica anche a Ravenna, come testimoniano le interviste agli operatori di Caritas». Andando indietro negli anni la lotta allo spreco alimentare ha avuto una svolta grazie alla Legge Gadda del 2013, che sostiene le donazioni di aziende agroalimentari, mense e realtà simili ad una serie di enti caritatevoli, in primis il banco alimentare, che proprio tra pochi giorni, il 30 novembre, organizza la giornata della colletta alimentare. «Questa legge - prosegue D’Angelillo - nasce per altri motivi come forma di razionalizzione nell’industria, ma oggi per la situazione in cui versiamo è diventata uno strumento importante per combattere la povertà». Una povertà che anche nel comune ravennate sta diventando sempre più presente. «In base ai miei calcoli in un comune  come il nostro di 160mila abitanti ci sono 14.706 persone che vivono in famiglie con Isee inferiore ai 5mila euro; di queste 7.160 vivono in povertà assoluta, prive di una serie di servizi e forme di benessere che vengono considerati normali. Si tratta del 4,5% è non è un dato da poco». Nonostante questo, sono relativamente pochi, appena 1.080, coloro che hanno scelto di avanzare la domanda per il reddito di cittadinanza, forse a causa dei vincoli stringenti. «A fronte di questo bacino, che è in crescita, sono diverse le politiche avanzate. Una parte delle persone viene assorbita dalle famiglie, per l’altra c’è il welfare pubblico con assistenti sociali e strutture dedicate come ad esempio mense e dormitori, ci sono cooperative sociali, il mondo del volontariato e soggetti privati soprattutto religiosi. Basti dire che nell’ultimo anno la Caritas di Ravenna ha seguito quasi duemila persone (1.979, ma molte non vengono censite)». Tante le realtà che fanno confluire i propri prodotti al Banco, tre queste Coop, Lidl, Conad, che hanno anche il vantaggio fiscale di poter detrarre dall’imponibile i beni donati, oltre alla riduzione sulla tassa sui rifiuti. «Questo tipo di rete ha raccolto nel 2018 circa 2,9 kg di alimenti per ogni residente. Secondo il Banco alimentare sono state sostenute in Emilia-Romagna 128.314 persone». All’interno di questo quadro variegato sono stata diverse le proposte per costruire nuovi interventi, a partire da un maggior coinvolgimento dei piccoli operatori e dei cittadini. «Si stanno valutando interventi quali un progetto di cucina popolare, come a Bologna, dove ce ne sono tre e donazioni private che distribuiscono pasti gratuiti. Poi c’è l’idea del pranzo sospeso, grazie a cui si potrà ad esempio offrire una pizza al taglio a chi non può permettersela. Le idee sono tante, anche se per fortuna il sistema sta funzionando». 

INDOVINA CHI VIENE A PRANZO? 
L’indagine sarà al centro dell’incontro del 23 novembre alla sala convegni della Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo di via del Pino 102 a Ponte Nuovo dal titolo «Indovina chi viene a pranzo?». La mattinata sarà aperta alle 9 da Enzo Morgagni di «Ecologia di Comunità», consorzio di associazioni che, insieme a Comune di Ravenna e Centro per gli altri ha ripreso i contenuti di «Nutrire Ravenna» 2017 per tornare sui temi dello spreco alimentare e del consumo alimentare delle fasce indigenti. Si alterneranno gli interventi di Bruno Izzi (Comunità di S.Eigidio, mensa per i poveri di via Dandolo, Roma); Federica Sacenti (Cefal Er e Soc. Coop IT2, ristorante pizzeria Le Torri – impresa formativa); Giovanni Melli e Roberto Morgantini (Cucine popolari di Bologna); Fra Giampaolo Cavalli (direttore Antoniano di Bologna). Alle 13 seguirà «Invito a tavola» di Ivano Marescotti e dalle 14.30 riprenderanno i lavori con la proiezione di esperienze ravennati. 
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